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Acropolium, Cardinale Lavigerie, Carlo d’Angiò, Cattedrale di San Vincenzo di Paola e Sant'Olivia, Duomo di Monreale, Luigi IX di Francia, Margherita di Provenza, Mos Teutonicus, Museo Nazionale di Cartagine, Ottava Crociata, Padri Bianchi, Reliquie, Saint Denis, Sainte Chapelle, San Luigi dei Francesi, Settima Crociata
San Luis de los Franceses: ¡Más allá del desmembramiento! Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Luigi IX (1214-1270) fu un re molto religioso, probabilmente il più pio e devoto di tutti i re di Francia. È noto, fra l’altro, per essersi portato a casa la Corona di Spine ed altre preziose reliquie e per aver fatto costruire un tempio degno di conservarle, La Sainte Chapelle, un’opera sublime dell’arte gotica1.
Ma fu anche protagonista della Settima e dell’Ottava Crociata. La Settima Crociata fu il risultato di un voto che fece il re se fosse guarito da una grave malattia avuta nel 1244, perché proprio in quell’anno ci fu una nuova caduta di Gerusalemme. Partì nel 1248 arrivando per mare in Egitto. Però nel 1250 fu fatto prigioniero dai musulmani che lo trattennero per un mese e fu liberato grazie a che la sua consorte, la regina Margherita di Provenza, pagò un forte riscatto, e dovette tornarsene a casa senza aver ottenuto i risultati previsti. Non soddisfatto, qualche anno più tardi ci riprovò: nel 1269 partì per l’Ottava Crociata. Questa volta decise di cambiare strategia: consigliato anche da suo fratello Carlo d’Angiò, in quel momento re di Napoli e Sicilia, sarebbero sbarcati in Tunisia dove avrebbero riunito le truppe e i fondi necessari, potendo così muoversi alla volta dell’Egitto in modo più sicuro. Quello che non sapevano è che in Tunisia c’era un’epidemia di dissenteria e lo stesso re Luigi IX ne fu contagiato, morendo in pochi giorni. Fu a Cartagine, il 25 agosto 1270.

Adesso il problema era come rimpatriare il corpo del re che, per tradizione, doveva trovare la sua sepoltura nella Chiesa di Saint Denis di Parigi, luogo destinato al riposo eterno dei re di Francia, come del resto era volontà di suo figlio e successore, Filippo III l’Ardito. Non era un problema da poco, tenendo presente che il viaggio era lunghissimo. Carlo d’Angiò, da parte sua, desiderava che fosse sepolto nel duomo di Monreale, Sicilia (fra l’altro molto vicino alla Tunisia), e così avrebbe accresciuto il suo prestigio, vantando di tenere un santo in più nel suo regno, che oltretutto era del suo stesso sangue. Eh già, tutti ormai da tempo davano per scontato che Luigi IX sarebbe stato santificato.

Vista la differenza di opinioni e le difficoltà materiali per portare via il corpo così com’era, arrivarono a un accordo di compromesso: per la Francia le ossa e per Monreale le viscere e la carne. In quanto al cuore, ne riparleremo più avanti. Dovettero quindi ricorrere al ‘Mos teutonicus’, letteralmente il ‘Costume Germanico’, che veniva utilizzato in Europa nel Medioevo per trasportare igienicamente i corpi di persone di alto rango quando morivano in terre lontane dalla loro patria, mentre gli inglesi ed i francesi preferivano l’imbalsamazione. Il processo consiste nello smembrare il corpo, separare le viscere ed il cuore, e far bollire i pezzi con acqua e vino per diverse ore fino a che la carne non si separa facilmente dalla ossa. Sia la carne che gli organi interni potevano essere seppelliti immediatamente o conservati sotto sale allo stesso modo della carne animale, nel caso volessero essere anch’essi trasportati2.

Quindi le ossa del nostro devoto re, ben lustre, cominciarono il viaggio verso Parigi, scortate da un gran corteo reale. Il 14 novembre 1270 sbarcarono a Trapani per continuare il lungo viaggio che, attraversando lo stretto di Messina, doveva percorrere tutta l’Italia e parte della Francia. Il corteo funebre arrivò a Parigi il 21 maggio 1271, le spoglie di Luigi IX furono esposte nella cattedrale di Notre Dame e il 23 maggio si celebrò il funerale a Saint Denis.
Se già prima di morire era ‘vox populi‘ che il sovrano sarebbe stato santificato, i miracoli avvenuti durante il lungo viaggio di ritorno in Francia non fecero altro che rafforzare l’idea generalizzata che fosse davvero un santo. Infatti questi cominciarono già dall’arrivo delle spoglie in Sicilia -dei quali la Santa Sede ne riconobbe due-, poi ce ne furono altri tre nel nord Italia e poi cominciarono a moltiplicarsi a Saint Denis. Ma nonostante le forti pressioni esercitate sia dalla corona di Francia che da diversi ordini religiosi e dal popolo, la desiderata canonizzazione tardò 27 anni, e fu annunciata solennemente da Bonifacio VIII il 4 agosto 1297, sancita definitivamente il 25 agosto, anniversario della sua morte. Un anno dopo, il 25 agosto 1298, in Saint Denis, in una cerimonia presieduta dal re Filippo IV , (Filippo il Bello, figlio di Filippo III) le ossa del santo furono depositate in un cofanetto reliquiario e sistemate dietro l’altare.
Nel Medioevo le reliquie erano considerate dei grandi tesori, e molto spesso venivano utilizzate per farne dei doni e addirittura per sancire alleanze. Filippo il Bello mandò molte reliquie di suo nonno, grandi o piccole, a diverse chiese di Francia, soprattutto alla Sainte Chapelle, dove nel 1305 mandò quasi tutto quello che restava delle stesse, incluso il cranio (importantissimo), nonostante l’opposizione dei monaci di Saint Denis che però non poterono far niente contro l’imposizione del papa che avallava la decisione del re. I monaci si dovettero accontentare dei denti e della mandibola e, per dare un po’ più di importanza alle reliquie che erano rimaste loro, fecero costruire un bel reliquiario inaugurato solennemente nel 1307. Con il passare degli anni molte parti delle ossa furono donate a piccoli pezzi, anche dai successivi sovrani, a vari regnanti europei, come per esempio a Carlo IV (grande collezionista di reliquie3), o a monasteri di diverse congregazioni religiose. E così andò avanti fino alla Rivoluzione Francese e le poca ossa rimaste furono disperse o distrutte. Si salvarono solo quelle conservate a Saint Denis e, naturalmente, le reliquie di Monreale.

In quanto al cuore, c’era chi sosteneva che fosse stato portato a Parigi insieme alle ossa e poi a Notre Dame insieme al cranio, e chi invece che fosse rimasto nel duomo di Monreale insieme alle viscere, nell’ altare dedicato al santo, situato nel transetto sinistro. Poi nel 1803 fu ritrovata nella Sainte Chapelle una scatola di piombo al cui interno si trovava un’altra scatola, a forma di cuore, contenente un cuore umano avvolto in una tela di lino che fu subito attribuito al santo: ma il fatto non fu reso pubblico. Si fece fare un’altra scatola di stagno e il cuore fu riposto dove era stato trovato perché la situazione politica non era ancora ‘favorevole’. Qualche decennio più tardi, nel 1843, nel corso di alcuni lavori la scatola venne di nuovo rinvenuta. E questa volta vennero fatte delle minuziose indagini che però dimostrarono che il cuore trovato non poteva essere attribuito al re.

Le viscere (e quindi anche il cuore), come accennato prima, che vennero portate a Monreale da Carlo d’Angiò vi rimasero fino al 1860, quando Garibaldi con i suoi Mille sbarcarono in Sicilia e cacciarono l’ultimo re Borbone, Francesco II delle Due Sicilie. Questi portò via con sé le preziose viscere nel suo esilio attraverso l’Europa: Roma, Monaco, Belgio, Francia, Austria… Morì nel Tirolo austriaco nel 1894. Però lasciò le reliquie al cardinale Lavigerie, fondatore dei Padri Bianchi, con il desiderio che fossero portate alla loro cattedrale di Cartagine in modo che ritornassero nel luogo dove il re partì per la sua ultima dimora. Le viscere del re, alle quali il cardinale aggiunse una piccola parte del cranio, furono depositate in un magnifico reliquiario (due angeli che sostengono una miniatura della Sainte Chapelle) fatto da un orafo di Lione e riportate in Tunisia dallo stesso Lavigerie.
Questa cattedrale, dedicata a San Luigi e costruita tra il 1884 e il 1890, dal 1964 non è più dedicata al culto e viene attualmente utilizzata come sala per concerti ed altre attività culturali; è anche conosciuta con il nome di Acropolium. Non lontano dalla cattedrale già esisteva una cappella dedicata al re santo, costruita nel 1845 sulla collina di Byrsa, sul luogo dove morì. La cappella fu costruita con il proposito di celebrare la memoria del re ogni 25 agosto, data della sua morte, e anche come luogo di preghiera per i marinai francesi. La cappella fu definitivamente chiusa nel 1943 e demolita nel 1950. Ma il ricordo di questo re è sempre molto presente in Tunisia. Infatti, nel giardino del Museo Nazionale di Cartagine, che si trova presso la cattedrale, sul luogo occupato in precedenza dal seminario dei Padri Bianchi, è visibile il cenotafio di San Luigi e anche una statua a lui dedicata.

Nel 1964 le reliquie del re furono portate nella chiesa di Santa Giovanna d’Arco di Tunisi dove rimasero fino al 1985, data in cui l’arcivescovo della città ne fece dono al vescovo di Saint Denis che le depositò nell’oratorio episcopale. Nel 1999 le reliquie fecero un altro viaggio: furono portate a Saint Louis, Missouri, per essere esposte alla venerazione dei fedeli americani. Nel 2011 furono portate alla cattedrale di Saint Louis di Versailles, parrocchia originaria del re, dove si trovano attualmente.
Il prezioso reliquiario portato dal cardinale Lavigerie, rimasto a Tunisi, vuoto, dal 1996, è esposto nel tesoro della cattedrale di San Vincenzo di Paola e Sant’Oliva, l’attuale cattedrale cattolica di Tunisi.
Nel duomo di Monreale, il ricordo del re santo è sempre presente, non solo con il già citato altare del transetto sinistro a lui dedicato e con una delle statue dell’altare maggiore, opera di Valadier, che rappresenta questo re, ma anche perché Il 25 agosto di ogni anno si svolgono le celebrazioni in suffragio di S. Luigi IX Re di Francia, nella ricorrenza della sua morte4.
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- Invito alla lettura dell’articolo “La corona di Spine e la Sainte Chapelle“
- Il Mos teutonicus fu abolito dal papa Bonifacio VIII nel 1300 attraverso la sua bolla De sepulturis
- Invito alla lettura dell’articolo ‘I sovrani collezionisti di reliquie’
- Secondo il sito ufficiale del Duomo di Monreale, le reliquie del re (viscere e cuore) si troverebbero in una cassetta reliquiario all’interno dell’altare della cappella a lui dedicata.
Per saperne di più:
- J. Le Goff, “Nous irons à Jérusalem!” Saint Louis sur son lit de mort à Tunis, 1270 , in : P. Gueniffey, Les derniers jours des rois, Perrin, Paris 2014
- V. Lucherini, Smembrare il corpo del re e moltiplicare le reliquie del santo: il caso di Luigi IX di Francia, in: CONVIVIUM. – ISSN 2336-3452. – I:1(2014), pp. 88-101.




