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Alfeo, Ananos, Diego Gelmírez, Erode Agrippa, Fernando Serrulla, Mauricio Burdino, Melisenda, Museo Diocesano di Ancona, Reliquie, San Giacomo Gerusalemme, San Giacomo il Maggiore, San Giacomo il minore, Santiago de Compostela, Zebedeo

Giacomo di Zebedeo e Giacomo di Alfeo sono due dei dodici apostoli. Il primo Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni Evangelista, fu il primo degli apostoli ad essere martirizzato. Secondo la tradizione, predicò nella penisola iberica ma nel 44 d.C. tornò a Gerusalemme, dove fu arrestato e decapitato sotto Erode Agrippa. Il suo corpo, compresa la testa, fu sepolto probabilmente nelle vicinanze. La tradizione occidentale dice che fu riesumato dai suoi discepoli che lo misero su una barca che, senza timone e senza vela, grazie all’intervento divino arrivò fino alla costa atlantica del Nord della Spagna, in un luogo vicino a dove circa otto secoli più tardi fu ritrovato, insieme ai corpi dei suoi due discepoli. Questo ritrovamento miracoloso riaccese la devozione per l’apostolo in terra ispanica, o forse gli diede il via, fondando un luogo a lui dedicato nel campo dove apparvero le stelle che indicavano la presenza delle reliquie (il campus stellae) che da quel momento in poi passò a chiamarsi Santiago (in onore al santo) de Compostela. Questo luogo, fin dalla fine del primo millennio, diventò, e continua ad essere, una delle mete di pellegrinaggio più importanti del mondo, come è da tutti saputo. E per distinguerlo dall’altro Giacomo, viene anche chiamato Giacomo il Maggiore1.
Il secondo Giacomo (il Minore), figlio di Alfeo era chiamato anche “il fratello del Signore”, perché probabilmente era suo cugino, o un suo parente. Conosciuto anche come il “Giusto”, prese le redini della Chiesa di Gerusalemme perché Pietro, Giacomo il Maggiore e Paolo erano in giro per il mondo ad annunciare la buona novella. Il suo martirio viene datato nel settimo anno dell’imperatore Nerone, quindi intorno al 61-62, sotto il sommo sacerdote Ananos il Giovane. Giacomo fu invitato dai capi giudei a salire sul pinnacolo del tempio per fare un discorso al popolo al fine di farlo desistere dalla fede in Gesù. Ma il suo discorso fu ben diverso, attirando le ire dei Giudei che lo fecero precipitare dal tempio. Visto che l’apostolo non morì nella caduta, cominciarono a lapidarlo e fu poi colpito sulla testa da un lavandaio, con un bastone per battere i panni. Fu seppellito dai fedeli vicino al tempio. Nel secolo IV le sue spoglie furono ritrovate e portate in una chiesa di nuova costruzione e poi nel secolo VI in un’altra ancora costruita dall’imperatore Giustino II, sempre a Gerusalemme. Le reliquie di questo apostolo attualmente sono molto sparse per il mondo, molte delle quali a Roma, nella chiesa dei XII Apostoli insieme a quelle dell’apostolo Filippo. La testa di Giacomo sarebbe attualmente conservata nella cattedrale di Santiago de Compostela, in un busto reliquiario2 nella cappella delle reliquie dove occupa un luogo preminente. L’avrebbe portata nella penisola iberica, sottratta da Gerusalemme, il vescovo di Braga (attuale Portogallo) Mauricio Burdino, verso il 1109 e depositata temporaneamente, dovuto alla pericolosità della strada del ritorno in patria, nel monastero di Carrión de los Condes, in terra castigliana. Verso il 1116 Urraca, regina di Castiglia e León se ne impadronì e la donò alla chiesa di Santiago, in quel momento retta dall’arcivescovo Diego Gelmírez.
Quindi a Santiago de Compostela ci sarebbe: il corpo intero di San Giacomo il Maggiore (anche se molte parti del suo corpo sono sparse in molte chiese dell’orbe cristiano) e la testa di San Giacomo il Minore. Ma non è così semplice.

Già la Historia Compostelana3, una cronaca del secolo XII, riporta due diverse versioni del trasferimento delle reliquie di Giacomo il Maggiore. La prima, la translatio di Mauricio, indica come il cranio di Giacomo, però il Maggiore, non il Minore, sarebbe stato sottratto dal vescovo Mauricio a Gerusalemme durante un pellegrinaggio, e poi entrato in possesso dell’arcivescovo di Santiago de Compostela, Diego Gelmírez, come indicato prima. Questo evidentemente poneva in discussione l’identità della reliquia ivi conservata. La seconda versione, che prevarrà sulla prima nel momento in cui cresce il prestigio della sede compostelana, e che è quella attualmente ‘ufficiale’, sostiene l’arrivo a Compostela del corpo intero di San Giacomo il Maggiore, come già spiegato, facendo per conseguenza ‘diventare’, dal XIV secolo in poi, la testa di questi quella di San Giacomo il Minore.


Ultimamente sono stati resi pubblici i risultati di uno studio4 realizzato dall’antropologo Fernando Serrulla sul cranio di San Giacomo il Minore (da tempo ridotto in frantumi) conservato nella cattedrale di Santiago de Compostela, commissionato trent’anni fa dalla cattedrale compostelana e dal governo regionale della Galizia. Secondo questo studio, il cranio di San Giacomo il Minore presenta traumi compatibili con il martirio che secondo le scritture avrebbe subito San Giacomo il Maggiore (fu decapitato) e allo stesso tempo non si evidenziano lesioni come quelle che avrebbero provocato la morte di quest’individuo se avesse patito il martirio di Giacomo il Minore, ossia un trauma cranioencefalico provocato da colpi di oggetto contundente. Presenta invece segni di decapitazione provocate da uno strumento tipo spada. La lesione frontale avvenne prima di quella parietale, trattandosi probabilmente di un caso di esecuzione per la così chiamata morte dei tre colpi, che consisteva, nell’epoca romana, nell’assestare un colpo laterale con un’arma corta e contundente che stordiva, poi un secondo colpo con la vittima già per terra e un terzo colpo che assicurava la morte sezionando il collo, anche se questo terzo colpo non si evidenzia sui resti. Invece, nessuno studio è stato realizzato sui resti di San Giacomo il Maggiore dall’1884 ai nostri giorni, ossia da quando il papa Leone XIII, con la bolla Deus Omnipotens confermò l’autenticità dei resti di San Giacomo il Maggiore a Compostela, nonostante i numerosi dubbi che esistono sull’autenticità di questi resti, soprattutto in ambito scientifico.

Al margine di tutte queste storie e/o y tradizioni, c’è n’è un’altra, quella che lega i due apostoli alla cattedrale armena di Gerusalemme, dedicata a San Giacomo, e si trova nel quartiere armeno, nella città vecchia. Fonti scritte a partire del XII secolo confermano la venerazione in questo tempio delle spoglie di San Giacomo il Minore e della testa di San Giacomo il Maggiore. Quest’ultima vi sarebbe giunta da Jaffa, luogo in cui il corpo senza testa dell’apostolo sarebbe salpato e arrivato miracolosamente a Compostela. La venerazione armena di Giacomo avrebbe avuto inizio durante il regno della regina Melisenda (1143-1152), vedova di Folco d’Angiò e figlia di Baldovino, re di Gerusalemme, e di Morfia di Melitene, principessa di origine armena, che avrebbe fatto ampliare la chiesa gerosolimitana di San Giacomo il Minore creata sull’abitazione di quest’apostolo, e che contiene una cappella dedicata al Maggiore. Secondo la tradizione armena, la testa di Giacomo il Maggiore, una volta decapitato, fu portata da un angelo a Giacomo il Minore, ancora vivo, che la depose nel terreno dove ci sarebbe stata la sua casa.
E così, abbiamo in una stessa chiesa le spoglie di Giacomo il Minore (non so quante perché nel mondo ce ne sono parecchie, soprattutto a Roma) e la Testa di Giacomo il Maggiore. Ossia esattamente al contrario che a Santiago di Compostela. Però la devozione principale della comunità armena è per Giacomo il Minore, anche se la venerazione della testa di Giacomo il Maggiore gode ancora di molta devozione da parte della Chiesa latina di Gerusalemme, per esempio della comunità francescana.
E poi, per dirla tutta, c’è anche un altro cranio attribuito a Giacomo il Minore ad Ancona, presente fin dal Medio Evo, e oggi conservato nel museo diocesano annesso alla cattedrale di San Ciriaco. Questa reliquia sarebbe compatibile con quelle conservate nella chiesa dei Santi XII Apostoli di Roma….
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1.- Per saperne di più sul Camino de Santiago e le reliquie dell’apostolo, rimetto alla lettura dei miei lavori: Il ‘Camino de Santiago: il pellegrinaggio di moda’ e ‘Legati ad una reliquia: Un viaggio alla scoperta di sette reliquie che hanno cambiato la storia’
2.- Busto reliquiario del 1322, realizzato in argento dorato con smalti e gemme.
3.- Pubblicata per prima volta nel 1765 da Enrique Flórez, nell’opera España Sagrada
4.- F. Serrulla. A Forensic Anthropological Study of Human Remains Attributed to the Apostle James Alphaeus, in Forensic Antrhropology, University of Florida. Sept. 10, 2021.
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𝓑𝓾𝓸𝓷𝓖𝓲𝓸𝓻𝓷𝓸
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╰•▃▃▃•╯ e tanti auguri per il nuovo anno♥
Grazie! Buon anno anche a te!
Davvero che confusione!
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