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Las reliquias de Buda Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Una collezione di reliquie di Buddha e di altri maestri buddhisti ha per anni fatto il giro del mondo, il ‘Maitreya Heart Shrine Relic Tour’, dimostrando che il culto delle reliquie è molto presente anche nella religione buddhista. Fra gli oggetti esposti, le famose ‘sharira’ (reliquie) o ‘ringsel’. Si tratta di particelle arrotondate di diversi colori, una specie di sassolini, dure e di natura indeterminata. Le sharira possono essere prodotte non solo dai Buddha, ma anche da altre persone che abbiano raggiunto un alto livello spirituale nell’ambito di questa religione.
Dopo la cremazione, viene fatta una ricerca nelle ceneri per trovare le ‘sharira’, che non sono propriamente resti del corpo ma una sorta di secrezioni lasciate dallo stesso dopo la cremazione. Una volta raccolte, vengono conservate in reliquiari o in ‘stupa’ o all’interno di statue che poi divengono oggetto di venerazione. Si crede che sono la materializzazione delle qualità spirituali di compassione e saggezza del maestro a cui appartenevano. La benedizione ricevuta con queste reliquie, appoggiandole sulla testa, purifica dal karma negativo. Sono venerate da tutte le scuole o correnti buddhiste. Solo nel caso di Buddha vengono denominate ‘sharira’ anche altri parti del corpo, come i capelli ed i denti dei quali parleremo dopo.
Secondo la tradizione, le ‘sharira’ di Buddha furono divise in otto parti e distribuite in altrettanti ‘stupa’. Nella pagoda de Shwedagon (Rangoon, Birmania) inoltre, sono venerati, fra le altre reliquie, otto capelli di Siddharta Gautama Buddha.
Ma fra le relquie di Buddha, senz’altro la piú famosa è il dente di Buddha, conservato nel Tempio del Sacro Dente (‘Sri Dalada Maligawa’) a Kandy, nello Sri Lanka, oggi uno dei maggiori centri di pellegrinaggio buddhista del mondo e dichiarato patrimonio mondiale dall’Unesco. Buddha morì a Kushinagar, al Nord dell’India, nel VI secolo a.C. e, secondo la tradizione indiana, il suo corpo fu cremato. Alla fine della cremazione i suoi discepoli frugarono nelle ceneri e trovarono quattro denti intatti che furono distribuiti, insieme alle ceneri, agli otto sovrani che ne potevano reivendicare il diritto. Il monaco che fece la distribuzione sottrasse un dente e lo nascose nel suo turbante ma Sakka, il re degli dei, si introdusse furtivamente nel turbante del monaco per rubare, a sua volta, il dente e lo trasportò nel regno celeste. Altri due denti volarono anch’essi in cielo, dopo un tentativo di distruggerli da parte dei due re che ne erano entrati in possesso, per paura del grande potere del Buddha. Quindi sulla terra ne rimase solo uno, quello donato al re Brahmadatte di Dantapuri, nello stato di Orissa. Presto il dente si guadagnò la fama di essere un ‘creatore di re’, perché chiunque ne reivendicasse il possesso era destinato a governare. Dopo
numerose guerre per impadronirsi della preziosa reliquia nel IV secolo il dente era passato nelle mani del re Guhasiva di Kalinga il quale, temendo che finisse nelle mani dei suoi nemici, lo affidò a sua figlia, la principessa Hamamali che, insieme al principe Dantakumara lo portarono, nascosto nell’acconciatura della principessa, a Sri Lanka. Quando nel XVI secolo le prime potenze coloniali arrivarono sull’isola invasero inizialmente la zona costiera. Kandy, dov’era custodito il dente, si trova all’interno, in una zona montagnosa e non facile da raggiungere. Quindi per un periodo il dente rimase indisturbato. Quando poi gli inglesi arrivarono anche in quella zona e fecero crollare le difese di Kandy, per prima cosa misero sotto la loro protezione la reliquia. Nel 1818 cominciò la guerra di indipendenza durante la quale il dente rimase saltuariamente sotto il controllo britannico. Poi fu ufficialmente restituito alle autorità singalesi nel 1853, e quando nel 1948 l’isola si rese definitivamente indipendente dall’Impero Britannico, il dente fu considerato il simbolo del rifiuto alla sottomissione imperialista.
Il dente è conservato in uno scrigno che viene aperto al pubblico solo una volta ogni cinque anni. Ogni anno, durante il plenilunio fra luglio e agosto, si celebra a Kandy la ‘Esala Perahera’, una festa che ricorda l’arrivo a Sri Lanka della reliquia e che constiste in una processione di elefanti riccamente decorati, per la quale è diventata famosa l’isola. Uno degli elefanti, il più grande, il ‘Maligawa Tuskra’, porta un baldacchino con la copia dello scrigno che contiene il dente. Il dente è, senza ombra di dubbio, il simbolo di Sri Lanka e della loro identità nazionale.
Però come mai esistono altri denti di Buddha in giro per il mondo? Kubilai Khan (Il Gran Can di Marco Polo) desiderava avere una reliquia di Buddha in Cina e la richiese a Kandy attraverso i suoi emissari. Gli fu mandato il dente, probabilmente un falso, che per più di mille anni divenne la reliquia buddhista più famosa della Cina, conservata in un tempio nei pressi della Cittá Imperiale. Con l’avvento del comunismo i cinesi non gli diedero piú importanza. Negli anni cinquanta, la Birmania chiese alla Cina il dente prestato per un’esposizione. I cinesi glielo diedero senza intenzione di farselo restituire, ma poi, quando capirono l’importanza della reliquia lo rivollero indietro. I Birmani, privati della reliquia, ne costruirono una copia (un falso di un falso), per poterlo venerare a piacimento. La Birmania (oggi Myanmar) è tuttora oggi uno dei paesi buddhisti più devoti del mondo. Una volta l’anno il dente (ossia la copia) viene tolto dal suo sacrario a Paungde, posto sulla schiena di un elefante e fatto sfilare in processione. Questo conferisce la benedizione a tutti i presenti. Anche se la cerimonia è religiosa, è lo Stato che controlla la reliquia e, attraverso il controllo del suo uso, vuole controllare l’influente casta dei monaci.
Attualmente in India, che è la culla del buddhismo -anche se oggi fra le religioni dominanti di questo paese il buddhismo non è una di queste- è possibile fare il famoso ‘Tour di Buddha’ con un treno speciale, il Mahaparanirvana Express (Maha = grande), che ripercorre tutti i luoghi santi legati alla vita di Siddharta. Partendo da Delhi potremo visitare Lumbini, dove nacque; Bodh Gaya, dove ebbe l’illuminazione; Sarnath e Rajgir, dove Buddha fece i suoi più importanti discorsi pubblici; e Kushinagar, dove morì. Un po’ come fanno i nostri pellegrini in Terra Santa.
Ho visitato il tempio di Kandy l’ anno scorso, durante le festività in onore del dente. Si respirava molta devozione nei fedeli, molto emozionante stare in mezzo a loro e percorrere il, percorso che portava alla sala con il dente, spinti, per andare veloci, dai monaci buddhisti. Quasi tutti i fedeli prima di osservare la teca con la reliquia offrivano fiori di loto e tutto il tempio era un fantastico insieme di colori e profumi!
Questi luoghi sono sempre molto affascinanti. In India ed in Thailandia ho visitato molti templi ma non sono scesa fino a Sri Lanka. Chissà, forse un giorno… magari durante la festa.
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L’ha ribloggato su passoinindia.
ciao, interessante articolo, l’ho ribloggato, spero non ti dispiaccia ma lo trovo in tema con il mio blog…
No, anzi, mi fa piacere che ti sia interessato.
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Che storia per un solo dente. Non capirò mai la religione. Anche se ho letto ‘The cult of the Saints’ dello scrittore Brown quando studiavo. Ce l’ho ancora qua nella libreria. Bellissimo quel libro, e ti spiega tanto il motivo dei credenti.Lo conosci? Buon weekend…. xx
No, non l’ho letto. Prendo nota. Come stai?
Bene. Sono in vacanze con marito a firenzze
Questo me lo leggo con tutta calma. Per ora un saluto grande!
un salutone anche a te.
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oggi ho riproposo il tuo articlo sul mio blog
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