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I martiri dell’Uganda

09 domenica Mar 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Pellegrinaggi, Storia

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Carlo Lwanga, Charles Lavigerie, Church Missionary Society, James Hannington, Kizito, Martiri dell’Uganda, Mutesa, Mwanga II, Namugongo, Padri Bianchi

I Martiri dell’Uganda sono un gruppo di 45 cristiani uccisi tra il 1885 e il 1887 per la loro fede sotto il regno del re Mwanga II del Buganda, uno dei regni tradizionali situati nell’attuale Uganda. Questi martiri includono 22 cattolici e 23 anglicani. La loro storia rappresenta un momento cruciale nella storia religiosa dell’Africa subsahariana e ha avuto profonde ripercussioni nella vita spirituale, sociale e politica del Paese.

La fine del XIX secolo segnò una fase di transizione per il regno del Buganda, con l’arrivo di missionari cristiani, commercianti arabi musulmani e influenze coloniali europee. Questi fattori portarono a un rapido cambiamento culturale e religioso. I primi cristiani ad arrivare furono i missionari anglicani (1877) della Church Missionary Society, seguiti nel 1879 dai  missionari cattolici della Società dei Padri Bianchi del cardinale Charles Lavigerie. Allo stesso tempo, l’Islam, introdotto da commercianti arabi, aveva già una presenza consolidata. L’opera dei missionari venne ben accolta dal re Mutesa e inizialmente anche del suo successore Mwanga II, salito al trono nel 1884. Pero questi ben presto cambiò atteggiamento, influenzato dalla sua cerchia di consiglieri, soprattutto dal cancelliere del regno, che vedevano che i posti chiave della corte sarebbero stati occupati da persone convertite al cristianesimo. Convinsero il re che la diffusione di questa religione costituiva una minaccia alla sua autorità in parte anche per il loro rifiuto di partecipare a pratiche tradizionali incompatibili con la fede cristiana. Questo rifiuto fu interpretato come insubordinazione, portando alle persecuzioni, che iniziarono nel 1885 quando il re ordinò la morte di missionari anglicani, tra cui il vescovo James Hannington che era il lider della comunità anglicana, seguite da altre numerose uccisioni di giovani convertiti. Joseph Mukasa, maggiordomo di corte e convertito cattolico, rimproverò il re per gli omicidi e così fu fatto decapitare, il 15 novembre 1885. Fu il primo martire cattolico.

Ma la maggior parte delle vittime, cattolici e anglicani, tra cui molti giovani servitori della corte reale, dovettero percorrere 27 miglia a piedi, distanza fra il palazzo reale di Munyonyo e Namugongo, luogo dell’esecuzione situato nella periferia di Kampala. Durante il cammino furono oggetto di ogni tipo violenza e alcuni furono uccisi nel tragitto. I sopravvissuti, al meno 26, vennero arrotolati dentro a una sorta stuoie fatte di canne e arsi vivi, il 3 giugno 1886. Fra questi ricordiamo Carlo Lwanga, il capo dei paggi della corte e leader dei neoconvertiti, che tentò di salvare il resto dei paggi, quasi bambini, dai desideri di sodomia del re. Il più giovane fra questi era Kizito, con soli 13 anni. Ma non solo: negli scontri tra le differenti fazioni collegate alle influenze dei missionari cattolici o protestanti e quelle dei commercianti swahili o egiziani perirono altre 150 persone.

– Santuario cattolico a Namugongo
– Pellegrinaggio al santuario cattolico di Namugongo il 3 giugno

I 22 martiri cattolici furono beatificati da Papa Benedetto XV nel 1920 e Papa Paolo VI li canonizzò nel 1964 durante il Concilio Vaticano II. La canonizzazione fu un evento storico, poiché rappresentò un riconoscimento del ruolo cruciale del cristianesimo africano nella Chiesa universale.

Anche la Chiesa anglicana onorò i suoi martiri, sebbene non attraverso un processo di canonizzazione formale. Questi vengono ricordati tutti gli anni con celebrazioni che sottolineano il loro ruolo nella diffusione del cristianesimo in Africa.

– Namugongo. Santuario, museo e anfiteatro che ricorda i dei martiri protestanti

Il sacrificio dei martiri non solo ha contribuito significativamente alla diffusione del cristianesimo in Uganda ma ha anche lasciato un’eredità spirituale e culturale che continua a influenzare un Paese dove oggi il cristianesimo è la religione predominante, con una maggioranza cattolica e una consistente presenza anglicana. Il ricordo dei martiri è diventato un simbolo di unità per una nazione diversificata.

Il martirio ebbe anche implicazioni politiche. La resistenza dei martiri all’autoritarismo di Mwanga II ispirò movimenti successivi di resistenza contro l’oppressione, gettando le basi per un senso di identità nazionale e di autonomia spirituale e politica.

– Visita di papa Francesco a Namugongo

Le reliquie dei martiri cattolici sono custodite nel Santuario di Namugongo, costruito sul luogo del martirio e ultimato nel 1968. Consacrato da Papa Paolo Vi durante il suo viaggio nel 1969, è oggi uno dei principali luoghi di pellegrinaggio cristiano in Africa. In esso alcuni raccapriccianti gruppi scultorei riproducono le ultime ore dei martiri. Ogni anno, il 3 giugno migliaia di persone da tutto il mondo si riuniscono per commemorare i martiri, rendendo questo evento un’importante occasione di fede e di turismo religioso. San Carlo Lwanga è tutt’oggi Patrono ufficiale dell’Uganda. Sempre a Namugongo, possiamo visitare un altro complesso che ricorda i cristiani anglicani martirizzati, e comprende un santuario, un museo e un anfiteatro,.

Questi santuari hanno anche ricevuto la vista di Giovanni Paolo II  nel 1993 e più recentemente di papa Francesco, nel novembre 2015.

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