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Reliquiosamente

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Archivi della categoria: Storia

Che fine ha fatto la Menorah?

28 martedì Mar 2023

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie, Storia

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Arco di Tito, Esodo, Foro di Vespasiano, Genserico, Gerusalemme, Guerra Giudaica, Menorah, Mosè, Secondo Tempio, Shimon Shetreet, Tempio della Pace, Temple Institute, Tito, Vadim Rabinovitch

Bassorilievo all’interno dell’Arco di Tito in cui si vede come i tesori del Tempio di Gerusalemme, fra cui la Menorah, vengono portati a Roma

Il Signore parlò a Mosè dicendo: “Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato. Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle: un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorata a martello. Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. (Esodo 25, 31-40)

La Menorah (pron. Menorà), il candelabro a setti bracci, è il simbolo più importante del giudaismo. Però non stiamo parlando di una qualsiasi menorah, ma ‘La Menorah’, con maiuscola, il famoso candelabro d’oro che era nel Tempio di Gerusalemme e che fu portato a Roma dalle truppe di Tito, insieme ad altri trofei, come conseguenza della distruzione del secondo Tempio, nell’anno 70 d.C.

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La pietra di Magdala

28 martedì Feb 2023

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Pellegrinaggi, Reliquie, Storia

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Cafarnao, Flavio Giuseppe, Guerra romano giudaica, Lago Tiberiade, Magdala, Maria Maddalena, Menorah, Migdal, Pietra di Magdala, Tempio di Gerusalemme, Tito

Si tratta di un interessantissimo reperto archeologico venuto alla luce nel 2009 durante i lavori di preparazione del terreno per la costruzione di un albergo per pellegrini nell’antica città di Magdala (oggi Migdal), sulla riva del lago Tiberiade o Mar di Galilea. Secondo la legge israeliana bisogna sempre condurre degli scavi prima di cominciare nuove costruzioni, e questi portarono alla luce una parte dell’antica città di Magdala e una sinagoga con la citata pietra.

L’importanza di questa pietra sta nel fatto che è totalmente scolpita, presentando un’iconografia che riproduce il Tempio di Gerusalemme. Un tempio “in piccolo”. E non solo questo, ma in esso vediamo la rappresentazione più antica, fra quelle attualmente esistenti, della Menorah, il candelabro a 7 bracci, il simbolo più importante del giudaismo, simbolo della luce di Dio che accompagnava il popolo eletto durante l’esodo. Da alcune monete ritrovate e dal contesto archeologico questa pietra è stata datata intorno al 40-50 d.C., in ogni caso prima dell’anno 70, data della distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme da parte di Tito. La pietra veniva utilizzata per appoggiare i rotoli della Torah, era quindi una sorta di leggio. Le sue dimensioni sono di circa 60 x 50 cm x 40 cm di altezza, è di pietra calcarea, ed era situata al centro della sala principale della sinagoga.

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La “Mensura Christi”

27 venerdì Gen 2023

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Curiosità, Storia

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Antonio da Novgorod, Crux Aurea, Crux Mensuralis, Et super vestem meam…, Giustiniano, la misura di Cristo, la statura di Cristo, Longitudo Christi, Mensura Christi, Reliquie, San Giovanni in Laterano, San Nilo Grottaferrata, Santo Stefano di Bologna

Baldacchino formato da quattro colonnine chiamato ‘Mensura Christi’. Chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Ossia, la misura di Cristo, la sua statura. Conoscere e tenere presente questo dato, soprattutto per i devoti cristiani, è stato per secoli di grande importanza. Tutto cominciò nel Vi secolo, a Costantinopoli, quando l’imperatore Giustiniano, mandò degli uomini leali e di fiducia a Gerusalemme per accertare la misura esatta di Cristo. In base alle misure che questi uomini riportarono a casa Giustiniano fece fare una croce (conosciuta come ‘Crux aurea’ o ‘Crux mensuralis’) alta come Cristo il cui braccio corto misurava come le sue spalle. La croce fu ricoperta di oro, argento e pietre preziose e fu posta nella sacrestia di Santa Sofia, insieme ad altri tesori.

Venne descritta da diversi pellegrini, come per esempio da Antonio, successivamente vescovo di Novgorod:

“La Preziosa croce che è ora conservata nella sacrestia [di Santa Sofia] rappresenta la statura di Nostro Signore Gesù Cristo, diligentemente misurata a Gerusalemme da fedeli inviati e degni di fiducia; e per questo fu adornata con pietre preziose ed argento e coperta d’oro, e ancora oggi concede salute, espelle il male e porta via i demoni”.

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Eppur si muove…. Le reliquie di Galileo Galilei

27 martedì Dic 2022

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Curiosità, Reliquie, Storia

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Angelo Maria Bandini, Anton Francesco Gori, Basilica di Santa Croce, Copernico, Eppur si muove, Galileo Galilei, Gian Gastone de’ Medici, Museo di Storia e Scienza di Firenze, Museo Galileo, Reliquie, Teoria eliocentrica, Vincenzo Capponi, Vincenzo Viviani

L’8 gennaio 1642 morì uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, dopo essere stato costretto nel 1633 dinanzi al Tribunale del Santo Uffizio, e per sfuggire al carcere, a rinnegare che la Terra e i pianeti girano intorno al sole, abiurando così la teoria eliocentrica già formulata da Copernico.

Il suo sepolcro monumentale è all’interno della Basilica di Santa Croce di Firenze, luogo che alberga le sepolture di molti famosi personaggi della cultura e dell’arte. Ma non fu così fin dall’inizio. Galileo lasciò scritto nel suo testamento il suo espresso desiderio di essere sepolto in questo luogo e questa era anche la volontà del Gran Duca di Toscana. Ma per la forte opposizione e intransigenza della Chiesa che ancora lo considerava un eretico, fu sepolto, sì, in Santa Croce, ma in uno stanzino di fianco alla cappella dei Novizi della stessa basilica. Vincenzo Viviani, il suo discepolo prediletto, spese tutti i suoi averi, tutta la sua scienza e il resto della sua vita a far conoscere e perpetuare le opere del maestro e per fargli costruire un mausoleo degno. Questo fu finalmente inaugurato nel 1737, data nella quale la Chiesa finalmente acconsentì, anche se con riluttanza, a far spostare i resti del genio dallo stanzino, dove ancora si trovavano, al nuovo sepolcro. Ma non fu un gesto di riconciliazione tra Chiesa e Stato, o fra Curia e Scienza, come vedremo dopo. Nel nuovo sepolcro furono traslati anche i resti del Viviani, che purtroppo morì nel 1703 senza poter aver visto compiersi il frutto del suo incessante operato.

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La Corona Ferrea

30 lunedì Mag 2022

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Reliquie, Storia

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corona ferrea, Coronazione re d’Italia, De obitu Teodosii, Duomo di Monza, elmo di Costantino, Famiglia Zavattari, Gregorio Magno, Ordine degli Umiliati, Reliquie, Sacro Chiodo, Sant’Ambrogio, Sant’Elena, Teodolinda, Teodorico

E’ probabile che non esista al mondo una corona così carica di storia, leggenda e mistero come la Corona Ferrea. Un cimelio che simboleggiava che il potere regale che conferiva a chi ne veniva incoronato era di origine divina per il legame che aveva con la passione di Cristo rappresentando, allo stesso tempo, la continuità con l’impero romano, perché era il punto di unione fra la Crocifissione e l’imperatore Costantino. Niente di meno. E tutto questo perché fino a non molto tempo fa (1993) si credeva che il cerchio metallico che è all’interno della corona ferrea era ricavato da un chiodo della crocifissione fuso.

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La cappella palatina di Nostra Signora del Faro

06 domenica Mar 2022

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie, Storia

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Antonio di Novgorod, Bonifacio di Monferrato, Boukoleòn, Costantinopoli, IV Crociata, Nicola Mesarite, Nostra Signora del Faro, Reliquie, Robert de Clari, Skeuophilax

Possibile ricostruzione del complesso del Gran Palazzo di Costantinopoli, il Boukoleon, all’interno del quale si trovava la chiesa di Nostra Signora del Faro

Dall’864 al 1204 è stata la più importante chiesa-reliquiario di tutto il mondo cristiano, sotto l’egida dell’impero bizantino.

Si trovava nella parte meridionale del Gran Palazzo di Costantinopoli, il palazzo Boukoleon, e deve il suo nome ad una torre faro (pharos) che sorgeva accanto ad esso. Aveva una posizione strategica nell’ambito del complesso del palazzo reale, infatti era molto vicino agli appartamenti reali e alla sala del trono, il Chrysotriklinos (Camera dorata). Fungeva da principale cappella palatina degli imperatori bizantini e conteneva un’enorme collezione di reliquie che erano l’invidia di tutto il mondo cristiano, intorno a 3.500, legate a centinaia di santi, oltre a quelle più importanti e preziose che erano quelle legate alla passione di Cristo. Questa cappella era parte di una serie di templi sacri all’interno del complesso del palazzo. Fra questi, la cappella dedicata a Sant’Elia e Clemente e quella intitolata a San Demetrio, comunicante con quella del faro attraverso una porta. 

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La croce di Anjou: non solo un simbolo religioso

26 venerdì Nov 2021

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie, Storia

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Abbazia della Boissière, Anne de Girouardière, Baugé, Castello di Angers, Charles De Gaulle, Croce di Anjou, Croce di Lorena, Fondation France Libre, Jean d’Alluye, Luigi I d'Anjou, Ospizio degli Incurabili, Renato II di Lorena

La croce di Anjou è riconosciuta come ricavata totalmente da un grosso frammento della Vera Croce, uno dei più grandi attualmente presenti al mondo. Il palo è lungo circa 27 cm, con 2 cm di larghezza e 1,3 di spessore; la prima traversa di 9,2 cm e la seconda di 7,8, per un totale di 104 cm3. Risponde alla tipologia di croce patriarcale, ossia con due traverse, essendo quella superiore più corta. Quest’ultima simbolizza il ‘Titulus Crucis’, ossia la tavoletta con l’iscrizione ‘INRI’. Di colore marrone scuro, frutto di una verniciatura apportata forse nel momento dell’assemblaggio o della sua posteriore decorazione, della quale parleremo in seguito, si possono apprezzare delle venature, alcuni nodi e piccole fessure, non essendo alterazioni importanti. Richiama l’attenzione il fatto che questa sia probabilmente l’unica reliquia della Vera Croce rimasta ‘allo scoperto’, ossia non racchiusa in un reliquiario o una stauroteca, una volta liberata dal suo probabile astuccio originario. Nei reliquiari bizantini la reliquia si poteva estrarre dal suo contenitore per poter essere messa a contatto con i fedeli, come per esempio la Stauroteca di Limbourg. Invece, la prassi occidentale era quella di custodire le reliquie in reliquiari sigillati; in questo modo la reliquia poteva essere vista, esposta, ma non toccata.

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Santo Stefano di Bologna, ovvero la Gerusalemme italiana

16 venerdì Apr 2021

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Pellegrinaggi, Reliquie, Storia

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Benda della Vergine Maria, Cappella della Benda, Catino di Pilato, Cortile di Pilato, San Giovanni in Monte, San Petronio, San Vitale ed Agricola, Sancta Jerusalem Bononiensis. Gerusalemme bolognese, Santo Sepolcro, Santo Stefano

“Santo Stefano” de Bolonia: la Jerusalén italiana. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Il complesso architettonico di Santo Stefano visto dalla piazza omonima

Anche chiamato delle ‘Sette Chiese’, o Santo Sepolcro, o la ‘Sancta Jerusalem Bononiensis‘, questo complesso architettonico vuole ricreare i luoghi sacri di Gerusalemme, o per lo meno questa era l’intenzione del primitivo progetto.

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La tovaglia dell’Ultima Cena

18 lunedì Mag 2020

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie, Storia

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Alfonso IX, Alfonso VII, Almohade, Benedetto XIII, Cattedrale di Coria, Clarisse di Monforte de Lemos, Coria, D. Íñigo Navarrón, Eugenio III, Fernando III il Santo, Gladbach, John Jackson, Manuel Gómez Moreno, Miguel Muñoz de San Pedro, Reconquista, Reliquie, Sacra Sindone, Tovaglia dell’Ultima Cena

El mantel de la Última Cena. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Si trova a Coria (Cáceres, Spagna) nel Museo della Cattedrale. Questa reliquia, che godeva di una grande devozione popolare, poco a poco cominciò ad essere dimenticata e verso la metà del secolo scorso quasi più nessuno ne conosceva l’esistenza. In questi ultimi decenni si sta tentando di rilanciare il suo culto e, allo stesso tempo, si stanno facendo degli studi per accertarne l’autenticità, nonostante i pochissimi documenti esistenti che possano aiutare, per lo meno, a risalire alla sua provenienza.

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L’altare d’oro di Sant’Ambrogio

28 venerdì Feb 2020

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Reliquie, Storia

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altare di Sant’Ambrogio, Angilberto II, editto di Tessalonica, Gervasio e Protasio, Giustina, Sant’Ambrogio, Teodosio, Valentiniano II, Vuolvino

El altar de oro de San Ambrosio. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

L’altare della basilica di Sant’Ambrogio di Milano è uno dei migliori esempi di arte carolingia in Italia. Fu fatto costruire intorno all ‘840 da Angilberto II, vescovo di Milano. Anche se è attribuito interamente all’orefice Vuolvino, del quale però non ci sono arrivate notizie biografiche, è certamente opera di diversi artisti, da questi coordinati.

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