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Oltre alla Sindone e al Sudario di Oviedo, esistono sparsi per l’Europa parecchi altri teli mortuari o brandelli, che avrebbero avvolto tutto o parte del corpo di Cristo. Stiamo parlando di una quarantina di brandelli conservati in altrettanti luoghi e una ventina di teli o lenzuoli di altra tipologia, però interi. Molti di questi reperti non esistono più. In quest’articolo parleremo solo di quelli ancora esistenti, interi e più famosi.
La cuffia di Cahors
Nella cattedrale di Saint-Étienne di Cahors, città al Sud della Francia, è custodita una reliquia conosciuta come la Santa Cuffia o Sudario di Cahors. Secondo la tradizione, avrebbe coperto il capo di Cristo nel Sepolcro. E’ un panno o sudario a forma di cuffia formato da 8 strati di garza cuciti insieme fatto per coprire le orecchie e le guance e che si abbottona sotto il mento, lasciando scoperto solo il viso. All’interno ci sarebbero delle macchie di sangue che, secondo alcuni, sarebbero compatibili con quelle visibili sulla fronte e sulla nuca dell’uomo della sindone. Lo avrebbe portato a Cahors Géraud de Cardaillac, vescovo della città, dalla Terra Santa (secolo XII). Un’altra teoria dice che appartenne all’imperatore Carlo Magno ma non si sa come fosse arrivata in suo possesso, forse dono del patriarca di Gerusalemme o dell’imperatrice Irene o del califfo Harun-al-Rashid.
Secondo la tradizione ebraica questo tipo di copricapo (chiamato pathil) era utilizzato per coprire la testa dei defunti ad evitare che si aprisse la bocca e ne fuoriuscisse la lingua.
Ma riprendiamo le parole dell’Evangelista Giovanni che descrive il momento in cui la domenica di Resurrezione trovó il sepolcro vuoto:
‘Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte’ (Gv 20, 5-7).
Questa è una traduzione dal greco e la parola ‘ta othònia’ (plurale othònion) può essere tradotta indistintamente come ‘telo’, ‘bende’, ‘fasce’, ‘grande lenzuolo’ o ‘sindone’. Infatti se prendiamo edizioni diverse del Vangelo possiamo trovare differenti nomenclature. Però, nel caso del sudario, nelle scritture non c’è confusione. Il sudario è esclusivamente quello che ha coperto il capo. In effetti veniva usato un telo-sudario per coprire il viso dei morti prima di seppellirli, soprattutto dei poveri, per evitare che fossero scherniti perché il volto diventava subito nero a causa della denutrizione. Un telo di queste caratteristiche fu quello che coprì il volto di Cristo nel percorso fra il luogo della crocifissione ed il sepolcro. E questo telo sarebbe stato identificato con il Sudario di Oviedo (vedi il mio articolo su questa reliquia). Ma quanti sudari allora ci sarebbero stati? Chi crede nell’autenticità di questo reperto, mi riferisco alla Cuffia di Cahors, sostiene che venne sistemata sul capo di Cristo sopra il sudario che già copriva il viso per evitare ulteriori fuoriuscite di sangue e poi allacciato bene sotto il mento per mantenere il tutto ben fermo.1 Addirittura si parla di una seconda sindone, non più conservata, che avrebbe avvolto di corpo di Cristo sulla prima sindone.
Sulla Cuffia di Cahors non sono state realizzate analisi approfondite ed esiste ancora molto scetticismo sull’autenticità della stessa visto che è molto possibile che la sua datazione potrebbe non essere anteriore al secolo XI.
Le sindoni di Carcassonne e di Cadouin
La Sindone di Carcassonne è un velo di seta lungo circa 70 cm, cucito su un supporto, e conservato nella cattedrale di Saint Michel di Carcassonne, sud della Francia. Sarebbe arrivato a San Giovanni d’Acri nel secolo XIII, grazie a due monaci agostiniani che l’avrebbero poi portato in Francia. La leggenda dice che la reliquia stessa avrebbe scelto la città di Carcassonne dato che i monaci agostiniani non trovavano la strada per Toulouse, che è dove desideravano portarla. Alla fine del XIV secolo venne costruito nel convento degli agostiniani un nuovo oratorio per albergare la reliquia, che in un certo senso faceva concorrenza alla ‘Sindone di Cadouin’, custodita dai frati cistercensi. Nel 1403 questi reclamarono agli agostiniani il telo accusandoli di averlo rubato visto che secondo loro era una parte di quello di Cadouin, conservato nella collegiata di S. Bernardo. Ma quello stesso anno il papa Benedetto XIII diede ragione agli agostiniani, decretando che la Sindone di Carcassonne era di loro proprietà e diffidando i cistercensi dal continuare ad andare contro di loro. La Sindone di Carcassonne ha una lunga storia di devozione. Nel XIV secolo venivano celebrate cerimonie di cavalieri che si rinchiudevano per adorare questa reliquia. Nel 1970 il telo venne trasferito nella cattedrale di Saint Michel. Nel 1991 fu sottoposta all’esame del Carbonio 14 e risultò essere del secolo XIII.
La sindone di Cadouin è di lino e seta, di 2,95 x 1,35 m, con due bande laterali ricamate e colorate. Fu inizialmente confusa con la Sacra Sindone, anche se la stoffa non evidenzia nessuna immagine. Fu portata in Francia da Adhemar de Monteil ,vescovo di Le Puy (Alta Loira) e legato papale, che l’avrebbe ottenuta dopo la presa di Antiochia, Prima Crociata, poi donata ai cistercensi di Cadouin (Dordogna). Questo telo aveva fama di essere miracoloso per cui durante il Medioevo fu oggetto di grande venerazione attirando migliaia di pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela.
Nel 1934 si scoprì, dopo attenti studi, che gli ornamenti all’interno della trama del telo sono in realtà dei caratteri arabi. Queste iscrizioni in arabo-cufico, vennero decifrate e, oltre ad invocare Allah, fanno il nome del califfo al-Musta’li e del suo vizir al-Afdal, della dinastia Fatimide (910-1171) che governarono nell’Africa settentrionale, soprattutto l’Egitto. Il reperto, sia per i materiai utilizzati che per l’esecuzione ha infatti tutte le caratteristiche di un manufatto egiziano di quell’epoca.
Questa scoperta pose fine a più di 700 anni di devozione. Nel 1988 fu restaurato e depositato in un luogo sicuro.
Anche se ormai nessuno mette più in discussione la non autenticità di questi due teli, che in molte occasioni vengono chiamati anche ‘sudari’, mentre il telo di Cadouin si può visitare come ‘curiosità storica’, anzi quello che è esposto al pubblico è un fax simile per preservare quello antico, quello di Carcassonne è rinchiuso in un mobile della sacrestia e non è esposto al pubblico.
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1.- Teoria di Sor Blandina Paschalis Schlömer, studiosa tedesca, in S. Gaeta, L’enigma del volto di Gesù, Milano 2010
Per saperne di più:
1) S. Gaeta: L’enigma del volto di Gesù, Milano 2010. 2) M. Centini: Tracce di Dio, Cinisello Balsamo 2014. 3) A. Lombatti: Il culto delle reliquie, Milano 2007. 4) E. Roncalli: la sindone e le reliquie celebri, Fidenza 2010. 5) G. Górny, J. Rosikon: Testigos del misterio, Madrid 2014. 6) J. C. Leroy, Il sudario di Cahors, Siena 2016.
Interessante questa tua ricerca e ammirabile la completezza delle informazioni che riporti.
Nicola
Grazie, Nicola. Spero che in questo nuovo anno continueremo ad essere in contatto.
Concordo: è ben documentato e credo abbastanza esaustivo, Nicoletta.
🙂
Grazie, Marzia.
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