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Le catacombe (1) – Origine, sviluppo e declino

09 venerdì Mag 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Reliquie, Storia

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Antonio Bosio, catacombe, Giovan Battista de Rossi, Incursioni barbare a Roma, martiri, papa Pasquale I, papa Zefirino, Persecuzioni

– Catacombe di Commodilla, IV secolo

Le catacombe cominciarono ad essere così chiamate nel III secolo d.C. sotto Diocleziano. E fu precisamente in occasione della sepoltura di San Sebastiano, dopo il suo martirio. Infatti fu portato in un cimitero fra il secondo ed il terzo miglio della Via Appia che precedentemente era un avvallamento usato dai romani per estrarre pozzolana.

Quindi pare che il termine derivi dal greco ‘katà’, sotto, presso, e ‘kymbe’ avvallamento, cavità, quindi ‘presso l’avvallamento’. Però è pure vero che ‘kymbas’ vuol dire anche piccole barche. Quindi in quei paraggi doveva esserci una qualche rappresentazione di due o più barchette. Forse un’osteria con quest’insegna. Il termine, pertanto, potrebbe significare ‘presso le barchette’.

Precedentemente si usava il termine cimitero (applicabile sia ai cimiteri sotterranei che a quelli sopra terra), dal greco ‘koimētérion’ (dormitorio) derivato dal verbo ‘koimáō’, ossia “dormire”, “riposare”, per sottolineare il fatto che per i cristiani la sepoltura è solo un momento temporaneo, in attesa della resurrezione finale.

In ogni caso il termine ‘catacombe’, che poi è stato applicato a tutti i cimiteri sotterranei cristiani e non, ha origine proprio in questo luogo della Via Appia, nelle catacombe prima ricordate per la memoria degli Apostoli Pietro e Paolo1 e poi definitivamente chiamate di San Sebastiano, che sono quasi adiacenti alle famose catacombe di San Callisto.

Catacombe ebraiche di Vigna Randanini, Roma
– Catacombe ebraiche di Villa Torlonia, Roma, II secolo – Affreschi con simboli ebraici

Ma facciamo un passo indietro perché è bene ricordare che questi cimiteri sotterranei non erano stati creati dai cristiani né essi ne facevano un uso esclusivo. Ne esistono anche di altre religioni. I primi ad usarli a Roma furono gli ebrei, perché rispondevano anche alla necessità di questa religione, come quella cristiana, di inumare i defunti perché rifiutavano la cremazione. Immediatamente dopo il primo periodo delle origini cristiane vi fu una netta separazione tra i sepolcreti ortodossi e quelli eretici. Ciò risulta evidente dalla presenza di affreschi o iscrizioni che escono dal ciclo iconografico che comunemente si ritrova nelle catacombe.

Ci sono anche i cimiteri sotterranei, chiamati sincretistici, appartenuti a pagani che accolsero dèi di altre religioni, oppure cristiani ancora inquinati di paganesimo. E poi ipogei più o meno vasti creati dagli Etruschi, dai Sabini e dagli stessi Romani, per restare nell’ambito romano e laziale.

– Catacombe di San Callisto, II secolo

Le catacombe erano anche la soluzione all’elevato costo dei terreni e la gran densità della popolazione, e ciò fu possibile perché a Roma il suolo è fatto soprattutto di tufo, un materiale molle, facile da scavare. Roma era quindi circondata da questi cimiteri (che ormai la città ha incorporato), perché la legge proibiva le sepoltura dei defunti dentro il recinto urbano. Molti terreni fuori porta furono comprati da persone danarose convertite al cristianesimo e poi destinati a cimiteri. Le catacombe furono poi usate anche come luogo per celebrare i riti funebri, gli anniversari dei martiri o, durante le persecuzioni, per celebrare l’eucarestia. I romani le conoscevano benissimo, anche se la ricca filmografia holliwoodiana, che ha origine in antiche credenze popolari, ci ha fatto credere che le catacombe erano un luogo segreto, dove i cristiani si nascondevano.

Le catacombe (o cimiteri con questa tipologia) si svilupparono soprattutto a Roma, circa sessanta, e altrettante nel Lazio. Ma ne esistono anche in altre città italiane e della conca del Mediterraneo, soprattutto dove ci sono terreni tufacei, cioè centro e sud Italia e nelle isole. Ma anche in altri paesi. In Italia, le catacombe si trovano soprattutto al sud, dove la consistenza del terreno è più tenace e, allo stesso tempo, più duttile allo scavo. La catacomba più a nord si trova nell’isola di Pianosa. Altre catacombe si trovano in Toscana (Chiusi), Umbria (presso Todi), Abruzzo (Amiterno, Aquila), Campania (Napoli), Puglia (Canosa), Basilicata (Venosa), Sicilia (Palermo, Siracusa, Marsala e Agrigento), Sardegna (Cagliari, S. Antioco). Nella conca del Mediterraneo, i cimiteri sotterranei più a sud si trovano in Nord Africa, soprattutto ad Hadrumetum in Tunisia.

– Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, II secolo

I cristiani cominciarono a usarle a partire dal II-III secolo d.C. con il pontificato di Papa Zefirino (199-217), che affidò al diacono Callisto, futuro pontefice, il compito di sovrintendere al cimitero ufficiale della Chiesa romana sulla via Appia, dove sarebbero stati sepolti i pontefici del III secolo. Prima di questa data, venivano seppelliti in cimiteri comuni, usati anche dai pagani, oppure in terreni privati intorno a sepolcri di famiglia di cristiani abbienti che poco a poco furono ampliati ad altri cristiani di famiglie più modeste. A questo periodo si riferiscono i nomi di alcuni cimetri o catacombe che ricordano i proprietari, i benefattori, come le catacombe di Priscilla o di Domitilla. I cimiteri sopra terra, o subdiali, occupavano un’area ben definita e recintata sotto la vigilanza e cura di un custode. I corpi, di regola, venivano orientati ad est. Le tipologie di sepolture potevano essere di diverso tipo: da quelle più lussuose (sarcofagi) a quelle più modeste, come i semplici monoliti.

Si può credere che fin dall’origine i cimiteri fossero messi in relazione con i luoghi di riunione presenti all’interno della città (domus ecclesiae), come avvenne certamente nel sec. IV, quando furono costituiti i titoli2. Nel sec. III, essendo divenuto grandissimo il numero dei cristiani, fu necessario avere dei cimiteri comuni, che furono sempre più grandi. I cimiteri privati continuarono tuttavia ugualmente, e restarono in uso anche durante le persecuzioni di Valeriano e Diocleziano, quando quelli comuni furono confiscati.

– Basilica di Santa Pudeziana, Roma, costruita sulla casa del senatore Pudente, che si trova nove metri sotto la basilica. Questa casa divenne una ‘domus ecclesiae‘ nel I-II sec e succesivamente uno dei 25 titoli di Roma, il ‘Titulus Pudenti‘. Secondo la tradizione, San Pietro fu ospitato in questa casa
– Basilica di Santa Pudenziana. Mosaico absidale

Le catacombe come cimiteri vennero usate fino al V secolo, quando la Chiesa ritornò a seppellire esclusivamente sopra terra o nelle basiliche dedicate a martiri importanti. Questo cambiamento concorda con la libertà di culto decretata nel 313 con l’Editto di Costantino, e soprattutto col trionfo definitivo del cristianesimo nel 394, dopo le leggi di Teodosio3. Sui cimiteri furono allora costruite in Roma delle basiliche, o si trasformarono in chiese le cripte sotterranee.  Da questo momento in poi, e fino all’800 circa, le catacombe cominciarono ad essere considerate come dei luoghi santi, autentici santuari dove i cristiani potevano visitare le tombe dei martiri uccisi durante le persecuzioni.

Nel VI secolo i papi Vigilio e Giovanni III restaurarono le catacombe dopo i danni causati dalla guerra greco-gotica. Altri lavori di restauro furono effettuati dai papi Adriano I e Leone III in seguito all’incursione dei Longobardi di Astolfo del 756 e quella dei Saraceni dell’846, che provocarono gravissimi danni, aggravati anche dal “lavoro” dei saccheggiatori4. Gli ultimi lavori di restauro furono un ultimo sforzo per conservare questi cimiteri per celebrarvi gli anniversari dei martiri. Sono ancora visibili molteplici graffiti, appartenenti a questo periodo, di preghiere o ricordi di riti compiuti, incisi da pellegrini sugli intonaci delle cripte. Ma il popolo romano aveva già perduto l’abitudine di frequentare i cimiteri sotterranei, e gli sforzi dei papi a nulla valsero. Poco a poco venivano trasportati in città vari corpi dalle catacombe, soprattutto di papi. Poi, nell’anno 817, papa Pasquale I, ordinó la traslazione intramoenia di 2.300 corpi santi che si trovavano nelle basiliche cimiteriali e nelle catacombe fuori le mura aureliane, per evitare la possibile profanazione da parte dei barbari che da tempo minacciavano l’assalto alla città di Roma, come già aveva fatto Astolfo, re dei Longobardi, a Pavia. Questi corpi santi furono quindi sistemati nelle chiese.

– Catacomba Anonima di Via Anapo, II secolo

Una volta tolti i corpi e le reliquie dalle catacombe, queste vennero abbandonate, salvo poche eccezioni. La vegetazione, le frane ad altro spesso ostruirono le entrate delle stesse e, con il tempo, se ne persero le tracce. Nel Medioevo nessuno sapeva più dove fossero. La scoperta casuale di una nuova catacomba intatta (quella oggi denominata Anonima di Via Anapo), avvenuta sulla via Salaria il 31 maggio 1578, fu salutata pertanto come un evento straordinario. Il rinvenimento provocò un risveglio di interessi tra gli studiosi dell’epoca, ma anche dei cosiddetti “corpisantari”, “operai spacializzati” che sottomisero la catacombe ad un sistematico saccheggio, in cerca soprattutto di reliquie di martiri.

Antonio Bosio5 (1575-1629) diede un grande impulso allo studio delle catacombe di Roma che furono oggetto di un’esplorazione sitematica. I suoi studi vennero ripresi e continuati da altri studiosi, soprattutto da Giovan Battista De Rossi6 (1822-1894) che è considerato il fondatore dell’archeologia cristiana. Nel 1852 Papa Pio IX creò, per una idea di Giovan Battista De Rossi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra per “custodire i sacri cemeteri antichi per curarne preventivamente la conservazione, le ulteriori esplorazioni, le investigazioni, lo studio, per tutelare inoltre le più vetuste memorie dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni, le Basiliche venerande, in Roma, nel suburbio e suolo romano e anche nelle altre Diocesi d’intesa con i rispettivi Ordinari”.

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  1. I corpi di San Pietro e San Paolo furono trasferiti dalle loro rispettive sepolture e nascosti temporaneamente in questo cimitero nel 258 sotto la persecuzione di Valeriano. Per ulteriori approfondimenti invito alla lettura dei segunti articoli: Le reliquie di San Pietro e Le reliquie di San Paolo
  2. Il titolo (titulus) indicava originariamente la tabella (di marmo, legno, metallo o pergamena) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Questo perché le prime adunanze dei cristiani si attuavano all’interno di edifici privati (domus ecclesiae). I tituli privati comprendevano, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, anche l’abitazione privata. Successivamente nacquero i tituli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa. (fonte Wikipedia)
  3. Editto di Tessalonica. Editto che dichiara il cristianesimo come religione ufficiale dell’impero, proibendo l’arianesimo e i culti pagani https://it.wikipedia.org/wiki/Editto_di_Tessalonica
  4. Questi saccheggiatori fornivano di reliquie soprattutto monasteri tedeschi. Sul contrabbando di reliquie del periodo post carolingio invito alla lettura dell’articolo: Deusdona: il più famoso ladro di reliquie di tutti i tempi
  5. A. Bosio. Roma sotterranea. Opera Postuma. Roma 1710
  6. G.B. De Rossi- La Roma sotterranea cristiana. Roma 1867; Bullettino di Archeologia Cristiana dal 1863; Inscripciones christianes urbis Romae VII saeculo antiquiores, 1861.

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 Leggi anche: Le catacombe: morfologia; Le catacombe: iconografia ed epigrafia; Le catacombe: il culto dei martiri; Le catacombe di Roma; Le catacombe d’Italia; Le catacombe nel mondo

Prossimo articolo: Le catacombe del mondo

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