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Arcangelo Gabriele, Basilica dell’Annunciazione, Baybars, Bellarino Bagatti, Cosroe II, Grotta dell’annunciazione, Nazareth, Xàire Maria
Sarebbe il luogo dell’annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria. O per lo meno ciò che resta, ossia solo una parte, perché il resto volò a Loreto, secondo la tradizione.
È la casa da nubile, quella dove viveva con i suoi genitori, Gioacchino e Anna. Le case del luogo avevano tutte le stesse caratteristiche. Non erano proprio tali, ma potremmo chiamarle case-grotta, perché erano parzialmente costruite e parzialmente scavate nella roccia.
La casa di Maria si trova attualmente all’interno della moderna basilica dell’Annunciazione consacrata da Paolo VI nel 1969, che è a due livelli: in quello inferiore, quello ‘archeologico’, si può vedere la piccola casa. Questa basilica sorge sui resti di una chiesa bizantina del V secolo, dell’epoca di Teodosio II, a sua volta costruita su una sinagoga giudeo-cristiana del III secolo, di cui rimangono stipiti e colonne, che prese il posto di una domus-ecclesia in cui si era trasformata la casa-grotta nel I secolo. Davanti alla chiesa-sinagoga fu scoperta una vasca battesimale.
Della chiesa bizantina, a tre navate, restano abside e mosaici, visibili nell’attuale basilica inferiore. Nel 614 fu distrutta da Cosroe II e poi dalla presenza musulmana. Però nel 1130 venne ricostruita dal principe Tancredi facendone una cattedrale crociata di stile romanico, con annesso monastero, della quale rimangono sei capitelli nel museo. Anche questa fu distrutta, nel 1263 dal sultano Baybars e non ne rimane che la grotta. I francescani, presenti in questo luogo come minimo dal 1546, riuscirono ad ottenere nel 1620 la concessione dei resti della basilica e costruirono nel 1730 una modesta chiesa che durò fino alla costruzione dell’attuale basilica.

Esiste una tradizione molto antica che indica questo luogo come la casa di Maria, conosciuta anche come la grotta dell’Annunciazione. Le prove archeologiche a sostegno di questa tradizione si basano principalmente su alcuni graffiti importanti appartenuti alla comunità giudeo-cristiana (II e III sec.) che testimoniano il culto alla Madonna, che confermerebbero l’ipotesi dell’esistenza della casa di Maria intorno alla grotta. Uno di questi dice proprio: XH MAPIA (abbreviazione in greco di Xàire Maria), rallegrati Maria, ripetendo il saluto dell’arcangelo Gabriele.
Recenti scavi archeologici a Nazareth hanno messo alla luce i resti di una abitazione del I secolo nei pressi della basilica dell’Annunciazione. Questo conferma come erano fatte le case secondo gli usi palestinesi del tempo, ossia con grotte, sili, vasche e scale che sono stati trovati nello stato originario.
Dagli studi su come erano costruite le case della Galilea ai tempi di Gesù sappiamo che la parte più interna scavata nella roccia era completata da un’altra esterna in muratura, che era il vero luogo della vita quotidiana. Questa parte esterna in muratura, formata da tre pareti, di cui è priva la dimora scavata nella roccia a Nazareth, combacerebbe con quella conservata nel santuario di Loreto1, secondo studi condotti tra il 1955 ed il 1960 dall’archeologo francescano Bellarino Bagatti.
La basilica dell’Annunciazione è il principale richiamo della città di Nazareth. Migliaia di pellegrini vengono a pregare sul luogo dove fu concepito Gesù, come ricorda la frase incisa sull’altare al centro della grotta:
VERBUM CARO HIC FACTVM EST
«Il Verbo si fece carne in questo luogo»
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1.- Per ulteriori informazioni sulla casa di Loreto, leggi il mio articolo “Una casa che vola”.
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