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Le catacombe (2)- Morfologia

09 lunedì Giu 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Storia

≈ 6 commenti

Tag

arcosolium, catacombe, cryptae, cubiculum, fossori, Gallerie a graticola, gallerie a maglie larghe, gallerie a spina di pesce, loculo

– Arcosolio – Catacombe di Via Latina, Roma

L’accesso alle catacombe avveniva normalmente attraverso una ripida scala (descensus o catabaticum) discendente fino a 7-8 metri dal livello del terreno e proseguendo orizzontalmente anche per più di 200 metri. La scala poteva essere preceduta da altre strutture, come un vestibolo d’ingresso. Molto più raramente, ove la morfología del terreno lo consentiva, si poteva accedere alla zona ipogea attraverso un ingresso situato in piano o alle falde di una collinetta.

– Scala di accesso – Catacombe di San Callisto, Roma

Lo spazio veniva sfruttato al massimo scavando diverse gallerie, normalmente con pianta a “graticola” o “a spina di pesce”. Nel primo caso, ai lati di una galleria matrice, in asse o ortogonale alla scala, diramano ad angolo retto, affrontate, numerose altre gallerie; nel secondo, due ambulacri paralleli, posti ad una certa distanza e talvolta serviti da scale autonome, sono raccordati da trasversali ortogonali. A partire dall’età costantiniana viene anche adottato uno schema “a maglie larghe” finalizzato a consentire l’apertura sistematica di cubicoli, talvolta di grandi dimensioni. Ma non sono gli unici impianti. In zone di campagna o in centri minori gli impianti erano meno regolari, senza uno schema predeterminato perché spesso effettuati da maestranze meno esperte. Nelle catacombe di altre città d’Italia possiamo trovare  schemi “a gallerie parallele”, come nel caso di quelle di San Gennaro a Napoli.

C
– Planimetria Catacombe Vigna Cassia, Siracusa

Una delle caratteristiche delle catacombe cristiane rispetto a quelle non cristiane coeve risiede nella loro estensione: le prime sono più vaste. Inoltre sono già pianificate con la possibilità di apportare futuri ampliamenti. Lo sviluppo delle varie aree ipogee provocò col tempo il loro reciproco congiungimento, la creazione di quel fitto e continuo reticolo di gallerie – di quel “labirinto” – che caratterizza le catacombe nella loro fase più matura. A Roma, le oltre 60 catacombe sviluppano complessivamente circa 150-170 Km di gallerie. Non di rado le catacombe utilizzavano antiche cave di pozzolana in disuso. Le larghe e tortuose gallerie di cui si componevano si prestavano perfettamente ad essere trasformate in cimiteri con pochi lavori di adattamento.  Spesso venivano riutilizzati i cuniculi idraulici o erano anche riadattati ambienti funerari ipogei più antichi.

– Lucernario – Catacombe di Priscilla, Roma

La luce e l’aria filtravano attraverso dei pozzi verticali quadrati, chiamati lucernari. Questi pozzi inizialmente erano usati per estrarre la terra. Venivano anche usate le lucerne ad olio.

Le gallerie furono chiamate cryptae, termine che poi passò a indicare tutto il complesso sotterraneo. Normalmente avevano più livelli, con profondità che potevano arrivare fino a 30 metri, costituiti da lunghe gallerie strette e basse, dette ambulacri, di circa 2,5 metri di altezza e 80-120 cm di larghezza, intercomunicanti ai vari livelli tramite ripidi scalini.

-Galleria/ambulacro con loculi – Catacombe di San Callisto, Roma

Nelle pareti degli ambulacri sono scavate le tombe: i “loculi” con un’altezza di 40–60 cm e una lunghezza variabile dai 120 ai 150 cm, con il lato lungo a vista, e le “tombe a forno” (dette anche ‘grotticelle’), con il lato corto a vista. Le pila erano dei gruppi di defunti disposti in ordine verticale; fra le pila solitamente si seppellivano i bambini. In queste sepolture i corpi venivano avvolti in lenzuoli di lino. I loculi potevano ospitare anche fino a tre corpi, e non si trovano soltanto nelle gallerie, ma anche nelle cappelle e perfino nelle pareti delle scale. I più elevati sono quasi sempre i più antichi, perché a mano a mano e misuratamente si abbassava il livello dell’escavazione.

– Cubilculum – Catacombe di Priscilla, Roma
– Cripta dei papi. Catacombe di San Callisto, Roma

Gli ambulacri potevano essere intervallati, oltre che con loculi più comuni, anche con cubicoli (cubiculum), piccoli ambienti, tipo cappella, destinati ad ospitare le tombe di una famiglia o associazione, e con le cripte, contenenti solitamente la tomba di un martire, con la presenza di un altare consacrato. Alcune di queste “cappelle” erano destinate alle celebrazioni liturgiche, come se fossero vere e proprie chiese sotterranee. E potevano avere le forme più svariate: quadrata, rettangolare, poligonale, rotonda, absidiata…. I cubiculi, inoltre, accolgono anche tombe a mensa, chiuse da una lastra orizzontale e sormontate da un arco, una sorta di nicchia arcuata, dette arcosoli (arcosolium) e destinate ai nobili, ai martiri e ai Papi.

– Cubiculum con arcosolio, Catacombe di Sant’Agnese, Roma

Queste sono solo le tipologie di tombe più comuni. Ma ce ne sono molte altre, come quelle ‘a pozzo’, a ‘cassa mortuaria’, a ‘baldacchino’, a ‘finestra’ o a ‘kokhim’, queste ultime tipiche dei cimiteri sotteranei ebraici.

La tomba veniva chiusa ponendo della malta e una lastra di marmo o delle tegole di terracotta, sulle quali veniva inciso il nome del defunto, l’età e la data di morte, e a volte un’epigrafe religiosa o simbolica. Spesso accanto a queste tombe più umili venivano collocati oggetti particolari, dalla tipologia più svariata, come lucerne, piccoli recipienti di vetro o ceramica, monete, elementi di corredo personale (orecchini, braccialetti, collane, ecc.), giocattoli di bambini (bambole, campanelli), ecc.

– Lapide mortuaria che avrebbe chiuso un loculo. Si può leggere una frase dedicata al defunto/a “dulcissim parent duo et) – Catacombe di Domitilla, Roma

Nelle catacombe era fondamentale il lavoro dei fossores (o fossori), definiti per la prima volta nel 303, che si occupavano di seppellire i morti e di scavare le gallerie, gli ambienti e le tombe, e talvolta della vendita delle stesse. Ai più specializzati di essi era anche affidata la decorazione dei sepolcri e l’esecuzione degli epitaffi. I fossores vivevano di donazioni, ma in seguito seppero approfittare della propria posizione, ottenendo lauti guadagni scambiando privilegi, come quelli di essere sepolti vicini ad un martire.

Dal IV secolo in poi le catacombe cristiane, che già avevano dimensioni colossali con centinaia di migliaia di tombe, divennero proprietà della Chiesa di Roma che assunse la responsabilità della loro amministrazione. Con papa Damaso I (366-384) comincia un’epoca d’oro per i cimiteri cristiani di Roma, con lavori di abbellimento e di ampliamento nelle cripte dei martiri per facilitare l’ingresso di un sempre maggiore afflusso di visitatori. Dal pontificato di Sisto III (432-440) non si ha più notizia di compravendite di sepolcri, che furono definitivamente abolite con papa Gregorio Magno.

——

Leggi anche: Le catacombe: Origine, sviluppo e declino; Le catacombe: iconografia ed epigrafia; Le catacombe: il culto dei martiri; Le catacombe di Roma; Le catacombe d’Italia; Le catacombe nel mondo

Prossimo articolo: Le catacombe del mondo

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