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Le catacombe (6) – Le catacombe d’Italia

11 sabato Ott 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie, Storia

≈ 6 commenti

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– L’apostolo Pietro accoglie il defunto Pascenzio e lo presenta a una terza persona. Affresco del V-VI secolo. Catacombe di San Gaudioso, Napoli

L’Italia, oltre a Roma, conserva numerose catacombe e complessi ipogei paleocristiani distribuiti soprattutto nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, dove il cristianesimo si diffuse più rapidamente nei primi secoli. Nell’Italia settentrionale possiamo trovare diversi spazi ipogei, spesso assimilati a questi cimiteri, ma non catacombe vere e proprie, come per esempio a Ravenna (cripte sotterranee) o a Ivrea (cripte e necropoli paleocristiane) o addirittura ad Aosta (spazi sotterranei paleocristiani). In tutta l’Italia, escludendo Roma, si stima che ce ne siano almeno 70-100. Alcuni sono complessi estesi e documentati, altri piccoli ipogei locali o riutilizzi di necropoli preesistenti pagane, etrusche o romane. Ma la maggior parte sono cristiane. Alcune sono visitabili, altre chiuse o accessibili solo in giornate speciali.

Nei siti  misti o sincretici possiamo trovare stratificazioni religiose. Anche se in alcuni casi non è facile distinguere tra uso pagano e cristiano, soprattutto nei secoli di transizione (II–IV sec. d.C.) dove si possono trovare simboli ambigui (es. pavoni, anfore, riti funerari romani), affreschi sincretici (es. scene pastorali, banchetti), nella maggior parte dei casi il contenuto iconografico e le iscrizioni aiutano a identificarne la religione prevalente. Poi ci sono le catacombe ebraiche, fra le quali forse le piú famose sono quelle di Venosa, in Basilicata, scoperte nel 1853.

Oltre a quelli di Roma e del suo suburbio, i più notevoli cimiteri cristiani d’Italia sono quelli di Napoli e di Siracusa. Questi differiscono da quelli di Roma per essere stati in origine cave di pietra; la durezza della roccia ha talora permesso che assumessero dimensioni più vaste e comode in confronto di quelle necessariamente anguste dei cimiteri di Roma. Tuttavia il modo di seppellimento è identico, e i loculi e gli arcosolî di poco differiscono dalle forme usuali. Ma in Italia ce ne sono molti altri, importanti e degni di essere visitati. Citeremo qui di seguito alcuni fra i piú famosi, cercando di diversificare per regione.

Catacombe di San Gennaro – Napoli (Campania)

– La piú antica immagine di San Gennaro. V secolo – Catacombe di San Gennaro, Napoli

Site sulla collina di Capodimonte sono il piú importante monumento del cristianesimo a Napoli e risalgono al II-III secolo. Sono tra le piú grandi del sud d’Italia e sono estese su due livelli, con circa 5.600 metri quadrati scavati nel tufo, 2.000 loculi e 500 arcosoli. Quanto a iconografia e dimensioni sono paragonabili alle catacombe romane. Costituiscono il nucleo di questo vasto cimitero una tomba di un’antica famiglia in cui, dopo successive modifiche, nel V sec. d.C. furono traslate le spoglie di San Gennaro e una cripta del II secolo dove fu sepolto il vescovo di Neapolis, Agrippino. Sono ricche di affeschi e di sepolture episcopali. Notevole è un vasto triclinium le cui pitture pagane furono coperte con soggetti cristiani. Le gallerie del piano superiore hanno pitture di vario soggetto, notevoli fra le altre le visioni del Pastore di Erma, Tre fanciulli che costruiscono una torre, ecc. con raffigurazioni pagane e dipinti bizantini, e custodiscono le prime pitture cristiane del sud Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero utilizzate come rifugio antiaereo per la popolazione. Sono visitabili con percorso guidato.  

Catacombe di San Giovanni – Siracusa (Sicilia)

– Basilica e catacombe di San Giovanni (esterno). Siracusa

Sono le più importanti catacombe cristiane della Sicilia e si trovano nel sottosuolo dell’antica Achradina, presso la Latomia dei Cappuccini, annessa alla chiesa di S. Giovanni, la cattedrale medievale siracusana. Risalgono al  III–IV secolo e dispongono di una ampia rete ipogea, con pianta a croce latina, formando una vera città sotterranea con grandi e piccoli ambulacri scavati nella roccia calcarea. Nelle intersezioni delle gallerie si notano grandi stanze con volta a botte, illuminate da ampî lucernari. La pianta è quasi perfetta, con un ampio decumano (galleria principale) dal quale si dipartono lateralmente gallerie, a loro volta intersecate da altre gallerie parallele al decumano. Questo fu ricavato da un antico acquedotto greco, le cui tracce sono visibili sulla volta. Inoltre dalla galleria si può accedere alle cinque tombe dei santi o dei martiri, zone più grandi, di forma circolare o quadrata, chiamate di Eusebio, di Adelfia, di Antiochia, delle Sette Vergini e Anonima. Le pareti delle gallerie, nelle quali si aprono le tombe arcuate, sono in più punti rivestite di stucco e adorne d’affreschi con i consueti simboli cristiani. Queste catacombe contengono la cripta di San Marciano, primo vescovo di Siracusa e, secondo la tradizione, avrebbe ospitato l’apostolo Paolo. Sono visitabili con percorso guidato.  

Catacombe di Santa Mustiola – Chiusi (Siena, Toscana)

– Catacombe di Santa Mustiola, Chiusi

Di un notevole valore storico e archeologico, sono le piú importanti, meglio conservate ed estese delle tre catacombe presenti nella Toscana. Risalgono al III secolo e furono scoperte accidentalmente del XVII secolo. Chiusi era un importante centro etrusco e nella zona oggi occupata dalle catacombe esistevano vari ipogei funerari scavati nel tufo, tipici estruschi. In età romana alcuni ambienti furono riadattati o ampliati. Poi, in epoca paleocristiana (III-V secolo), questi ipogei vennero, con nuove gallerie scavate, trasformati in catacombe cristiane. Anche se l’impianto visibile oggi è in gran parte frutto dell’epoca cristiana, in più punti si riconoscono riusi di spazi etruschi o romani preesistenti. Sono dedicate alla martire Mustiola, patrona di Chiusi, e probabilmente vi fu sepolta in origine. Si trovano a pochi kilometri da Chiusi, nel luogo dove sorgeva una basilica anch’essa dedicata alla martire. Si compongono di una serie di gallerie che si dipartono dall’ingresso. Due arterie principali presentano alle pareti una serie di simboli e incisioni: le tombe che vi si trovano sono in prevalenza loculi ed arcosoli tra cui un raro arcosolio polisomo destinato a più sepolture. L’intera area funeraria si sviluppa per oltre 200 metri. Il primo vescovo di Chiusi, Lucio Petronio Destro, fu sepolto nella cripta centrale dov’è presente un altare e numerose ed importanti iscrizioni. Con la definitiva distruzione della basilica nel XIX secolo, le spoglie della martire furono trasferite nella concattedrale di San Secondiano. Questo complesso catacombale fu utilizzato come luogo di sepoltura per circa centocinquant’anni, dal III secolo fino agli inizi del V secolo. Sono visitabili con prenotazione obbligatoria.

Catacombe di Santa Sofia – Canosa di Puglia (Barletta- Andria-Trani, Puglia)

– Cristogramma. Catacombe di Santa Sofia, Canosa di Puglia

Il complesso delle catacombe di Santa Sofia, anche conosciuto come il complesso di Lamapopoli, risale al III-V secolo ed è di grande interesse archeologico ricco di testimonianze artistiche, rituali e comunitarie. Si trova subito fuori Canosa di Puglia, lungo la strada statale verso Barletta. Queste catacombe rappresentano le uniche testimonianze di catacombe paleocristiane in Puglia, e sono tra le poche esistenti nell’Italia meridionale, oltre quelle di Napoli e Siracusa. Furono scoperte negli anni ’50 e si trovano su terrazzamenti di un costone roccioso sopra il torrente Lamapopoli. Il grande insediamento cimiteriale comprende ipogei autonomi, familiari e collettivi (almeno 15 identificati finora), scavati a diverse quote e ingressi, senza collegamenti interni. Sono differenziati per estensione, caratteristiche planimetriche e modalità di occupazione funeraria. È stato possibile finora approfondire l’indagine in cinque nuclei, mentre gli altri rimangono solo parzialmente visibili e percorribili. Vi si trovano decorazioni policrome e iscrizioni funerarie, alcune appena tracciate su intonaco fresco, tra cui monogrammi cristologici (come il Chi-Rho). L’area è collegata anche a una necropoli subdiale (sepolcri sopra terra) di età romana, attiva fino a età tardoantica. Diverse campagne di scavo sono state realizzate fra il 2016 ed il 2022 per la messa in sicurezza, restauro e futura apertura al pubblico. Attualmente non sono visitabili.

Catacombe di Sant’Antioco –  Sant’Antioco (Cagliari, Sardegna)

– Tomba di Sant’Antioco. Catacombe di Sant’Antioco, Cagliari

Utilizzate fra il II ed il VI secolo, dedicate al martire Antioco e si trovano nella piccola isola di Sant’Antioco, sudest della Sardegna. Sono il risultado del riutilizzo di preesistenti ipogei punici (IV-VI sec. a.C.) collegati fra di loro per creare un cimitero comunitario cristiano. Si accede alle catacombe dalla Chiesa. Si compongono di vari ambienti o camere. Il primo presenta un’abside e una volta appoggiata su sei colonne, con un sarcofago nel centro, attualmente trasformato in altare, che risulterebbe essere la tomba di sant’Antioco, attualmente vuota poiché nel 1615 il corpo del martire fu rimosso su indicazione dell’arcivescovo di Cagliari Francisco de Esquivel e attualmente si trovano in parte nella basilica sovrastante, e in parte a Cagliari ed altri luoghi. La tomba originale fu quindi distrutta in quell’occasione e fu poi ricostruita secondo le dimensioni della precedente. Un secondo ambiente, retrosanctos, si apre dietro il primo, ed era il luogo dove venivano sepolti i personoggi più eminenti della comunità cristiana che desideravano essere sepolti vicino al martire. Altri ambienti comprendono tombe altomedievali, arcosoli decorati con iscrizioni cristiane, affreschi e una rara tomba a baldacchino, databile tra il V e il VI sec. d.C., tradizionalmente indicata come il luogo in cui Sant’Antioco morì prima che fosse arrestato dai soldati romani. Un’antica tradizione ritiene che fosse un medico originario della Mauritania, esiliato in Sardegna dall’Imperatore Adriano per la sua attività di evangelizzazione che nonostante ciò continuò nel suo esilio. Il cristianesimo in Sardegna si diffuse precocemente, anche grazie ai damnati ad metalla, individui che vennero condannati ai lavori forzati nelle miniere dell’isola e anche nella zona del Sulcis-Iglesiente, fin dal II secolo d.C.  Nei secoli, intere generazioni hanno tramandato la devozione verso il Santo, rendendo questi luoghi il fulcro della cristianità in Sardegna. Oltre ai vari ambienti cristiani, nelle catacombe di Sant’Antioco esiste anche una parte pagana, dove sono presenti tombe intatte non utilizzate dai cristiani, con nicchie in cui erano posti anche gli effetti personali del defunto. I corpi erano solitamente seppelliti in una cassa di legno, avvolti da un lenzuolo. Le catacombe sono aperte al pubblico e sono l’unico complesso di questo tipo ancora visitabile in tutta la Sardegna.

Catacombe di Santa Vittoria – Monteleone Sabino (Rieti, Lazio)

– Affresco che rappresenta Santa Vittoria. Museo del Santuario di Santa Vittoria. Monteleone Sabino, Rieti.

Sono la parte storicamente ed archeologicamente più rilevante del santuario di Santa Vittoria, la chiesa patronale di Monteleone Sabino, e allo stesso tempo le più catacombe significative della Sabina. L’accesso è nella navata centrale della chiesa, attraverso una stretta porta. Sono databili tra il III e il V secolo. Questo ipogeo rurale, legato al culto della martire Sabina, è un esempio di cristianizzazione delle aree interne del Lazio. I numerosi loculi, arcosoli e cubiculi sono situati nelle diverse gallerie ricavate nel banco tufaceo e l’estensione complessiva dell’area è di circa 40 metri. L’architettura funeraria è particolare, essendo caratterizzata da ampie nicchie in mattoni e una serie di tombe costruite una sull’altra su vari piani paralleli. In alcuni ambienti si conservano ancora affreschi paleocristiani e iscrizioni latine. Secondo la tradizione Santa Vittoria, la patrona del paese, fu vittima delle persecuzioni di Decio (253 d.C.) e fu sepolta in questo luogo. Nella prima saletta all’interno si conserva un sarcofago marmoreo bianco, nel quale la tradizione vuole fossero deposte i resti della santa. Secondo una leggenda del V secolo (e quindi molto posteriore al martirio) Vittoria, col solo sostegno della sua fede, liberò la zona di Trebula Mutuesca1 da un drago che terrorizzava la popolazione, e a seguito di questo prodigio gli abitanti della città divennero cristiani. La notizia indusse un funzionario imperiale a tentare di convertire la giovane al culto di Diana e, di fronte al suo rifiuto, la condannò a morte. Le catacombe sono aperte al pubblico e visitabili solo con guida autorizzata e prenotazione.

—-

  1. – Nome dell’antica città romana situata sul territorio occupato oggi da Monteleone Sabino

Leggi anche: Le catacombe: Origine, sviluppo e declino, Le catacombe; Morfologia, Le catacombe: iconografia ed epigrafia; Le catacombe: il culto dei martiri; Le catacombe: Le catacombe di Roma; Le catacombe nel mondo

Prossimo articolo: Le catacombe del mondo

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