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Bassorilievo all’interno dell’Arco di Tito in cui si vede come i tesori del Tempio di Gerusalemme, fra cui la Menorah, vengono portati a Roma

Il Signore parlò a Mosè dicendo: “Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato. Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle: un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorata a martello. Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. (Esodo 25, 31-40)

La Menorah (pron. Menorà), il candelabro a setti bracci, è il simbolo più importante del giudaismo. Però non stiamo parlando di una qualsiasi menorah, ma ‘La Menorah’, con maiuscola, il famoso candelabro d’oro che era nel Tempio di Gerusalemme e che fu portato a Roma dalle truppe di Tito, insieme ad altri trofei, come conseguenza della distruzione del secondo Tempio, nell’anno 70 d.C.

Affiancata da due rametti d’olivo è attualmente lo stemma dello Stato di Israele ed è, da sempre, il simbolo dell’ebraismo. La Stella di Davide, la ‘magen’,  che vediamo nella bandiera, vi fu aggiunta solo a partire dal secolo XVII. Il suo nome contiene la radice ‘or’, luce, e ricorda il roveto ardente   -sul monte Horeb, dove Mosè ascoltò la voce di Dio-, l’albero della vita, la luce divina che guidava il popolo d’Israele durante l’Esodo. I suoi sette bracci ricordano la creazione del mondo, che fu creato in sette giorni.

Lo stemma dello stato di Israele, la Menorah fra due rami d’olivo, affiancato dalle bandiere della nazione

Fu fatta seguendo le istruzioni contenute nella rivelazione di Dio a Mosè durante l’Esodo, come si può leggere nell’Esodo 25, 31-40 (riportato sopra). Questa Menorah, costruita nel deserto, veniva custodita nel Tabernacolo, il santuario trasportabile. Poi fu collocata nel primo Tempio, costruito da Salomone verso l’anno 960, che successivamente fu distrutto da Nabucodonosor II nel 587 a.C. provocando l’esilio babilonese del popolo d’Israele. Nel 515 a.C. il Tempio fu ricostruito quando Ciro il Grande, conquistata Babilonia, permise agli ebrei di lasciare questa città e di ritornare in patria1. Anche questo secondo Tempio fu poi distrutto da Tito, como accennato sopra, e questa volta definitivamente.

La Menorah, insieme a tutte le altre ricchezze del Tempio fu portata a Roma, come bene possiamo vedere nel bassorilievo all’interno dell’Arco di Tito, alle pendici del Palatino. Fra tutti gli oggetti era quello di maggior valore, sia materiale (era d’oro) che simbolico, perché rappresentava la sconfitta della Giudea. Nella scena si vedono gli inservienti che portano gli arredi saccheggiati del Tempio (il candelabro, la tavola per il pane di proposizione con i vasi sacri, le trombe d’argento). Come si può dedurre dal rilievo, la Menorah era molto grande, alta come una persona, circa un metro e mezzo.

Arco di Tito. Si intravede il bassorilievo

La Menorah fu inizialmente custodita nel Tempio della Pace, nel Foro di Vespasiano, situato fra i Fori e la Suburra, e ci rimase almeno fino all’incendio dello stesso, accaduto nel 192 sotto Commodo. Non sappiamo esattamente dove fu collocata a partire da quella data. Fu trafugata dai Vandali di Genserico nel sacco di Roma dell’anno 455 e portata a Cartagine con il resto del bottino. Nel 533 Cartagine fu conquistata da Belisario, il generale di Giustiniano, che la portò a Bisanzio. Notizie imprecise indicano che da lì sarebbe arrivata a Gerusalemme, ma non si sa bene né come né quando, e se ne persero le tracce. Sarebbe stata poi trafugata dai Persiani nel 614 nel sacco di Gerusalemme e poi fusa. Ma sono solo speculazioni, che sfociarono nella creazione di un ‘mito’ dal quale sorsero varie leggende intorno alle ‘avventure’ della Menorah. Data la grandezza ed il peso dell’oggetto alcune teorie sostenevano che in realtà non aveva mai lasciato la Città Eterna. Altre teorie ancora sostengono che da Bisanzio fu riportata a Gerusalemme dai Crociati ….

Forse era affondata nel Tevere, o forse era nascosta nel Laterano, visto che è citata nella lista di reliquie della ‘Tabula Magna Lateranensis’, oppure, più recentemente, si credeva nascosta nei sotterranei del Vaticano. Un’altra teoria ancora sostiene che, una volta arrivata a Gerusalemme si sia persa o sia stata nascosta2, (o davvero fusa dai persiani, come accennato sopra). Ma quando?

La teoria di che fosse affondata nel Tevere riprese forza nel 2002 quando fu trovata una lapide secondo cui il candelabro sarebbe sato visto nel V secolo in fondo al Tevere, presso l’isola Tiberina, forse affondata accidentalmente durante il sacco di Roma. Però la famosa lapide si rivelò un falso del secolo XIX. Però ricerche nel Tevere già erano state fatte nel 1818 e non diedero nessun risultato.

Nel 1996 il ministro degli esteri israeliano Shimon Shetreet in visita al Vaticano chiese amichevolmente a Giovanni Paolo II di mostrargliela, insinuando quindi che il candelabro fosse nascosto in Vaticano, ma non ci fu nessuna richiesta ufficiale di restituzione.

Però la migliore delle teorie, formulata nel 1994, è quella che sostiene che la vera Menorah non fu mai portata via da Gerusalemme. Quella vera sarebbe stata nascosta in previsione della distruzione del Tempio mentre quella che Tito portò a Roma ne sarebbe solo una copia, o un candelabro pagano prelevato a Mileto, in sostituzione dell’originale. La teoria si basa sul fatto che quello rappresentato nell’arco di Tito non ha la forma che dovrebbe avere secondo la tradizione biblica, in quanto ha due piattaforme esagonali non descritte nella Torah, e con immagini non giudaiche di dragoni. Questa tesi è ulteriormente rafforzata dal fatto che neanche la Menorah rappresentata sulla Pietra di Magdala è come quella dell’arco di Tito. Se effettivamente fu nascosta, forse in un rifugio sotterraneo sotto la spianata del Tempio, il problema ora è che nessuno sa dove sia questo nascondiglio. 

Nuova Menorah realizzata nel 2012 dal Temple Institute. Gerusalemme.

Dal 2012 una replica della Menorah d’oro può essere oggi ammirata a Gerusalemme. Costruita dall’Istituto del Tempio (Temple Institute), che ha replicato molti antichi oggetti utilizzati nell’antico Tempio, è situata nel quartiere ebraico, dentro a un’enorme teca trasparente, proprio in alto alla scalinata che porta al Muro del Tempio. La Menorah è di bronzo, ricoperto da 45 chili d’oro di 24 carati, pesa mezza tonnellata ed è costata circa tre milioni di dollari3. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla generosità di Vadim Rabinovitch, magnate, e un leader della comunità ebraica dell’Ucraina.

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1.- Nel 586 a.C. gli oggetti di valore del Tempio furono portati a Babilonia. Nel Decreto di Ciro, che dispone anche la restituzione degli arredi d’oro e d’argento del Tempio portati via da Nabucodonosor, non è citato specificamente il candelabro, quindi non c’è certezza che la Menorah del secondo Tempio fosse la primitiva, ma è probabile.

2.- Questa teoria è quella su cui si basa Stefan Zweig nel suo romanzo ‘Il candelabro sepolto’

3.- Per saperne di più su come è stata realizzata clicca sul seguente link https://templeinstitute.org/history-holy-temple-menorah/