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Le catacombe (5): Le catacombe di Roma

11 giovedì Set 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte, Reliquie, Storia

≈ 6 commenti

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Catacombe cristiane, Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, Catacombe di Domitilla, Catacombe di Priscilla, Catacombe di San Callisto, Catacombe di San Sebastiano, Catacombe di Sant’Agnese, Catacombe di Vigna Randanini, Catacombe ebraiche, Ipogei degli Aureli, Ipogeo di Via Dino Compagni, Ipogeo di Via Livenza

– Tre giovani nella fornace. Cappella greca, II secolo – Catacombe di Priscilla

Nel sottosuolo di Roma esistono una sessantina di catacombe, delle quali la grandissima maggioranza cristiane. Nientedimeno che 150 – 170 km di gallerie distribuite su piú livelli, fino a 4 o 5 in alcuni casi. Il periodo di utilizzo fu dal II al V secolo.

Quelle di certa o probabile attribuzione alla comunità cristiana rappresentano circa il 90% del totale e sono poste sotto la custodia e l’autorità della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in ottemperanza a quanto stabilito nel 1929 dai Patti Lateranensi tra lo Stato Italiano e la Santa Sede. Solo poche sono aperte al pubblico. Si svilupparono lungo le principali vie consolari, fuori le mura, secondo le consuetudini e le leggi che imponevano, per motivi igienici, di seppellire all’esterno delle aree abitate.

È importante tenere presente che le catacombe non presentano uniformità né nelle dimensioni né nella morfologia, poiché queste caratteristiche sono soprattutto condizionate dalle diverse fasi del loro sviluppo: le piú antiche hanno ben poco in comune con le ampie catacombe che, tra il IV e il V secolo, divennero i cimiteri ufficiali della Chiesa di Roma.

Le cinque più importanti aperte al pubblico sono quelle di Priscilla, di San Callisto, di San Sebastiano, di Domitilla e di Sant’Agnese. Molto interessanti sono anche quelle dei Santi Marcellino e Pietro, aperte i fine settimana o su prenotazione. Un buon numero sono visitabili su richiesta per motivi di studio, molte altre, invece, sono inaccessibili.

Qui di seguito daremo alcuni cenni sulle sei citate, con il link al sito ufficiale di ciascuna di esse per maggiori approfondimenti.

Catacombe di Priscilla

– Criptoportico – Catacombe di Priscilla

Le catacombe di Priscilla, sulla via Salaria, sono il piú antico dei cimiteri cristiani di Roma. Devono il nome a una ricca romana che offrí terreni alla comunità cristiana. Sono famose perché albergano, fra altre importanti pitture, la piú antica immagine della Vergina Maria un affesco della prima metà del III secolo che raffigura la Vergine con il bambino, con vicino un profeta (Balaam o forse Isaia) che indica una stella. Tre ipogei anteriori alla liberalizzazione del culto formano il nucleo primitivo di questo cimitero, fra i quali la Cappella Greca (con diversi ornamenti e varie scene bibliche) e il Criptoportico. Quest’ultimo è costituito da una serie di pilastri che sorreggono delle volte a crociera che appartennero ad una villa del I o II secolo. Molto interessante è anche il ‘cubiculo della Velatio’ con diverse scene bibliche. Nel corso del IV secolo la catacomba assume grandi dimensioni e diviene uno dei più importanti cimiteri della comunità cristiana.

Catacombe di San Callisto

– Pane e pesce eucaristico. Cripta di Lucina, III secolo – Catacombe di San Callisto

Si trovano sulla Vía Appia Antica e sono tra le piú grandi e le piú importanti di Roma, con circa 20 km di gallerie su diversi livelli. In esse trovarono sepoltura decine di martiri e sedici pontefici.  Prendono nome dal diacono Callisto che, all’inizio del III secolo, fu preposto da Papa Zefirino all’amministrazione del cimitero e così le Catacombe di San Callisto divennero il cimitero ufficiale della Chiesa di Roma. La Cripta dei Papi è il luogo più sacro ed importante di queste catacombe e la cripta di Santa Cecilia, patrona della musica, forse il piú emotivo, con la famosa statua1, di Stefano Maderno del 1599, della giovane romana martirizzata.

Catacombe di San Sebastiano

– Statua di San Sebastiano, 1671 – Giuseppe Giorgetti – Basilica si San Sebastiano fuori le mura

Questo luogo, che era un avvallamento per estrarre pozzolana, ha dato origine al nome di ‘catacombe’2, che prima si chiamavano cimiteri. Inoltre, queste catacombe sono legate alla memoria dei santi Pietro e Paolo3, ricordati soprattutto dai circa seicento graffiti, risalenti alla seconda metà del III secolo, con invocazioni ai due apostoli e con ripetute memorie di refrigeria svolti in loro onore. Il nome viene dalla basilica, eretta sul cimitero, e ricorda il martirio di San Sebastiano. Il sepolcro del santo venne posizionato al centro di una grande cripta e diventò presto oggetto di venerazione. Le sue spoglie, dopo vari spostamenti, sono in una cappella della basilica, sotto l’altare a lui intitolato, dove possiamo anche ammirare la statua del suo corpo giacente realizzata nel 1671 da Giuseppe Giorgetti, uno dei migliori alunni di Bernini.

 Catacombe di Domitilla  

– Amore e Psyche. Ipogeo dei Flavi, III secolo, catacombe di Santa Domitilla

Si trovano nei pressi della via Ardeatina e prendono il nome da Flavia Domitilla, nipote dell’imperatore Domiziano, fine I secolo d.C., che cedette il terreno. È la più vasta di Roma insieme a quella di San Callisto. Nella sua fase iniziale accolse non solo sepolture cristiane, come lo dimostrano alcuni ipogei pagani, come l’ipogeo dei Flavi con il cubicolo di Amore e Psyche, del III secolo, con dipinti relativi a questo mito. I martiri associati a questa catacomba sono i soldati Nereo e Achilleo, ricordati nella basilica omonima4 e le cui reliquie si trovano nell’altare maggiore. Nella basilica, che forma un unico complesso con le catacombe, possiamo ammirare magnifici affreschi e mosaici.

Catacombe di Sant’Agnese   

– La magnifica chiesa paleocristiana di Sant’Agnese fuori le mura. Nel catino absidale il mosaico ricorda la martire e l’affresco al di sopra dell’arco una scena del suo martirio

Le catacombe di Sant’Agnese (nelle quali fu sepolta la martire omonima), risalgono agli inizi del III secolo. Si trovano sulla via Nomentana, zona che già dai secoli primo e secondo era ricca di sepolture. Inseme alla basilica del VII secolo semi-ipogea intitolata alla martire, al mausoleo di Santa Costanza (figlia di Costantino il grande), e i resti di una grande basilica cruciforme di epoca costantiniana (secolo IV) costituiscono un eccezionale complesso archeologico-artistico, chiamato Sant’Agnese fuori le Mura. Le reliquie della giovanissima martire si trovano in una cripta in corrispondenza con l’altare maggiore della basilica, nel cui catino absidale possiamo ammirare un magnifico mosaico dedicato alla martire. Queste catacombe sono piú raccolte, ma molto suggestive, e inoltre poco turistiche.

Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro 

– Daniele nella fossa dei leoni – III-IV sec. – Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro

Le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sulla Casilina, note anche come Catacombe di Sant’Elena o Catacombe di San Tiburzio, si svilupparono tra il II e il III secolo d.C. L’ingresso si trova presso la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros che, insieme al mausoleo di Sant’Elena5, ad una basilica imperiale oggi sepolta, e ai resti di un antico sepolcreto appartenuto agli Equites Singulares (la guardia del corpo personale dell’imperatore), formavano un complesso chiamato “Ad duas lauros” (“ai due allori”), forse a causa della presenza di due alberi di alloro nei pressi del sito. Oggi questo complesso monumentale, di straordinario valore, è composto dalle catacombe, dal mausoleo di San’Elena e dalla chiesa. I Ss. Marcellino e Pietro, l’uno presbitero e l’altro esorcista, furono martirizzati all’epoca delle persecuzioni di Diocleziano e poi sepolti in queste catacombe presso il martire Tiburzio, figlio di Cromazio prefetto di Roma. I corpi dei due santi rimasero nella cripta sotterranea fino all’anno 826, quando furono rimossi e trasportati in Germania, dove ancora si venerano.

Catacombe ebraiche e ipogei semipagani

– Lapide sepolcrale – Catacombe di Vigna Randanini

Le catacombe ebraiche a Roma rappresentano una testimonianza straordinaria della comunità ebraica nella città eterna.  Rispetto ad altre catacombe della città queste sono state scoperte relativamente di recente. Questi cimiteri hanno in generale la stessa forma di quelli cristiani. Si distinguono tuttavia per i simboli giudaici tracciati sulle lastre tombali (candelabro a sette braccia, corno dell’unzione, ecc.). Inoltre nella maggioranza dei casi i loculi, ossia le tombe, sono disposti in modo perpendicolare alla galleria. Le iscrizioni sono in greco e in latino; rarissime quelle in ebraico. Il periodo di utilizzo fu fra il II ed il IV secolo.

Fra queste, forse la piú importante è quella di Vigna Randanini6, nella zona dell’Appia Antica, scoperte verso la fine del XIX secolo. Sempre nella stessa zona, ci sono quelle di Vigna Cimarra. Altre catacombe si trovano nella zona della Via Casilina, nella Vigna Apolloni, e altre ancora sono quelle di Monteverde, vastissime, e poi quelle di villa Torlonia, in Via Nomentana, le ultime ad essere state scoperte (1919).

Vi sono anche importanti ed interessanti ipogei, generalmente privati, perché furono di proprietà di una o piú famiglie, con pitture che in alcuni casi sono ispirate all’ecletticismo delle varie sette gnostiche, alcune di queste molto potenti nella Roma del III secolo. Fra questi citiamo l’ipogeo degli Aureli, in Viale Manzoni. Poi quello di piú recente scoperta (1956) l’Ipogeo di via Dino Compagni, conosciuto anche come ‘Catacombe di Via Latina’, un complesso funerario sotterraneo di età tardo-antica, con decorazioni miste cristiane e pagane, con piú di 100 affreschi, chiamato anche la Sistina del sottosulo romano. Per ultimo, citeremo l’Ipogeo di Via Livenza, con interessantissimi affreschi con simbologie che rivelano sincretismo tra elementi cristiani e pagani.  

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1.- Si tratta di una copia. L’originale è nella basilica omonima a Trastevere così come le spoglie della martire, inizialmente sepolta nelle catacombe.

2.- La teoría piú accettata è che il termine derivi dal greco ‘katà’, sotto, presso, e ‘kymbe’ avvallamento, cavità, quindi ‘presso l’avvallamento’.

3.-  I corpi di San Pietro e San Paolo furono trasferiti dalle loro rispettive sepolture e nascosti temporaneamente in questo cimitero nel 258 sotto la persecuzione di Valeriano. Per ulteriori approfondimenti invito alla lettura dei segunti articoli: Le reliquie di San Pietro e Le reliquie di San Paolo

4.- Questa chiesa, intitolata ai martiri Nereo e Achilleo è anche detta ’in fasciola’, ossia, ‘benda’ in latino. Ricorda quando San Pietro scappò dal carcere Mamertino per uscire dalla città. La grossa catena che gli era stata messa intorno alla caviglia aveva lasciato una ferita sulla quale aveva posto una benda. Quando arrivò nei pressi della zona che ora occuapano le Terme di Caracalla, che allora ancora non esistevano, la benda si sciolse e cadde. Sarebbe stata raccolta da una matrona romana che l’avrebbe conservata a casa sua. Questa casa cominciò subito a chiamarsi Titulus fasciole e, nel IV secolo, sullo quello stesso luogo venne costruita l’attuale chiesa intitolata ai martiri Nereo e Achilleo, detta appunto ‘in fasciola’, dove è ancora conservata questa reliquia.

5.- L’imperatrice Elena, Sant’Elena, fu la madre dell’imperatore Costantino, e si convertì al cristianesimo. Invito alla lettura dell’articolo “Sant’Elena: le peripezie delle spoglie di un’imperatrice” e anche “’Storia della Vera Croce’ di Antoniazzo Romano”. Quest’ultimo narra come Elena scoprì la Vera Croce.

6.- Le catacombe di Vigna Randanini solo visitabili su richiesta. Le altre sono inaccessibili o visitabili son con un permesso speciale.

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Leggi anche: Le catacombe; origine, sviluppo e declivo; Le catacombe: morfologia; Le catacombe: iconografia ed epigrafia; Le catacombe: il culto dei martiri; Le catacombe d’Italia; Le catacombe nel mondo

Prossimo articolo: Le catacombe del mondo

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