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Si tratta di un magnifico reliquiario/stauroteca1 bizantino datato intorno al XIII-XIV secolo, con aggiunte del XV secolo, commissionato molto probabilmente dalla principessa bizantina Irene Paleologina, o per lo meno il crocefisso custodito all’interno, ed il resto realizzato in un secondo momento. Di fatto, il nome di questa principessa lo troviamo inciso lungo il bordo di detto crocefisso, indicando che questa principessa lo aveva fatto adornare in argento.2  Fu donato verso il 1430 dall’imperatore Giovanni VIII Paleologo (1425-1448) al suo confessore Gregorio III Mammas, futuro Patriarca di Costantinopoli (1443-50), che insieme al Cardinale Bessarione, (Patriarca di Costantinopoli dei Latini e Legato pontificio a Venezia) propugnava l’unione della Chiesa Ortodossa con la Cattolica.

– Stauroteca Bessarione, Recto. Parte interna allo scoperto. Su fondo di smalto nero decorato con rosette d’oro la croce è attorniata da 4 piccole teche contenenti le reliquie, protette da piccole lastre di cristallo, le immagini degli imperatori Costantino ed Elena, dipinte su vetro e, nella parte superiore due piccoli mezzi busti degli argangeli Michele e Gabriele, in oro

Gregorio fu deposto dagli antiunionisti nel 1450 e riparò a Roma. In punto di morte (1459) lasciò il reliquiario al Cardinale Bessarione. Questi, a sua volta, ne fece dono alla Scuola Grande di Santa Maria della Carità di Venezia, che però l’avrebbe ricevuto solo dopo la sua morte. Bessarione, già era stato accolto a Venezia dal Doge e dal Senato nel 1463 in una cerimonia nella quale fu nominato confratello d’onore della Scuola Grande della Città in sostituzione del cardinale Prospero Colonna da poco deceduto. Quindi la donazione era un gesto di riconoscimento verso quest’istituzione. In precedenza, nel 1438, il cardinale Bessarione aveva visitato La Serenissima al seguito dell’imperatore bizantino Giovanni VIII. Il reliquiario arrivò alla Scuola di Venezia nel 1472, alla morte del cardinale, secondo quanto aveva disposto.

– Croce (Recto e verso)

Con l’invasione napoleonica la Scuola venne soppressa nel 1806 e l’oggetto giunse a Vienna nel 1821, attraverso il mercato antiquariale, e fece parte delle collezioni imperiali dell’imperatore Francesco I d’Austria, prima nel palazzo di Hofburg a Vienna e successivamente nel castello di Ambras di Innsbruck. Nel 1896 il reliquiario fu di nuovo portato a Vienna, nel Kunsthistorisches Museum dove rimase fino al 1921, data in cui fu restituito all’Italia in seguito agli accordi di restituzione di opere d’arte del 1919, conseguenti alla caduta dell’Impero Austro-Ungarico e la fine della Prima Guerra Mondiale. Ritornò alla Scuola della Carità, nel frattempo ribattezzata Gallerie dell’Accademia.

Si tratta di un tipico reliquiario bizantino con croce estraibile3, le cui misure della tabella centrale sono 47 x 32 x 4,5 cm (con l’asta: 109 x40 x 19).

-Stauroteca Bessarione. Parte frontale, chiusa da un pannello a scorrimento sul quale è dipinta una scena della crocefissione di Cristo, con la parte superiore coperta da una lamina sagomata d’argento dorato. È circondata su tre lati da una cornice nella quale sono rappresentate sette scene della passione di Cristo

La ‘cassetta’ contenitrice della croce è realizzata in legno decorato con smalto, oro, lamine d’argento dorato e bronzo, perle e pietre preziose. Contiene inoltre quattro piccole teche sigillate con cristallo di rocca che custodiscono altrettanto reliquie, ossia due frammenti della Vera Croce e due della Sacra Tunica, che sono disposte intorno alla croce, incassata in uno spazio ad hoc. Questo ‘contenitore’ può essere aperto e chiuso da un pannello a scorrimento.

Ma vediamone i particolari.

Nella parte frontale, il pannello a scorrimento, è contornato su tre lati da una cornice fissa, sulla quale sono dipinte sette scene della Passione di Cristo separate de fasce di gemme e filigrana. Nel pannello centrale mobile è rappresentata una scena dipinta della crocefissione, impreziosita nella parte superiore da una lamina d’argento dorato e da una fila di gemme.

– Stauroteca Bessarione. Una delle teche con dentro un frammento della Vera Croce (sinistra) e piastrina con il mezzo busto di un arcangelo (destra)

La croce estraibile a triplice traversa è in legno ricoperto da lamine d’argento dorato a filigrana e da piccoli dischi in smalto verde che contengono simboli o lettere dell’alfabeto greco. Nel recto ha un crocifisso in altorilievo e nel verso si ripete la decorazione in filigrana e dischi smaltati. Il pannello centrale interno che ospita la croce è formato, oltre che dalle quattro piccole teche sopra citate, da due targhette in oro con i mezzi busti degli arcangeli Michele e Gabriele, nella parte superiore, e dalle figure di Costantino ed Elena, ai due lati della croce, dipinte su vetro. Il tutto incorniciato da una decorazione di fiori tipo margherite o rosette che spiccano su un fondo di smalto nero. 

– Stauroteca Bessarione. Le immagini degli imperatori Costantino e Elena dipinte su vetro

La parte posteriore del reliquiario è ricoperta da una lamina d’argento che reca una targa che ricorda la donazione alla Scuola Grande di Santa Maria della Carità da parte del cardinale Bessarione.

Bessario · Episcopvs · Sabin[ensis] · Car[dinalis] · Nicaenvs · Patriarcha · Constantinopolitanvs · Beatae · Virgini · Mariae · Scholae · Caritatis . Venetiis.

-Stauroteca Bessarione. Parte posteriore con la targa che ricorda la donazione da parte del Cardinale Bessarione

L’asta d’argento e il piedistallo su cui poggia sono un’aggiunta commissionata dallo stesso cardinale Bessarione, e quindi realizzata prima dell’arrivo dell’oggetto a Venezia, per poter adattare il reliquiario anche ad uso processionale. Il raccordo dell’asta al reliquiario è stato realizzato con un sostegno di foglie e volute anch’esse d’argento dorato, assicurato da una cornice/armatura d’argento.

Nel 2010 fu sottoposto a un accurato restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure che si protrasse per circa tre anni e nel 2013 fu restituito alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove può essere attualmente ammirato.

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1.- Dal greco stauròs (croce) e theke (raccolta). Reliquiario che contiene uno o vari frammenti della Vera Croce.

2.- Irene Paleologina era figlia di Demetrio Paleologo, a sua volta fratello di Michele IX (1294-1320), co-imperatore con suo padre Andronico II il Paleologo (1282 y 1328). L’iscrizione recita: “Eirene Palaiologina, figlia del fratello dell’imperatore, decora con argento l’immagine mondialmente venerata della croce, per la salvezza ed il perdono dei peccati”.

3.- Confronta questo reliquiario con la Stauroteca di Limbourg