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San Filippo. G. Mazzuoli (1643-1725) – Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Era originario di Betsaida quindi galileo, però come Andrea, aveva un nome greco. Nacque verso l’anno 5 e pare che fosse sposato e con figli. Fu colui che portò Bartolomeo da Gesù. Una delle volte in cui viene citato nel Vangelo è nel momento della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

         “Ora avendo Gesù alzati gli occhi e visto che una gran turba veniva da lui, dice a Filippo: ‘Dove compreremo dei pani per sfamare questa gente?’ Ma ciò diceva per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: ‘Duecento denari di pane non bastano neanche a darne un pezzetto per uno’”. (Gv 6, 5-7)

Per quest’episodio del Vangelo, nell’iconografia a volte è rappresentato con un pezzo di pane in mano, ed altre volte con la croce, strumento del suo martirio.

La tradizione vuole che abbia predicato in Scizia (parte dell’attuale Ucraina), Lidia e soprattutto in Frigia (parte della Turchia asiatica), dove sicuramente passò gli ultimi anni della sua vita e dove fu martirizzato, crocifisso a testa in giù, come Pietro, nell’anno 80. La sua sepoltura era stata situata dalla tradizione a Herapolis, attuale Pamukkale dove, di fatto, è stata trovata nel 2011 da una spedizione archeologica italiana guidata dal Prof. Francesco d’Andria, fra i resti di una basilica del secolo V a tre navate, essendo situata nella parte centrale del tempio. Una tipica tomba romana del I secolo, che si trova nel luogo dove sorgeva una necropoli romana. Sulle pareti del piccolo edificio sono presenti molti graffiti con croci. Un sigillo di bronzo di circa un cm di diametro, presente nel Museum of Fine Arts di Richmond, negli Stati Uniti, e che proviene da Hierapolis, avalla l’ipotesi dell’attribuzione a Filippo di questa tomba. Sul sigillo, che serviva per autenticare il pane di San Filippo che si distribuiva ai pellegrini, appare la figura di un santo con un’inscrizione che recita “San Filippo” e sul bordo scorre il trisaghion in greco1. La figura del santo è rappresentata tra due edifici: quello alla sinistra, è coperto da una cupola, e si capisce che rappresenta il Martyrion ottagonale, di cui parleremo in seguito; quello alla destra, con un tetto a due spioventi, è la basilica, con una lampada appesa all’ingresso, a indicare il sepolcro di un santo.

Tomba di San Filippo, Hierapolis
Sulla sinistra, la tomba di San Filippo che era situata al centro di una basilica a tre navate di cui ancora si possono vedere i ruderi – Hierapolis
Sigillo i bronzo che serviva per autenticare il ‘Pane di San Filippo’ – Museum of Fine Arts, Richmond, USA

A pochi passi dalla tomba è stato localizzato il Martyrion, oggi solo ruderi di un edificio ottagonale costruito nel IV-V secolo sul luogo dove fu martirizzato l’apostolo. Era aperto in tutti i suoi lati ed i pellegrini potevano circolare liberamente per tutto l’edificio che era considerato un santuario di guarigione. Però non solo venivano a cercare guarigioni, ma ancha conforto morale e ispirazione. Verso la metà del V secolo venne trasformato in chiesa con la costruzione di un synthronon2, una cupola centralizzata e la chiusura degli ambienti che prima erano aperti mediante il restringimento delle aperture e la collocazione di porte. Purtroppo verso la fine del V secolo, inizi del VI, subì un incendio che provocò la progressiva spoliazione del sito. Poi, verso il X secolo vennero edificate due cappelle e abitazioni di fortuna fra le parti superstiti del santuario.

Martyrium di San Filippo, veduta aerea. Hierapolis
Martyrium di San Filippo, Hierapolis
Ricostruzione del Santuario del Martyrium

La tomba, nel momento del ritrovamento era vuota, perché le spoglie dell’apostolo, già dal VI secolo, sono a Roma, insieme a quelle di Giacomo il Minore3, nella chiesa dei Santi XII Apostoli, dove oggi sono venerate nella cripta sotto l’altare maggiore, custodite in un sarcofago di marmo. Di fatto la Chiesa li festeggia insieme, il 3 maggio.

Basilica dei Santi XII Apostoli – Roma
Sarcofago contenente le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo il Minore. Basilica dei Santi XII Apostoli, Roma

Le reliquie, o per lo meno parte di esse, furono trasferite a Roma da Costantinopoli intorno al 560, al tempo dei papi Pelagio (556-561) e Giovanni III (561-574), e collocate nella primitiva basilica, dedicata a questi due apostoli, fatta edificare come ex voto per la liberazione di Roma dai Goti. Non abbiamo notizie di come furono traslate da Hierapolis a Costantinopoli. Le reliquie poi, furono riscoperte nel 1873 nella stessa chiesa, sotto l’altare maggiore. Ma si dovette scavare per trovarle. Apparve un piccolo loculo contenente una cassetta con molti frammenti di ossa, alcuni denti, altro materiale osseo e tessuti con tracce di color porpora, tutto questo sotto una lastra di marmo frigio, databile al VI secolo. Grazie a poche ossa rimaste quasi integre lo studio dei resti constatò che appartenevano a due persone di sesso maschile, uno di costituzione più robusta (Giacomo) e l’altro (Filippo), di costituzione più piccola. Fino a quel momento nella stessa basilica si venerava un reliquiario con il piede intatto di Filippo ed un altro reliquiario con il femore di Giacomo, reliquie che poi si sono dimostrate compatibili con quelle successivamente ritrovate.

Nel 2017, una delegazione di Frati Minori Conventuali, a cui è affidata la basilica dei Santi XII Apostoli di Roma, ha consegnato due reliquie insigni dell’apostolo Filippo a due chiese di Smirne, simbolizzando così il ‘ritorno’ di San Filippo in Turchia.

Oltre a quelle citate, reliquie di quest’apostolo sono presenti anche in altre chiese di Roma e in altri luoghi. Per esempio, un braccio dell’apostolo giunse a Firenze nel 1205 per volontà del patriarca di Gerusalemme Monaco, di origine fiorentina, e si trova presso il duomo.

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1.- «Santo Dio, Santo forte, Santo immortale, abbi pietà di noi»

2.- Struttura semicircolare che nelle chiese paleocristiane era situata nell’abside, o dietro questa, ed era riservata al clero.

3.- Per le reliquie di San Giacomo il Minore rimetto alla lettura dell’articolo “Le teste di San Giacomo il Maggiore e San Giacomo il Minore: ma che confusione!!

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