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Ogni anno, la sera del 3 settembre a Viterbo si svolge un evento sorprendente in onore della sua santa patrona, Santa Rosa.

Beata_Rosa_da_ViterboNata nel 1233 a Viterbo, a 17 anni Rosa entrò nel terz’ordine di San Francesco dopo aver tentato, senza sucesso, di entrare nel monastero delle Clarisse perché proveniva da una famiglia umile ed era di salute cagionevole.

Viterbo, in quel momento, era coinvolta in una crisi fra la Santa sede e l’imperatore Federico II, e fu occupata da quest’ultimo nel 1240. Rosa predica per la città esortando all’amore per Gesù, Maria e la fedeltà alla Chiesa e conduce una vita di penitenza e carità verso poveri e ammalati. Nella città dove comandavano i Ghibellini fedeli all’imperatore e che si opponevano ai Guelfi, fedeli al papa e nemici dell’imperatore, Rosa prese posizione in difesa del pontefice. Per questo motivo fu esiliata, insieme alla sua famiglia a Soriano del Cimino. Ma il suo esilio dura poco perché nel 1250 muore l’imperatore e Viterbo passa di nuovo nelle mani della Chiesa.

Rosa torna ma la sua vita è molto breve a causa di una rara malformazione fisica caratterizzata dalla mancanza dello sterno. Muore nel 1251, a 18 anni, e viene sepolta senza cassa nella nuda terra presso la chiesa di Santa Maria del Poggio.

macchina 1Subito dopo morta inizia la sua fama di santità per i continui miracoli ottenuti dai fedeli che si recavano sulla sua tomba a pregare. Nel 1252 Innocenzo IV la fa seppellire dentro la chiesa. Poi nel 1258 Alessandro IV (che aveva trasferito la sede del papato a Viterbo per ragioni di sicurezza) ordina la traslazione delle sue spoglie nel monastero delle Clarisse dovuto, a quanto pare, ad un desiderio della stessa santa che le era apparsa in sogno. Il corpo della santa era straordinariamente ben conservato così come diversi organi interni.

Questa traslazione è commemorata tutti gli anni la sera del 3 settembre con il trasporto della famosa ‘Macchina di Santa Rosa’ per le vie della città.

La Macchina di Santa Rosa è una stupefacente torre alta più di trenta metri con l’immagine della santa sulla cima. Volo degli angeliLa torre è illuminata da fiaccole e luci elettriche. Ultimamente viene costruita con metalli moderni che sono molto più leggeri, come per esempio la vetroresina, e anche così pesa circa 5 tonnellate. Viene portata in spalla per le viuzze del centro di Viterbo per più di un chilometro da un centinaio di uomini chiamati ‘facchini’ di Santa Rosa. I facchini, con la loro tradizionale divisa bianca, una fascia rossa in vita e un fozzoletto allacciato dietro la nuca sono coordinati da un capofacchino che ordina tutti i movimenti per il corretto trasporto della Macchina. La Macchina viene precedentemente montata, con l’aiuto di apposite impalcature, presso la chiesa di San Sisto, luogo da dove viene sollevata dai facchini per iniziare il percorso. Nel tragitto ci sono cinque soste e poi nell’ultimo tratto, una ripida salita, la Macchina viene anche tirata da corde e spinta da travi. I facchini, in funzione del compito assegnato e della posizione che occupano nel trasporto, sono suddivisi in ‘ciuffi’, ‘spallette’ e ‘stanghette’. La Macchina, una volta arrivata a destinazone, rimane esposta per alcuni giorni.

spirale di fedeLe prime notizie della macchina parlano di un semplice baldacchino con l’immagine della santa. Poi nel corso dei secoli il baldacchino subì diverse trasformazioni. La prima macchina di cui si ha notizia certa risale al 1690. Si trattava di un semplice altare barocco con in cima una statua di Santa Rosa inginocchiata in preghiera. Anche se abbastanza alto, la sua altezza era molto lontana dai trenta metri attuali. Per secoli le sucessive costruzioni rimasero pressoché simili e le uniche varianti erano i fregi e l’altezza. Nel 1790 cadde durante la manovra del primo sollevamento (la mossa) e nel 1801 a causa di un furto si scatenò il panico. Poco tempo dopo,  in un’altra occasione, prese fuoco nella piazza delle Erbe. Dovuto a questi incidenti il papa Pio VII ne proibì il trasporto,  che fu poi represo nel 1810. Molto famosi furono i modelli costruiti dalla famiglia viterbese dei Papini, un nome che per varie generazioni fu particolarmente legato alla Macchina.

sinfonia_darchiDal 1924 al 1951, salvo l’interruzione dovuta alla Guerra Mondiale, fu appunto una creazione dell’ultimo dei Papini a passseggiare per le strade di Viterbo. Poi il concurso fu vinto da Rodolfo Sancini che nel 1952 costruì una macchina alta venticinque metri che sostituiva il tradizionale legno con una lega metallica con adorni di statue di cartapesta. Nel 1958 l’appalto fu vinto da Angelo Accorsi che costruì una Macchina in stile gotico. La prima Macchina di trenta metri arrivò nel 1967, fabbricata da Giuseppe Zucchi e la denominò ‘Volo degli Angeli’.  Nel 1978 subentrò ‘Spirale della Fede’, prima Macchina progettata da una donna, Maria Antonietta Palazzetti che consisteva nel far girare su un’asse centrale una spirale di mura merlate lunghe circa 65 metri che si appoggiava su un torrione sostenuto da leoni.

Seguì, nel 1986 la creatura di Roberto Jappoli e si chiamò armonia celeste‘Armonia Celeste’, che volle riprodurre una sintesi dei principali monumenti veterbesi. La succesiva fu ‘Sinfonia d’Archi’ di Riccardo Russo, seguita da ‘Ali di luce’ di Raffaele Ascenzi che introduce un elemento meccanico nella struttura che fa sì che durante le soste alcune parti si aprano come petali di fiori. Ultimamente la macchina viene cambiata ogni 5 anni. Quella attuale, chiamata ‘Fiore del Cielo’, è del 2009, cosicché il prossimo anno ce ne sarà una nuova. La struttura è formata da fasce ad elica che racchiudono sfere interiori. Dall’ultima sfera durante le soste vengono lasciati cadere dei petali di rosa sulla folla.

A partire dal 2003 sulla base della Macchina compaiono le scritte “non metuens verbum leo sum qui signo viterbum”: La-Macchina-angelonon temo minaccia, sono il leone che rappresenta Viterbo; e FAVL: Fanum Arbanum Vetulonia Longula, le quattro città etrusche dalla cui unione, secondo Annio da Viterbo, sarebbe nata la città. Ma si tratta solo di un’ipotesi priva di fondamento.

Quanto alle reliquie della santa, oltre al suo corpo incorrotto che è esposto in un’urna nella chiesa a lei intitolata, dal 1921 viene portato in processione il suo cuore che è conservato in un reliquiario donato da Pio XI.  Dal 1976 la processione, che si svolge il 2 settembre, si trasforma in Corteo Storico con personaggi in costume che rappresentano le massime autorità della città ed altri personaggi. Attualmente è formato da 170 figuranti con costumi medievali e rinascimentali e da ragazze chiamate ‘rosine’ con ceste piene di fiori e cera; 130 bambini chiamati ‘boccioli’ di Santa Rosa coronano il corteo.

Fiore del cielo