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apostolo Giacomo, Battaglia di Clavijo, Camino de Santiago, Campus Stellae, Cluny, Compositum, conchiglia, Dante, Divina Commedia, Erode Agrippa, Francis Drake, Galizia, Gerusalemme, Iria Flavia, Leone XIII, pellegrinaggi, pellegrinaggio, penisola iberica, Ramiro I, Reconquista, Reliquie, Roma, Roncisvalle, San Francesco d'Assisi, San Girolamo, Santiago, Santiago de Compostela, Santiago matamoros, Santiago pellegrino, Spagna, Teodomiro
Camino de Santiago: la peregrinación de moda. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Non c’è dubbio. E’ vero che a Roma continuano ad arrivare migliaia di pellegrini, specie negli anni santi, che spesso si confondono con i turisti, ed è anche vero che sono sempre moltissimi i gruppi di pellegrini che percorrendo la Via Dolorosa di Gerusalemme salgono verso la Basilica del Santo Sepolcro caricando una croce che passa da uno all’altro. Ma il pellegrinaggio di moda della fine del secolo XX, che tuttora continua e il cui numero di pellegrini è in continuo aumento, è quello che va a Santiago de Compostela. Si fa a piedi con lo zaino in spalla (o in bicicletta), dormendo in ostelli per pellegrini dove ormai è difficilissimo trovare posto e davanti ai quali è abbastanza facile vedere qualcuno intento a curarsi le vesciche ai piedi.
La parola pellegrino originariamente si applicava solo a coloro che si recavano a Santiago, mentre quelli che andavano a Roma o a Gerusalemme erano chiamati romei e palmari, rispettivamente. Per arrivare a Santiago c’è il cammino classico, quello francese, che attraversando i Pirenei nel passo di Roncisvalle, si snoda per monti, valli, paesi e città per 775 Km, con 25 tappe ufficiali. Poi, ci sono tantissimi altri cammini già tracciati; quello aragonese, che si unisce a quello francese, quello del Nord,
che costeggia il Mar Cantabrico, quello portoghese, quello inglese, che arriva dal mare, …. Chi ha un mese di tempo e molto allenamento, può farlo tutto in una volta. Molti, invece, lo fanno a pezzi o ne percorrono solo l’ultima parte. E’ veramente un fenomeno curioso che sta diventando di massa. C’è chi dice che nel Camino de Santiago l’importante, ovviamente, è arrivare, abbracciare l’apostolo (rito ‘obbligato’) e visitare la sua tomba per guadagnarsi l’indulgenza plenaria, ma altrattanto importante, o forse di più, è il cammino in sé: i compagni di viaggio, ore e ore di silenzio che ti aiutano a riflettere sulla tua vita, lo sforzo fisico che purifica lo spirito, le grandi amicizie che nascono nel condividere l’esperienza…
L’apostolo Santiago, ossia Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, è chiamato il Maggiore per distinguerlo dall’altro Giacomo apostolo, il Minore, figlio di Alfeo. Dopo la morte di Cristo gli apostoli si sparsero per il mondo per portare la buona novella. Giacomo il Maggiore, secondo la leggenda, predicò in Spagna, ma nel 43 tornò in Palestina dove fu decapitato da Erode Agrippa nel 44, diventando così il primo apostolo martire. Due discepoli di Giacomo presero le sue spoglie e le misero in una barca che, senza timone e senza vela, arrivò in una settimana sulla costa atlantica della penisola iberica. Per trovare un senso a questo viaggio bisogna risalire alle parole di San Girolamo che afferma che era stato stabilito che gli apostoli dovevano essere sepolti nel luogo dove avevano predicato per portare la parola di Cristo. E così, sempre secondo la leggenda, sbarcarono nei pressi di Iria Flavia (oggi Padrón), insediamento romano vicino all’attuale Santiago, e seppellirono l’arca marmorea con i resti dell’apostolo in un cimitero romano. Quando questi discepoli morirono furono sepolti uno a destra e l’altro a sinistra dell’apostolo.
Molti secoli dopo, nell’813, l’eremita Pelagio, vide in quel luogo una stella con una luce particolare. Comunicò questo fatto al vescovo Teodomiro e in quel luogo scoprirono un sarcofago di marmo di epoca romana che immediatamente collegarono all’apostolo Giacomo, anche perché trovarono tre corpi, e quello centrale con segni di essere stato decapitato. Da quel momento il luogo fu chiamato Compostela, ma non si sa se per distorsione dell’espressione latina Campus stellae (indicando così il luogo dove apparse la famosa stella) o dal termine Compostum (in latino, cimitero).
Non è un caso che i resti dell’apostolo fossero stati trovati proprio nel secolo IX, in un momento in cui la Spagna era stata quasi totalmente conquistata dai mori. Rimaneva il piccolo regno delle Asturie e Galizia che ancora resisteva. Da lì ripartì la Reconquista, che non era solo una questione politica ma anche una vera e propria crociata volta a liberare un territorio cristiano dall’invasore mussulmano. Ecco allora che entra in scena un santo protettore che aiuta nell’impresa e la santifica con la sua presenza. Ma non poteva essere un santo qualsiasi: doveva essere importante, per lo meno un apostolo. La tradizione dice che nella leggendaria battaglia di Clavijo (844) il re Ramiro I vinse l’esercito di Abderraman II grazie all’aiuto di un cavaliere che montava un cavallo bianco. Quel cavaliere era l’apostolo Giacomo che da quel momento in poi cominciò a essere chiamato anche Santiago Matamoros (San Giacomo ammazzamori), che trasmetteva animo e forza ai soldati, diventando così il simbolo della Reconquista. L’iconografia che ci presenta l’apostolo su un cavallo bianco che calpesta con i zoccoli teste di infedeli è abbondante, oltre a quella che ce lo presenta come un pellegrino, con il saio, il cappello a tesa, il bastone, la zucca per l’acqua e la conchiglia.
Nel secoli XI e XII, promosso dalla potente abbazia di Cluny, questo pellegrinaggio raggiunse il suo massimo splendore. Migliaia di pellegrini arrivavano a Santiago per guadagnare le indulgenze ed il perdono. Nel 1213 ci arrivò anche San Francesco d’Assisi e poi tanti altri illustri personaggi. Dante, nella Divina Commedia, nel XXV canto del Paradiso, in presenza dell’apostolo Giacomo, fa dire a Beatrice: “Mira, mira: ecco il barone per cui laggiù si visita Galizia”.
Il flusso di pellegrini a Santiago si mantenne durante vari secoli, in maggiore o minor grado fino al XIX secolo, periodo durante il quale questa meta fu quasi completamente dimenticata. Però nell’anno 1879 furono di nuovo ritrovati i resti dell’apostolo, che erano stati nascosti nel 1589 per proteggerli dall’invasione del pirata Francis Drake. Leone XIII conferma l’autenticità dei resti ritrovati. Da allora in poi la fama del Camino non ha fatto altro che aumentare, soprattutto dal 1982 quando Santiago de Compostela ricevette la visita di Giovanni Paolo II, primo papa a fare il pellegrinaggio.
Migliaia di pagine sono state scritte sull’autenticità dei resti conservati a Santiago de Compostela, ma i punti oscuri sono moltissimi, soprattutto perché tutti gli scritti di riferimento sono datati minimo otto secoli dopo la morte dell’apostolo e rispondono a delle esigenze particolari. Non solo non c’è niente di certo, ma addirittura tutto suggerisce che stiamo parlando solo di una leggenda. Nonostante ciò, la magia legata a questo pellegrinaggio non ne ha risentito perché nel frattempo il Camino de Santiago è diventato anche un fenomeno culturale.
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Per saperne di più: N. De Matthaeis: Legati a una reliquia
Molto bello l articolo perché è fresco e divertente anche chi di questo argomento ne sa poco. spiega ocn chiarezza tante cose Ti ispira di rispolverare la storia basso medio e alto medio evo. Brava NIcoletta!!!
Grazie, Sara.
Secondo me dovresti farli i spagnolo e diffonderli anche a Madrid sono sicura che avresti un sacco di seguaci perché le tematiche sono molte e differenti e fresche.
Forse hai ragione. Ci penserò.
Fai un sito multilingua! 🙂
Ci sto pensando. Però è lavoro doppio!!!
Carissima Nicoletta a quanto vedo sei BRAVISSIMA,proprio in questo periodo sto leggendo “IL Cammino di Santiago” di Paulo Coelho, molto interessante e chissa se no lo farò anch’io .Comunque è interessante questo sito ancora complimenti.
Grazie. Se lo fai, fammelo sapere.
Scritto davvero bene, complimenti, soprattutto per la tua conoscenza della storia del viaggio di S.Giacomo e del cammino che ne è conseguito nei secoli successivi!
Mi ha sempre colpito, in particolare, la storia del Campus Stellae, davvero suggestiva e toccante.
Tante cose ho avuto la fortuna di vederle da vicino, in questo anno appena trascorso sono partito da St.Jean Pied de Port sul Cammino Francese e ho raggiunto Leon, nell’estate di quest’anno completerò la rotta fino a Santiago e a Finisterre. Voglio proprio vedere i nuovi tesori che mi riserverà questa nuova avventura, fino ad ora quelli avuti sono stati bellissimi!
Confidiamo, come sempre, nella buona stella!!
Un saluto!!
Stefano S.
Grazie. Se ti è piaciuta la prima parte anche la seconda ti piacerà molto. Quando arriverai a Finisterre (adesso è chiamata Fisterra), troverai sull’ultimo scoglio, alla ‘fine della terra’ un paio di scarponi di bronzo, come quelli che lasciavano i Pellegrini a simboleggiare la fine del pellegrinaggio. Ti raccomando solo di non scegliere, se puoi, un periodo troppo richiesto, come per esempio Pasqua o agosto.
Dipende da come sono messo con l’università perchè sono in direttiva di laurea, e credo che proprio Agosto sia il mese più propizio! Ma vedremo come si metteranno le cose!
Grazie per il buon consiglio, ne terrò conto!
Buona serata!!
Allora tanti auguri per la laurea e anche se non è l’ideale, anche per il caldo, meglio agosto che niente.
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Grazie per queste interessanti notizie. Sei mai stata in Francia al santuario di Rocamadur ? E’ per te sicuramente se non lo conosci già una tappa da fare. Non ti dico nulla a riguardo sia perchè se lo conosci già, è inutile, sia per non togliere sorprese se lo vuoi andare a visitare. Dico solo che i francesi ci vanno a frotte per onorare la Vergine nera. Un abbraccio. Isabella
A questo proposito puoi leggere il mio último articolo ‘La spada di Orlando’. Grazie per la visita.
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Dovresti dare un’occhiata a questo: Buon divertimento
La via lattea (1969) di Luis Buñuel
Ti ringrazio molto per la segnalazione. Bunuel è un regista che ammiro molto e che ha anche dei punti di vista molto particolari su temi religiosi. Ho visto quasi tutti i suoi film, ma questo no lo conoscevo. Me lo vedrò con calma.
Vedrai che sorpresa allora!😀
Il film è molto interessante. Buñuel non si smente mai con la sua critica mordace e spesso irriverente alla Chiesa come istituzione (più che alla religione in sé). Questa critica appare spesso in altri film anche quando il soggetto è diverso. E’ come un’ossessione.Ti ringrazio molto di avermelo segnalato, non lo conoscevo.
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Un sogno nel cassetto. Un abbraccio.
Non si sa mai quandi i sogni si avverano, però succede molte volte. Te lo auguro.
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