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Arca dell’Alleanza, Arco di Tito, Aronne, candelabro, Cappella San Lorenzo, Cristo, Domiziano, Efeso, Gerusalemme, Laterano, Leone X, Menorah, Mosè, Reliquie, Roma, sacrestia, San Giovanni, Sancta Sanctorum, Santa Francesca Romana, Santa Maria Nova, Scala Santa, Tabula Magna Lateranensis, tempio, Tito Vespasiano, tunica
La ‘Tabula Magna Lateranensis? Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Sicuramente molti conosceranno la basilica di San Giovanni in Laterano, una delle 4 basiliche principali di Roma. Ma non parleremo qui di questa magnifica basilica né delle innumerevoli opere d’arte che contiene, ma di un pannello del XIII secolo che si può vedere a sinistra della porta della sacrestia e che pochi conoscono. Mi riferisco alla ‘Tabula Magna Lateranensis’. Di fatto è possibile confondersi perché sul lato destro della porta della sacrestia c’è un altro pannello molto simile contraddistinto da un cartiglio ottocentesco che recita “Tabula Magna Lateranensis” ma che in realtà ricorda alcuni lavori che si fecero nella basilica nel secolo IX. La vera ‘Tabula magna’ è quella di sinistra e senza cartiglio.
In questo pannello in mosaico sono elencate, con lettere dorate su fondo nero, le reliquie custodite nella basilica e nella vicina cappella di San Lorenzo, più conosciuta come ‘Sancta Sanctorum’, al quale si accede salendo la Scala Santa. Questo pannello precedentemente si trovava dietro l’altare maggiore della basilica costantiniana, nel portico esagonale, dove lo fece collocare Papa Leone X (1513-1521). Ero veramente curiosa di capire cosa ci fosse scritto. Io di “latinorum” me ne intendo poco, pero grazie all’inestimabile aiuto della mia amica Valeria si è riusciti a tradurla, non senza qualche difficoltà perché, come Valeria mi dice sempre, non basta sapere il latino ma bisogna anche conoscere l’epigrafia latina, che ha delle regole precise in quanto a abbreviazioni, segni diacritici ecc..
Ecco la traduzione (*): “Basilica dedicata al Salvatore, a San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Altare ligneo che i santi pontefici possedettero dal tempo degli apostoli e sul quale celebravano le messe nei sotterranei e in nascondigli differenti a causa della incombente violenza della persecuzione. Sopra di esso vi è la tavola del Signore sulla quale Cristo cenò con i discepoli nel giorno dell’ultima cena. In quest’altare ci sono due ampolle che contengono il sangue e l’acqua usciti dal costato di Cristo. Così pure c’è [un pezzo] della culla di Cristo. La sua tunica priva di cuciture e il manto purpureo. Inoltre c’è il sudario di lino che fu [messo] sopra il suo capo e il panno con cui lavò i piedi dei discepoli. Inoltre [alcuni resti] dei cinque pani di orzo; delle ceneri e del sangue di San Giovanni Battista, e del suo vestito di peli di cammello; un po’ della manna della tomba di San Giovanni Evangelista e la sua tunica. Anche una parte delle catene con cui legato fu portato da Efeso. Le forbici con le quali gli furono tagliati i capelli per ordine dell’imperatore Domiziano. Proprio sotto questo altare c’è l’Arca dell’Alleanza all’interno della quale ci sono due tavole della Legge. La verga di Mosè e la verga di Aronne; qui vi è il candelabro aureo, il turibolo d’oro pieno di incenso e un’urna d’oro e piena di manna e dei resti dei pani dell’offerta. Tito e Vespasiano li fecero asportare da Gerusalemme e li fecero portare all’urbe (Roma) unitamente alle quattro colonne ancora presenti, come fino ad oggi si può vedere nell’arco di trionfo che fu eretto dal Senato e dal Popolo romano presso la chiesa di Santa Maria Nova, a seguito della vittoria a loro perpetuo ricordo.” (*) completata anche grazie al gentile contributo di Antonio
Per i 5 pani, probabilmente si riferisce al miracolo dei pani e dei pesci. La tunica inconsutile, senza cuciture, è quella che indossava Cristo poco prima di essere crocifisso e che i soldati se la giocarono a sorte con i dadi, perché non se la potevano dividere come fecero con le altre vesti. Riassume la leggenda secondo la quale San Giovanni Evangelista fu fatto portare da Domiziano a Roma da Efeso, fu tonsurato e messo nell’olio bollente. Dopo la sua morte, dalla sua tomba una volta l’anno usciva sempre una sostanza (una specie di cenere) con poteri curativi che veniva chiamata ‘manna’. Nomina la tavola dell’Ultima Cena, uno dei tesori di questa basilica, attualmente al di sopra dell’altare del Santissimo Sacramento. I pani dell’offerta sono i dodici pani che venivano offerti tutte le settimane a Dio e che Gesù ed i suoi discepoli mangiarono nonostante fosse sabato e nonostante potessero essere mangiati solo dai sacerdoti dopo essere sostituiti con dei nuovi. E invece, per quanto riguarda il candelabro, ci si riferisce all’assedio di Gerusalemme dell’anno 70 d.C. da parte di Tito e Vespasiano e la distruzione del tempio. Infatti uno dei rilievi all’interno dell’Arco di Tito (che è appunto vicino la chiesa di Santa Maria Nova, o Santa Francesca Romana), ci mostra come i soldati romani saccheggiano i tesori del tempio di Gerusalemme simboleggiati dalla Menorah, il candelabro della religione ebraica.
Riportiamo qui di seguito il testo in latino della Tabula Magna, grazie alla gentile collaborazione di Antonio. Hec Basilica Salvatoris Domini nostri Iesu Christi Sanctique Iohannis Baptiste, atque Beati Iohannis Evangeliste his sacrosanctis ac venerabilibus Sanctuariis insignita consistit. In primis hoc Altare ligneo quod Sancti Dei Pontifices & [= et] Martyres ab Apostolorum tempore habuerunt in quo per criptas & diversa latibula Missas celebrabant persecutionis rabie imminente, super quo desuper est mensa Domini in qua Christus cenavit cum Discipulis in die caenae. In hoc autem Altari sunt de sanguine & aqua de latere Christi ampulle due; item est ibi de Cuna Christi, Tunica inconsutilis & purpureum vestimentum eius; item sunt ibi sudarium quod fuit super caput eius & linteum unde pedes Discipulorum lavit; item de quinque panibus ordeaciis; item de cineribus, & sanguine Sancti Iohannis Baptiste & cilicium eius de pilis camelorum; de manna sepulchri Sancti Iohannis Evangeliste & tunica eius; etiam pars catene cum qua ligatus venit ab Efeso; forcipes cum quibus tonsus fuit de mandato Cesaris Domitiani. Sub isto nempe altari est Arca federis in qua sunt due Tabule testamenti, virga Moysi & virga Aaron. Est ibi candelabrum aureum.& thuribulum aureum thymiamate plenum & urna aurea plena manna & de panibus propositionum. Hanc autem Arcam cum candelabro & hiis que dicta sunt cum quatuor presentibus columnis Titus & Vespasianus a Iudeis asportari fecerunt Hierusolima ad Urbem sicut usque hodie cernitur in triumphali fornice qui est iuxta Ecclesiam Sancte Marie Nove ad victoriam & perpetuum monumentum eorum a Senatu Populoque Romano positum.
Un paio di osservazioni:
1. “Le forbici con cui fu tonsurato………… secondo il mandato di Cesare Domiziano”: al posto di “fu tonsurato” sarebbe meglio tradurre “gli furono tagli i capelli”. I puntini non sono necessari perché la tabula dopo “tonsus” ha immediatamente “de mandato” = per ordine dell’imperatore Domiziano. Per cui tutto il periodo: “Le forbici con le quali gli furono tagliati i capelli per ordine dell’imperatore Domiziano”.
2. ” Sicuramente … urna aurea piena di manna (proveniente ?) dai pani …………”: Tutto periodo non è tradotto molto bene: Perché il punto interrogati dopo “alleanza”? Si tratta infatti dell’Arca dell’alleanza che era nel tempio di Gerusalemme;
Le tavole del Testamento: esse sono “le due tavole della Legge” (= i 10 comandamenti)
“aurea piena” il testo riporta “urna aurea” = un’urna d’oro piena di manna;
(proveniente ?) dai pani …………candelabri……….: quel proveniente non ci vuole:dopo manna nel testo c’è un segno che vuol dire “et” = e e poi “de panis propositionum” non sono i pani del miracolo dei pani e dei pesci, ma sono i pani di cui parla anche Gesù in Mt 12,4.
I candelabri: il testo è singolare: esso infatti è il candelabro a 7 braccia (la menorah) che stava nel tempio di Gerusalemme e che insieme agli altri arredi fu portato a Roma da Tito dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. .
Sotto Tito Vespasiano: il testo ha TITUS ET VESPASIANUS: infatti sono due personaggi diversi, perciò Tito e Vespasiano;
perpetuo monumento: sarebbe meglio “a perpetuo ricordo ….
Antonio, ti rigrazio moltissimo per i tuoi suggerimenti e per il tuo aiuto nella traduzione. Ho già fatto le opportune modifiche. Per quanto riguarda i pani, all’inizio parla di 5 pani, che fanno pensare al miracolo dei pani e dei pesci. Per quanto riguarda gli altri pani, sicuramente hai ragione tu che si tratti dei pani di Presentazione.
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Cosa dirti, cara Nicoletta. Mi hai letteralmente lasciato di sasso. Non sapevo affatto della tua passione e della cultura con cui affronti argomenti per niente di attualità. Mi complimento con te e mi dispiace di non poter cooperare con te non essendo argomento di mia competenza, sia per preparazione culturale che professionale. BRAVA cugina carissima. Angelo
Grazie, Angelo. Quanto alla cooperazione, non si sa mai….
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Un grandissimo scritto, complimenti di cuore.
Grazie, sei troppo gentile.
non smetterei mai di leggerti, sei un dono ed una ricchezza unica.
Sono stata alla basilica ma non mi ricordo di questi pannelli, anche perchè il latino non lo conosco affatto, e sicuramente non avrò dato loro nessuna importanza. sapevo del tesoro conservato ma mai e poi pensavo fosse questo. Che tu sappia sono visibili al pubblico? ma ho capito bene.. allora l’arca dell’alleanza e le su e le sue tavole sono davvero qui ? o è leggenda? io pensavo non fossero state mai trovate . grazie x la tua passione, un saluto con tutta la mia stima
Salve, Rosa. Questi pannelli sono solo visibili se vai in sacrestia. Prima di entrare nella sacrestia li troverai a destra e a sinistra della porta. Tieni presente che furono fatti in un’epoca di pieno boom delle reliquie, dopo le Crociate, ad uso e consumo dei pellegrini. Quindi tutto quello che veniva portato dalla Terra Santa veniva dato ‘per buono’. La maggior parte delle reliquie di questa basilica, che venivano custodite nel Sancta Sanctorum, al quale si accede salendo la scala Santa, non sono più lì perché furono portate al Vaticano. Però delle cose elencate non c’è quasi niente di vero. Nonostante ciò, nella basilica ci sono ancora altre importanti reliquie, come descritto nel mi libro. Ti ringrazio molto per le tue parole che mi hanno quasi commosso.
grazie 🙂 sei hai scritto qualche libro me lo fai sapere?
http://www.mondadoristore.it/libri/Nicoletta-De-Matthaeis/aut01605560/ questo è il tuo vero?
Sì, è questo. Ulteriori informazioni potrai averle cliccando sulla copertina del libro (Andar per miracoli), nella parte destra del blog, sotto la dicitura ‘Scopri le reliquie di Roma’
Articolo molto interessante: c’è molta passione nelle tue ricerche, mai banali.
Nicola
Ti ringrazio di cuore.
Un articolo molto interessante. Volevo approfittare della tua cortesia e competenza per un’informazione: secondo te l’arca dell’alleanza (al di là che ci sia stata o meno) sarebbe stata conservata nell’altare maggiore di san Giovanni in laterano o nell’altare di san Lorenzo in palatio, sopra la scala santa? E ti risulta che l’altare di san lorenzo in palatio sia stato aperto nei primi del ‘900 e trovato vuoto? L’ho letto nel romanzo di Mulisch La scoperta del cielo. Grazie!
Salve. Non ho letto il libro che menzioni però posso dirti che fra la basilica Lateranense e il Sancta Sanctorum (San Lorenzo in Palatio) possedevano il maggiore numero di reliquie in assoluto. In linea di massima le reliquie della basilica lateranense riguardavano cose o persone dell’Antico Testamento e quelle del Sancta Sanctorum reliquie di Cristo e di santi del Nuovo Testamento. Per quanto riguarda l’Arca dell’Alleanza, se fosse stata conservata a Roma sono sicura che la comunità ebraica l’avrebbe reclamata ai suoi tempi. Quanto al Sancta Sanctorum, potrei accennarti qualcosa sul suo famoso tesoro, conservato in gran parte nella cosiddetta ‘Arca di Leone III’ (secolo IX) di legno di cipresso. Fu successivamente murata sotto l’altare, ossia sotto il tabernacolo dell’immagine dell’Acheropita del Salvatore. Al centro dell’arca, intorno al secolo XIII fu aggiunta una tavoletta con su scritto l’epografe SCA SCO RVM, ossia Sancta Sanctorum. Infatti il tesoro consisteva di molte reliquie e preziosi reliquiari. Il tesoro resistette a tutte le guerre e rimase intatto fino al 1903, quando si decise di andare a riesumarlo. Di fatto ritrovarono la cassa di cipresso con dentro le reliquie ed i preziosi reliquiari. Dovuto alle cattive relazioni fra lo Stato ela Chiesa, nel 1905, per precauzione, tutti i reperti furono portati in Vaticano. L’anno dopo ci fu un’altra ricerca, per vedere se ci fossero altre reliquie nei locali soprastanti l’altare, e ne trovarono, e poi cercarono anche dietro la lapide di porfido sotto l’Acheropita. Ma dietro la lapide non solo non c’era nulla ma non c’era neanche nessun ripostiglio. Poi le reliquie subirono altri spostamenti. Questo, spiegato per sommi capi. Spero di averti risposto.
grazie della risposta, mi è stata molto utile!
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