La cattedrale di Acerenza, un bellissimo borgo medievale in provincia di Potenza, conserva una reliquia molto particolare: il pastorale, ossia il bastone, o il baculum, del vescovo San Canio, che in alcune occasioni ‘reagisce’ a seconda di chi gli sta di fronte, sfidando le leggi della fisica.
Prima di ritornare su questo, vediamo prima per sommi capi che era San Canio. San Canio era un vescovo di Cartagine vissuto nel III secolo d.C. Durante la persecuzione di Diocleziano fu torturato e condannato alla decapitazione, ma riuscì a salvarsi grazie ad un forte nubifragio che mise in fuga i carnefici, cosa che approfittarono i suoi seguaci per farlo fuggire, riuscendo a raggiungere la costa campana. In questa zona, soprattutto Atella (attuale S. Arpino, Caserta), compì numerosi miracoli. Morì di morte naturale e le sue spoglie furono traslate nel 799 ad Acerenza, nella chiesa metropolitana, dove furono molto ben nascoste per evitarne la profanazione durante l’invasione dei saraceni e solo nel 1080 furono ritrovate e traslate alla nuova cattedrale che da quel momento fu posta sotto la protezione del santo, così come la diocesi.

Ma il vero protagonista del luogo, che attrae a tanti fedeli è il pastorale. Si trova all’interno di un sarcofago di pietra incorporato nell’altare della cappella centrale del deambulatorio della cattedrale, e fin dal primo momento la sua presenza farà diventare il luogo un punto di riferimento importante per la storia civile e religiosa del sud d’Italia.
Il baculum di San Canio ha una lunghezza di circa 150 cm., un diametro di 5, è grezzo e nodoso, senza il classico ‘riccio’ (non come è rappresentato nel simulacro del santo, vedi figura). Poggia su una superficie accidentata e ruvida ed è visibile attraverso una piccola apertura circolare praticata nell’altare, a mo’ di oblò, e chiusa da uno sportellino. Come dicevamo, la reliquia ha il potere di reagire, a seconda della persona che gli sta di fronte. Si avvicina o si allontana dall’apertura, in modo che può essere toccata quando si avvicina o quasi scomparire alla vista quando si allontana, o rimanere a metà strada. Alcuni sostengono che questo dipende dalla purezza d’anima di chi lo osserva, manifestando la sua benevolenza o disapprovazione.
Nel corso dei secoli sono stati attribuiti a questa reliquia eventi straordinari, e in alcune occasioni, ‘lievita’, come si può leggere nel registro dei visitatori che hanno assistito al fenomeno. Uno di questi accadde il 30 maggio 1779 e i giorni seguenti, ed è meticolosamente dettagliato e documentato da atto notarile, dal notaio di Acerenza Francesco Saluzzi, insieme ad un altro prodigio, un po’ meno famoso, che è quello della fuoriuscita dai marmi del sarcofago della cosiddetta ‘manna’, liquido di proprietà terapeutiche. La notte fra il 30 e il 31 maggio, dopo aver aperto lo sportellino, al lume di candela si poté osservare come la reliquia ‘lievitava’. La notizia si diffuse immediatamente in tutta la città, facendo riversare in chiesa una gran folla di gente che poterono osservare come il bastone rimanesse a mezz’aria. Dopo circa tre ore il sacro bastone venne visto, altrettanto miracolosamente, calare verso il basso, e ciò alla presenza di un prelato materano, che proprio in quei giorni si trovava al seguito di mons. Francesco Zunica, arcivescovo di Acerenza e Matera. Il prelato “tramortì a terra” dallo spavento. Era nota la competizione e gelosia fra le due sedi arcivescovili e il notaio (guarda caso!) non si fece scappare neanche una virgola del turbamento e la meraviglia del prelato materano. La fede e la costanza dei devoti di San Canio, in quella circostanza, sembrarono esser premiate attraverso altre due manifestazioni soprannaturali: la fuoriuscita dal sarcofago del santo e dal volto del suo simulacro della “santa manna” e la caduta di una inaspettata dolce pioggia “che fu di grande utilità alla raccolta” al posto della temuta tempesta precedentemente preannunciata.
Acerenza, l’antica Acheruntia descritta da Orazio, sorge su di una collina che gode di un panorama fantastico e la cattedrale occupa una posizione imponente al centro di questo bellissimo borgo. Merita senza dubbio una visita. E chi lo sa, forse facendo una visita a San Canio potremmo essere gratamente sorpresi ….





Sono stata nella Cattedrale, ma nessuno mi ha indicato questa autentica rarità!
Non è mai troppo tardi…
Grazie, un Santo che non conoscevo,