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Los soberanos coleccionistas de reliquias                                                          Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

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La smania di collezionare reliquie da parte di molti sovrani occidentali potrebbe essere considerata una specie di emulazione dei sovrani bizantini la cui collezione di reliquie, insieme molti altri tesori, era ben conosciuta. Ma non solo. Collezionare ‘frammenti di santità’, nel caso di un re cristiano era come voler manifestare al mondo intero la sua profonda devozione religiosa e presentarsi come paladino della fede. Inoltre, il possesso di reliquie importanti conferiva uno status di privilegio e un garantirsi una protezione speciale.

In determinate epoche alcuni sovrani rivaleggiarono nell’arte di collezionarle. E’ il caso, per esempio, di Luigi IX di Francia (1214-70), conosciuto anche come S. Luigi dei Francesi, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, e di Enrico III d’Inghilterra (1207-72), sovrani coetanei che regnarono al tempo delle ultime crociate, periodo nel quale l’impero bizantino si stava sgretolando e le sue ricchezze venivano saccheggiate.

Statue of Louis IX- Lower Chapel- Sainte-ChapelleAbbiamo visto come Luigi IX seppe approfittare di un momento di debolezza di Baldovino II, imperatore latino di Costantinopoli per portarsi a casa la corona di spine ed altre reliquie, anche se a caro prezzo. E seguendo l’esempio dei sovrani di Bisanzio, che conservavano le reliquie ed altri tesori nella cappella di Nostra Signora del Faro che si trovava dentro al palazzo reale di Costantinopoli, fece costruire la Sainte Chapelle.

Questo grande interesse di Luigi IX per le reliquie trovò un competitore nella persona di Enrico III d’Inghilterra che cercò di dotare l’Abbazia di Westminster di per lo meno tante reliquie quante ne aveva il re francese. Il suo primo luogo di ricerca fu la Terra Santa, approfittando anche del vincolo che aveva con i Cavalieri Ospitalieri, un ordine militare che aveva la missione di prendersi cura e di proteggere i pellegrini che ivi si recavano.

Fra il 1234 ed il 1235 Enrico riuscì ad avere, fra le altre, alcune reliquie della Porta d’Oro della città di Gerusalemme appartenenti all’epoca del secondo tempio, ché il primo, quello di Salomone, fu distrutto da Nabuccodonosor nel VI sec. a.C.. Secondo la tradizione, davanti a questa porta avvenne l’incontro tra San Gioacchino e Santa Anna, i genitori della Vergine, e si dice che Gesù la scelse per entrare nella città la domenica della Palme.

Nella collezione di reliquie di Enrico III ve ne erano del Santo Sepolcro, del Calvario, dell’altare della Presentazione di Cristo nel Tempio e persino reliquie del Roveto Ardente nel quale entrò Mosè sul Monte Sinai per parlare con Dio, dopo essersi tolto i sandali.

Enrico III porta l'ampolla con il Sacro Sangue all'Abbazia di Westminster. (Chronica majora Matthew Paris)

Enrico III porta l’ampolla con il Sacro Sangue all’Abbazia di Westminster. (Chronica majora Matthew Paris)

Però la reliquia più preziosa in suo possesso, che poteva rivaleggiare con la Corona di Spine di Luigi IX, era il Sacro Sangue, ossia il Sangue di Cristo versato durante la crocefissione, che alcuni consideravano ancora più preziosa della Corona di Spine, giacché il valore di quest’ultima risiede nel fatto che è stata a contatto con il sangue di Cristo. Enrico per ottenerla fece una trattativa con il patriarca di Gerusalemme che gli richiedeva di organizzare una nuova crociata. Ebbero l’accortezza di farla arrivare a Londra immediatamente prima dell’inaugurazione della Sainte Chapelle di Parigi, ossia nel 1247, e fu ricevuta a Westiminster con la dovuta pompa. Enrico portò in processione l’ampolla di cristallo con il Sacro Sangue dalla cattedrale di Saint Paul all’abbazia di Westminster. Nonostante ciò, questa reliquia non ebbe mai la stessa fama della Corona di Spine, probabilmente perché non riuscì ad attirare un sufficiente movimento di pellegrini, i quali preferivano un’altra reliquia del Sacro Sangue conservata nella, pur britannica, abbazia di Hailes(1). Senza poi contare che in altri luoghi della cristianità, come per esempio a Bruges o Mantova, erano conservate altre reliquie più famose del Sacro Sangue, come descritto in un mio precedente articolo.

Però questi due sovrani non furono gli unici ‘collezionisti’ di reliquie.

Karl_IV_HRRCon circa un secolo di differenza, e dopo che la canonizzazione di Luigi IX lo facesse diventare come un simbolo ed il prototipo di re cristiano, un altro sovrano prese il suo esempio. E’ il caso di Carlo IV (1316-78), imperatore del Sacro Romano Impero. Fu educato a Parigi nella corte dei Capetingi e visse in prima persona l’ambiente e la venerazione che c’era intorno alle reliquie della passione nella Sainte Chapelle. Dal 1340 in poi cominciò a dotare di reliquie la cappella del suo palazzo e quest’attività si accentuò da quando fu proclamato imperatore. Nel 1350 le reliquie arrivarono a Praga dove venivano esposte pubblicamente. Poi fece costruire la fortezza di Karlstejn, una cittadella fortificata nel pressi di questa città, e con il fine di custodirle (insieme ai gioelli della corona), nel complesso della fortezza creò la cappella della Santa Croce, dedicata alla Passione di Cristo, che volle competere in bellezza con la Sainte Chapelle. Anche questa cappella era considerata come un grande reliquiario. La cappella oggi è ancora intatta: come per ricreare la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse (Ap 21,15-22)  le volte sono ricoperte in foglia karlstejn castello id’oro tempestato di gemme di cristallo e lo zoccolo, lungo tutto il perimetro e alto piú di un metro, è costellato di agate, amatiste, diaspri e cornaline, incastonati su stucco dorato.  Sulle  pareti al di sopra dello zoccolo vi sono ben 137 tavole dipinte raffiguranti gli apostoli, angeli e santi opera del maestro di corte di Carlo, Teodorico da Praga, che a loro volta sono reliquiari. Infatti, le cornici di queste tavole contengono una reliquia del santo rappresentato. Poi vicino all’altare erano conservate le reliquie piú importanti, legate alla Passione di Cristo. La visita di questa cappella è possibile solo con prenotazione, e non è molto facile, ma ne vale la pena.

Cappella Santa CrocePer terminare, menzioneremo altri grandi sovrani collezionisti di reliquie: Federico III di Sassonia, il Saggio (1463-1525), Filippo II di Spagna (1527-1598)  e Carlo Magno (745 ca. – 814), che sono stati oggetto di miei precedenti articoli.

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(1) -Posteriormente distrutta per ordine di Enrico VIII