Che fine ha fatto la Menorah?

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Bassorilievo all’interno dell’Arco di Tito in cui si vede come i tesori del Tempio di Gerusalemme, fra cui la Menorah, vengono portati a Roma

Il Signore parlò a Mosè dicendo: “Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato. Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle: un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorata a martello. Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. (Esodo 25, 31-40)

La Menorah (pron. Menorà), il candelabro a setti bracci, è il simbolo più importante del giudaismo. Però non stiamo parlando di una qualsiasi menorah, ma ‘La Menorah’, con maiuscola, il famoso candelabro d’oro che era nel Tempio di Gerusalemme e che fu portato a Roma dalle truppe di Tito, insieme ad altri trofei, come conseguenza della distruzione del secondo Tempio, nell’anno 70 d.C.

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‘Santo Stefano’ de Bolonia, la Jerusalén italiana

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Santo Stefano di Bologna, ovvero la Gerusalemme italiana  Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

– El complejo arquitectónico de San Esteban de Bolonia visto desde la plaza homónima

También llamado de las ‘Siete iglesias’, o Santo Sepulcro, o el ‘Sancta Sanctorum Bononiensis’, este conjunto arquitectónico pretende recrear los santos lugares de Jerusalén, o por lo menos ésta era la intención del proyecto primitivo.

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La pietra di Magdala

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Si tratta di un interessantissimo reperto archeologico venuto alla luce nel 2009 durante i lavori di preparazione del terreno per la costruzione di un albergo per pellegrini nell’antica città di Magdala (oggi Migdal), sulla riva del lago Tiberiade o Mar di Galilea. Secondo la legge israeliana bisogna sempre condurre degli scavi prima di cominciare nuove costruzioni, e questi portarono alla luce una parte dell’antica città di Magdala e una sinagoga con la citata pietra.

L’importanza di questa pietra sta nel fatto che è totalmente scolpita, presentando un’iconografia che riproduce il Tempio di Gerusalemme. Un tempio “in piccolo”. E non solo questo, ma in esso vediamo la rappresentazione più antica, fra quelle attualmente esistenti, della Menorah, il candelabro a 7 bracci, il simbolo più importante del giudaismo, simbolo della luce di Dio che accompagnava il popolo eletto durante l’esodo. Da alcune monete ritrovate e dal contesto archeologico questa pietra è stata datata intorno al 40-50 d.C., in ogni caso prima dell’anno 70, data della distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme da parte di Tito. La pietra veniva utilizzata per appoggiare i rotoli della Torah, era quindi una sorta di leggio. Le sue dimensioni sono di circa 60 x 50 cm x 40 cm di altezza, è di pietra calcarea, ed era situata al centro della sala principale della sinagoga.

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El mercado de las reliquias

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Il mercato delle reliquie. Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

Capilla de las Reliquias – Santiago de Compostela

Desde que Santa Elena, madre de Constantino el Grande, según la tradición halló la cruz de Cristo, en el siglo IV, se ‘puso en marcha’, si queremos utilizar esta expresión, la caza a las reliquias, que muy pronto se convirtieron en algo que todos querían poseer, ricos y pobres, laicos y religiosos, soberanos e instituciones. Las que estaban relacionadas con la vida y muerte de Cristo eran las más buscadas. Esta búsqueda se acentuó de manera particular a partir de las primeras Cruzadas. No era concebible volver de Tierra Santa (cruzados, peregrinos) sin una prueba tangible de la pasión de Cristo. A veces porque eran demandadas por ricos y nobles que pagaban elevadas sumas, pero también por la Iglesia, o bien se traían espontáneamente ‘por recuerdo’ o ‘por devoción’.

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La “Mensura Christi”

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Baldacchino formato da quattro colonnine chiamato ‘Mensura Christi’. Chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Ossia, la misura di Cristo, la sua statura. Conoscere e tenere presente questo dato, soprattutto per i devoti cristiani, è stato per secoli di grande importanza. Tutto cominciò nel Vi secolo, a Costantinopoli, quando l’imperatore Giustiniano, mandò degli uomini leali e di fiducia a Gerusalemme per accertare la misura esatta di Cristo. In base alle misure che questi uomini riportarono a casa Giustiniano fece fare una croce (conosciuta come ‘Crux aurea’ o ‘Crux mensuralis’) alta come Cristo il cui braccio corto misurava come le sue spalle. La croce fu ricoperta di oro, argento e pietre preziose e fu posta nella sacrestia di Santa Sofia, insieme ad altri tesori.

Venne descritta da diversi pellegrini, come per esempio da Antonio, successivamente vescovo di Novgorod:

“La Preziosa croce che è ora conservata nella sacrestia [di Santa Sofia] rappresenta la statura di Nostro Signore Gesù Cristo, diligentemente misurata a Gerusalemme da fedeli inviati e degni di fiducia; e per questo fu adornata con pietre preziose ed argento e coperta d’oro, e ancora oggi concede salute, espelle il male e porta via i demoni”.

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La leyenda de la creación del Mont Saint Michel y otras curiosidades ‘micaélicas’

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La leggenda della creazione del Mont Saint Michel e altre curiosità ‘micaeliche’.  Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

‘Mons Sancti Michaeli in periculo mari’, éste era el nombre originario del santuario, es decir Monte San Miguel en el peligro de la mar, o ‘Mont Saint Michel au péril de la mer’, erigido en honor del más famoso de los arcángeles. De hecho, como es bien sabido, el santuario surge en un islote de la costa septentrional de Francia, al que el agua rodea cuando hay alta marea. El santuario sustituye a un precedente oratorio situado en una gruta en el ‘Mont Tombe’ (‘Tombelaine’, es decir tumba de Belenos), nombre del lugar antes de la construcción del santuario.

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Eppur si muove…. Le reliquie di Galileo Galilei

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L’8 gennaio 1642 morì uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, dopo essere stato costretto nel 1633 dinanzi al Tribunale del Santo Uffizio, e per sfuggire al carcere, a rinnegare che la Terra e i pianeti girano intorno al sole, abiurando così la teoria eliocentrica già formulata da Copernico.

Il suo sepolcro monumentale è all’interno della Basilica di Santa Croce di Firenze, luogo che alberga le sepolture di molti famosi personaggi della cultura e dell’arte. Ma non fu così fin dall’inizio. Galileo lasciò scritto nel suo testamento il suo espresso desiderio di essere sepolto in questo luogo e questa era anche la volontà del Gran Duca di Toscana. Ma per la forte opposizione e intransigenza della Chiesa che ancora lo considerava un eretico, fu sepolto, sì, in Santa Croce, ma in uno stanzino di fianco alla cappella dei Novizi della stessa basilica. Vincenzo Viviani, il suo discepolo prediletto, spese tutti i suoi averi, tutta la sua scienza e il resto della sua vita a far conoscere e perpetuare le opere del maestro e per fargli costruire un mausoleo degno. Questo fu finalmente inaugurato nel 1737, data nella quale la Chiesa finalmente acconsentì, anche se con riluttanza, a far spostare i resti del genio dallo stanzino, dove ancora si trovavano, al nuovo sepolcro. Ma non fu un gesto di riconciliazione tra Chiesa e Stato, o fra Curia e Scienza, come vedremo dopo. Nel nuovo sepolcro furono traslati anche i resti del Viviani, che purtroppo morì nel 1703 senza poter aver visto compiersi il frutto del suo incessante operato.

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Relicarios fantásticos: el Cofre de Egberto o Sandalia de San Andrés

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Reliquiari fantastici: lo Scrigno di Egberto o Sandalo di Sant’Andrea. Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

El cofre de Egberto se encuentra en la Sala del Tesoro de la catedral de Tréveris1, monumento declarado Patrimonio de la Humanidad por la UNESCO en 1986.

Este pequeño cofre es un maravilloso ejemplo de orfebrería otoniana, comisionado por el arzobispo de Tréveris Egberto (977-993) en el umbral del año 1000.

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Sulle orme degli apostoli: le reliquie di San Filippo

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San Filippo. G. Mazzuoli (1643-1725) – Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Era originario di Betsaida quindi galileo, però come Andrea, aveva un nome greco. Nacque verso l’anno 5 e pare che fosse sposato e con figli. Fu colui che portò Bartolomeo da Gesù. Una delle volte in cui viene citato nel Vangelo è nel momento della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

         “Ora avendo Gesù alzati gli occhi e visto che una gran turba veniva da lui, dice a Filippo: ‘Dove compreremo dei pani per sfamare questa gente?’ Ma ciò diceva per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: ‘Duecento denari di pane non bastano neanche a darne un pezzetto per uno’”. (Gv 6, 5-7)

Per quest’episodio del Vangelo, nell’iconografia a volte è rappresentato con un pezzo di pane in mano, ed altre volte con la croce, strumento del suo martirio.

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