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Acheropita di Rossano, Achiropita, Bixiga, Codex Purpureus Rossanensis, Efraim, Leone III Isaurico, Monaci basiliani, Rossano, Sammarco, Sao Paulo, Theotokos
Rossano, una cittadina in provincia di Cosenza, è orgogliosa di avere un’immagine acheropita della Vergine, dove la devozione per la stessa esiste già dal VI secolo.
Si tratta di un’icona affrescata su un frammento di colonna che si torva su un altare del secolo XV all’interno della cattedrale, nella navata centrale, racchiusa in una nicchia di marmo. L’immagine, che rappresenta una vergine con il bambino, è di stile bizantino ed è datata tra il VI e l’VIII secolo, a seconda delle interpretazioni. Sul lato destro dell’immagine, verticalmente, si può leggere, in lettere greche, la parola ‘Theotokos’, madre di Dio. Si tratta di una vergine intera che regge nel braccio sinistro il bambino che ha la mano destra verso la madre con gesto di benedizione e nella sinistra sostiene un rotolo. La vergine indossa un mantello rosso oscuro che le copre anche il capo.
Gli ultimi studi effettuati sull’immagine rivelano che l’attuale affresco è sovrapposto ad uno più antico.
La tradizione/leggenda a cui è legata l’immagine fa sì che questa venga annoverata fra le ‘acheropite1’. Questa leggenda era scritta su una pergamena in caratteri greco-gotici che era conservata nel capitolo della cattedrale. Al principio del XVII secolo andò perduta, ma fortunatamente ancora si conserva un’antica traduzione al latino fatta dal canonico Sammarco.
La tradizione ci riporta al monaco eremita Efraim che viveva in una grotta nei dintorni di Rossano, intorno al 570. Un uomo di sangue reale, il principe Maurizio di Costantinopoli, essendo vittima di una persecuzione politica, scappò per mare ed approdò in Calabria. Incontrò Efraim il quale lo rassicurò e gli disse che doveva ritornare in patria, dove non solo le cose si sarebbero aggiustate, ma che sarebbe anche diventato imperatore. Però gli fece promettere che se la predizione si fosse avverata, avrebbe fatto costruire sul luogo di quella grotta una chiesa dedicata alla madonna, con un’immagine della Vergine. Maurizio lo promise e come pegno gli donò un anello. Quando tornò in patria fu acclamato imperatore ma si dimenticò della promessa. Passato un certo tempo Efraim andò a Costantinopoli con il proposito di restituire l’anello. L’imperatore quando lo vide si ricordò della promessa e così fece allestire una nave con materiali da costruzione e maestranze varie per erigere la chiesa, dando ordine che in essa doveva essere dipinta un’immagine di Maria Vergine. Ma il dipinto fu molto difficile da fare. Infatti tutti gli artisti che ci provavano lavoravano invano, perché quello che dipingevano di giorno, tornando la mattina dopo lo trovavano cancellato. Poi un giorno, un artista che aveva quasi completato l’immagine lasciò durante la notte un discepolo a vigilarla. Questi vide uscire una donna bellissima con un manto splendente che lo persuase ad andarsene. Il mattino dopo videro questa stessa donna dipinta sul fondo della parte interna del tempio.
La prima edificazione del luogo di culto sarebbe datata alla fine del VI secolo anche se quello attuale, la cattedrale, è basicamente del secolo XI con rifacimenti posteriori. La costruzione del muro che accoglie l’immagine risalirebbe ad epoca normanna, secolo XII. Nell’abside centrale sei affreschi raccontano la storia dell’acheropita.
L’immagine potrebbe essere opera dei monaci che abitavano in quei luoghi. Lo stile chiaramente bizantino ci ricorda che a quei tempi il territorio formava parte di quest’impero (dal VI all’XI secolo), ma con la differenza che qui non vigeva l’iconoclastia2 introdotta da Leone III Isaurico nel 726. Per questo motivo molti monaci che si dedicavano a dipingere immagini, basiliani ed altri, essendo questa attività la loro fonte principale di sostegno, si rifugiarono in questa parte dell’impero. Però c’erano state anche altre migrazioni di questi monaci (principalmente di San Basilio) a partire dal secolo VI che approdarono in Calabria dalla Siria e dall’Egitto per sfuggire alla persecuzione araba. La presenza di questi religiosi fu molto importante per la cultura di questi territori che si arricchirono di opere d’arte e manoscritti. Purtroppo la gran maggioranza di questi tesori furono trafugati o furono vittime dell’incuria. Però a Rossano ancora se ne conserva uno, un manoscritto miniato di particolare importanza, il Codex Purpureus Rossanensis, un prezioso evangelario del VI secolo di provenienza siriana, scritto su pergamena colorata di porpora in caratteri di oro e argento.
La vergine di Rossano protegge la comunità e la popolazione le attribuisce il merito di essersi salvata dall’invasione dei saraceni, intorno al 954. Sarebbe apparsa loro vestita di porpora con in mano una fiaccola. I saraceni, attoniti, si sarebbero spaventati e si ritirarono. Nel XVII secolo protesse Rossano dalla peste, che imperversava nei dintorni, e anche dal terremoto del 1783 che fece solo dei danni molto lievi. Quando nel secolo XIX i francesi invasero la Calabria non potendo impadronirsi del tesoro della cattedrale, perché era stato nascosto, vollero appropriarsi dell’antica statua d’argento dell’Achiropita, simulacro dell’immagine originale. I cittadini si ribellarono ma per evitarlo dovettero consegnare ai francesi tanto argento quanto sarebbe risultato il peso della statua. Ma quando si andò a pesare la statua questa, miracolosamente, divenne leggera come una piuma, così i rossanesi con poco sacrificio conservarono quel tesoro.
Ma la devozione per questa Vergine ha oltrepassato i mari. Infatti, una copia dell’immagine fu portata in Brasile dagli emigranti calabresi, a Sao Paulo, dove tuttora è molto venerata. Con l’aiuto della congregazione Don Orione nel 1926 venne costruita una chiesa dedicata alla Vergine di Rossano nel quartiere Bixiga. Tutti gli anni, nel mese di agosto, si svolge la tradizionale Festa dell´Achiropita che richiama circa 200.000 persone che affollano la Rua Treze, dove si trova la chiesa di N.S. Assunta Achiropita. Bexiga è consideraoa un tradizionale quartiere italiano, anche se gli italiani che vi vivono sono ormai poco numerosi. La festa, che si protrae per tutto il mese, è una tipica festa Calabrese.
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1.- Dal greco ‘acheiropoietos’ e significa ‘non dipinta da mano umana’. 2.- Consulta anche i miei articoli precedenti sulla Veronica, il Mandylion di Edessa, La Santa Faz ed il Santo Rostro, l’Acheropita del Salvatore e Nostra Signora di Guadalupe
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Che piacere ritrovarmi qui. Grazie per questo racconto molto interessante. Bella la storia del monaco Efraim. Sei tornata dall’India ? tutto bene ? Un bacione Isabella
Sono tornata. Tutto bene, grazie.
Bene, sono contenta.
Grazie a te sto appassionandomi a queste leggende e alle ricostruzioni storiche che ci descrivi con grande maestria.
I miei complimenti.
Nicola
Sempre molto gentile, grazie.
Magnificenza…la Cattedrale e pure il post che entro notte devo rilanciare da me, Nicoletta!
L’ha ribloggato su Alchimiee ha commentato:
La Bellezza va condivisa e questo post di Nicoletta è una gemma…
Tropppo gentile. Grazie
Grazie per il gentile pensiero.
Ho scoperto questo sito per caso e da subito ne sono rimasto affascinato. Bello davvero che si sia interessata alla mia terra, la Calabria. Per quanto riguarda le immagini achiropite, poco lontano da Rossano si venera l’immagine achiropita della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria (CS). Altre immagini di tal genere sono presenti nella Regione, la più celebre delle quali è quella di S. Domenico, a Soriano.
Numerose sono anche le reliquie…
La ringrazio per il suo interesse e per la preziosa informazione che senza dubbio mi sarà utile. Cordiali saluti.
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