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La Chiesa li festeggia insieme, il 28 ottobre, e sono forse due fra gli apostoli meno conosciuti. Secondo la tradizione erano figli di Alfeo1 e di Maria di Cleofa2, quindi non solo erano fratelli, insieme anche a Giacomo il Minore, ma anche cugini di Gesù.

Simone era detto anche lo Zelota o il Cananeo, per distinguerlo da Pietro. Ambedue gli epiteti derivano dalla stessa parola, ossia dall’aramaico qen’ana, che vuol dire lo zelante, o forse lo zelota. Alcuni pensano che sia una particolarità de suo carattere ed altri che sarebbe appartenuto alla setta degli Zeloti che lottavano contro Roma, ma non è confermato dalle fonti.

Tutte le notizie intorno a quest’apostolo sono estremamente controverse ed incerte. Sarebbe succeduto a Giacomo il Minore come vescovo di Gerusalemme dal 62 al 107 anno in cui subì il martirio sotto Traiano a Pella, all’età di ben 120 anni (!!), dove si era rifugiato per sfuggire la Seconda Guerra Giudaica. Secondo il Martirologio Romano e la Legenda Aurea predicò in Egitto, in Mesopotamia e poi in Persia insieme a S. Giuda Taddeo, subendo insieme il martirio, a Suanir (ma in questo caso nell’anno 70). Secondo altre fonti il luogo del martirio sarebbe stato in Armenia o nel Caucaso orientale. Fu crocifisso ma nell’iconografia viene spesso presentato con una sega perché, secondo altre tradizioni, sarebbe stato lo strumento del suo martirio: lo avrebbero segato in due.

Simone – Francesco Moratti 1710 ca. – Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Tranne il suo capo, che è nel Duomo di Pienza, e qualche altra reliquia in altre chiese, il resto delle sue spoglie, insieme a quelle di Giuda Taddeo sono, dal 1605 nella basilica Vaticana, nel transetto sinistro, sotto l’altare che dal 1963 è dedicato a San Giuseppe.

Precedentemente le spoglie dei due apostoli si trovavano a Venezia, nella basilica a loro dedicata. Secondo la tradizione, nel 1438 un frate francescano di Lanciano si recò a Venezia per venerare le reliquie dei due santi, e  approfittò dell’occasione per portarsi a casa parte di queste reliquie: la testa e un avambraccio di Simone, e una tibia di Giuda. Quando il furto venne scoperto il doge di Venezia ne chiese la restituzione al vescovo di Chieti, il quale si rifiutò. Cercò di riprendersele con la forza, provocando l’intervento del re di Napoli Ferdinando che ordinò di mettere fine alle ostilità. A Venezia non rimaneva altro che riconoscere la nuova proprietà delle reliquie. Meno la testa di Simone, che è a Pienza, come accennato sopra, le altre due reliquie si trovano ancora a Lanciano, nel convento di Sant’Agostino.

Quanto a Giuda, non deve confondersi con Giuda Iscariota. Giuda viene chiamato anche Taddeo, che significa “il magnanimo”. Era agricoltore e forse lo sposo delle Nozze di Cana, dove Gesù fece il primo miracolo di trasformare l’acqua in vino.

Giuda Taddeo – Lorenzo Ottoni, 1712 ca. – Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Giuda sarebbe stato missionario in Giudea, Galilea, Samaria e Indumea, poi si sarebbe trasferito in Arabia, Siria e Mesopotamia. Avrebbe incontrato l’apostolo Simone Zelota in Persia che avrebbero evangelizzato insieme. Nella città di Suanir, verso l’anno 70, essendosi attratti le ire dei sacerdoti pagani che per questo motivo istigarono la popolazione, furono uccisi a colpi di mazza. Secondo altre versioni furono decapitati con la spada o un’alabarda. Nell’iconografia Giuda è rappresentato con un libro, simbolo della parola di Dio che con tanta veemenza predicò, oppure un’alabarda o una mazza. Furono sepolti a Babilonia. È palese la grande diversità delle versioni sulla vita e morte di questi due apostoli, luoghi e date, soprattutto per Simone.

Martirio di Simone e Giuda Taddeo – Stephan Lochner, particolare, 1435-1440 – Städelsches Kunstinstitut, Francoforte

La devozione per Giuda Taddeo è più diffusa nel resto del mondo che in Italia, soprattutto in Polonia, dove è molto comune il nome Tadeusz. In ogni caso, San Giuda Taddeo è conosciuto anche come il santo patrono dei casi disperati, senza rimedio, degli impossibili. Pare che questo speciale potere deriva da una tradizione del XVIII secolo per riparare l’oltraggio che aveva subito il santo che per secoli è stato confuso con l’altro Giuda, il traditore. Persino all’origine dei fatti, quando fu data la notizia che Giuda aveva tradito Gesù e poi si era suicidato, in un primo momento fu identificato con questo Giuda.

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1.- Secondo la tradizione Alfeo era fratello di San Giuseppe

2.- Maria di Cleofa era una delle ‘Tre Marie’: Maria di Cleofa, Maria Salomè (madre di Giacomo il maggiore e Giovanni) e Maria Maddalena

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