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“Lapis aequipondus” una piedra “multiusos” Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Come tutte le società organizzate anche l’antica Roma aveva un sistema di unità di misura molto ben strutturato e soggetto a continui controlli, per evitare le frodi. Per le bilance, venivano utilizzati pesi di diverse grandezze, a seconda della necessità, regolarmente marchiati, con il valore scolpito sulla pietra ed addirittura con il nome del questore. L’unità di misura era la libbra romana (equivalente a 327,45 g), con i suoi multipli e sottomultipli. Non dimentichiamo che in latino ‘libbra’ vuol dire anche ‘bilancia’. Questi pesi erano di forma circolare, piatti nelle parti superiori ed inferiori. Quelli più grandi avevano due anelli, ovvero due rampini di ferro, che servivano per sollevarli, e quelli più piccoli ne avevano solo uno. I maggiori raggiungevano il peso di cento libbre, ossia circa 33 kili.