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Busto di San Gennaro, Busto di Sant’Agata, Busto reliquario, Concilio Lateranense, Cuore di Santa Teresa, Gerusalemme celeste, Mitra di San Gennaro, Piede di Maria Maddalena, reliquiari, Reliquiari antropomorfici, Reliquie, Santa Teresa d’Avila, Sant’Agata, Stauroteca
Relicarios antropomorfos Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
La reliquia di un santo è la presenza dello stesso santo fra di noi. E questa presenza era molto piú sentita a partire dal Medio Evo. Mediante le reliquie il santo veniva presentato al popolo in modo visibile. E non solo: le reliquie erano avvolte da un alone magico perché avevano il potere di fare miracoli.
Per rafforzare quest’idea di un qualcosa di gran valore, per la loro esposizione e venerazione venivano utilizzate delle custodie ricche e lussuose. I materiali scelti erano tra i piú pregiati e preziosi e addirittura il proprio edificio destinato a custodirle poteva acquisire il valore di reliquiario, come per esempio La Sainte Chapelle di Parigi, costruita per ospitare la corona di spine di Cristo. Questi materiali, oro, argento, avorio, pietre preziose, perle, ecc., oltre ad avere un valore instrinseco avevano anche un valore simbolico, più precisamente quello ispirato dal libro dell’Apocalisse quando descrive la magnificenza della Gerusalemme celeste (Ap 21, 15-22), dove il Padre ci accoglierá dopo il Giudizio Universale.
“E colui che parlava con me aveva una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e il suo muro. La città era a forma quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era di dodicimila stadi; la sua lunghezza, larghezza e altezza erano uguali. Misurò anche il muro ed era di centoquarantaquattro cubiti, a misura di uomo, cioè d’angelo. Il muro era fatto di diaspro; e la città era di oro puro, simile a cristallo trasparente. Le fondamenta del muro della città erano adorne d’ogni pietra preziosa; il primo fondamento era di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedonio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardonico, il sesto di sardio, il settimo di crisolito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte erano dodici perle; ciascuna delle porte era fatta di una sola perla; e la piazza della città era di oro puro, come di cristallo trasparente”.
Esistono varie tipologie di reliquiari a seconda della reliquia che contengono. Così i reliquiari che contengono frammenti della Vera Croce, chiamati stauroteche (dal greco staurós, croce), in molte occasioni sono a forma di Croce.

Vari reliquiari antropomorfici contenenti le gambe, i femori, le braccia, una mammella (reliquiario centrale) e il velo (cilindro di vetro) di Sant’Agata. Basilica Cattedrale di Catania
La pratica di smembrare i corpi dei santi cominciò a preoccupare seriamente la Chiesa ufficiale perché si prestava a un traffico illecito. Così, il quarto Concilio Lateranense (1215) al fine di contrastare la tendenza che le reliquie “venissero esposte per essere vendute o fossero esibite in modo disordinato” ne proibí la vendita (proibizione ancora vigente) e raccomandò che fossero sistemate in apposite teche (Canone 62).
Pertanto, a partire dal XIII secolo la diffusione di reliquiari contenenti parti del corpo di un santo, iniziata già un paio di secoli prima, ebbe un forte impulso e cominiciò una grande proliferazione degli stessi. Molto spesso questi reliquiari hanno la forma della parte del corpo del santo che custodiscono. Sono i cosiddetti reliquiari antropomorfici. Dal punto di vista artistico, ci troviamo di fronte ad opere d’arte di grande valore, e non solo per i materiali utilizzati, ma anche per la raffinatezza della fattura e la bellezza dei particolari. Le forme più comuni sono: busti, teste, braccia, e piedi. Ma anche mani, gambe…

Busto reliquiario di San Gennaro, in oro, argento e pietre preziose. Sec. XIV. Cappella del Tesoro di San Gennaro, Napoli
Molto diffusi sono i busti reliquiari, che a differenza delle teste reliquiari che contengono sempre il cranio del santo, o parte, questi possono contenere anche altre parti del corpo. Un famoso esempio di busto reliquiario è quello di San Gennaro, del XIV secolo (cappella del Tesoro di San Gennaro – Napoli), che è adornato con una gran quantità di pietre preziose. Nel secolo XVIII fu ulteriormente impreziosito con l’aggiunta di una mitra adornata con ben 3.694 pietre tra diamanti, smeraldi e rubini. E’ considerato uno degli oggetti più preziosi al mondo.

Mitra di San Gennaro con 3.694 pietre preziose. Sec. XVIII. Cappella del Tesoro di San Gennaro, Napoli
Anche i reliquiari a forma di braccio sono numerosissimi. Sono, più precisamente, a forma di avambraccio, disposti verticamente, come se appoggiassero sul gomito, con inclusa la mano, e contengono normalmente un osso del braccio o parte. A volte la mano sorregge un utensile o uno strumento utilizzato dal santo e che aiuta alla sua identificazione. Per esempio nel Tesoro di Santa Maria Maggiore a Roma possiamo vedere i bracci reliquiari degli evangelisti San Matteo e San Luca con in mano una penna d’oca.
Anche i piedi vogliono la loro parte anche se non sono così numerosi come i due tipi precedenti. Potremmo citare il leggiadro piede di Santa Maria Maddalena, che si può ammirare a Roma a San Giovanni dei Fiorentini, fatto niente di meno che da Benvenuto Cellini.

Reliquiario contenente il piede di Santa Maria Maddalena di Benvenuto Cellini (sec. XVI). Chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini, Roma
E poi le mani, come per esempio questo reliquiario fiammingo del secolo XIV in argento e oro dove le ossa del santo si possono vedere attraverso gli anelli.

Reliquiario fiammingo a forma di mano in oro e argento. Secolo XIV. Victoria and Albert Museum, Londra
Quando il corpo di un santo rimane incorrotto, come per esempio quello di Santa Teresa d’Avila, spesso ne viene corservato anche il cuore, generalmente in una teca trasparente, ovviamente a forma di cuore.
Da queste parti di questo tipo di reliquairi ne abbiamo tantissimi, proprio nel Tesoro di San Gennaro il cuio busto angioino dle 1300 è in buona compagnia con quello di altri Santi. Tutti busti in argento che contengono reliquie varie. Il bello è che un po’ di anni fa, si inscenvano delle processioni lungo il centro storico con questi santi brillantissimi in fila lungo le folle che li acclamavano. Ora molti sono esposti tra la Cappella del Tesoro in duomo e nell’adiacente Museo di San Gennaro
Ne ho visti diversi di questi busti l’anno scorso nella mostra sul tesoro di san Gennaro a Roma.
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Ignoravo ( ma non ho mai fatto mistero della mia profonda e crescente ignoranza, Nicoletta) che la Sainte Chapelle di Parigi sia stata costruita per ospitare la corona di spine di Cristo.
Grandioso il brano che riporti da “L’Apocalisse”: ho sempre amato quel dispiegamento di pietre preziose che rimanda ad un simbolismo tanto più arcano per molti quanto più fascinoso..
Da vertigine la croce in avorio cesellato dell’XII secolo serbata a Madrid.
Ignoravo l’esistenza di parole come Stauroteca…ne cercherò l’etimo e ti ringrazio di questo boccone prelibato che hai voluto lasciarci.
Senza apparire “sciovinista”, posso dirti, che a quanto ne so, la mitra del santo protettore di Napoli dovrebbe essere di valore inestimabile…la più costosa di tutte viste le gemme…
Grazie, sei troppo gentile. L’ignoranza è quella che abbiamo tutti. E più impariamo qualcosa più ci rendiamo conto di quanto siamo ignoranti. Ma ci arricchiamo poco a poco e a vicenda, grazie a queste gocce nell’oceano che sono i nostri articoli. Ti rimando al mio articolo sulla corona di spine e la Sainte Chapelle, se già non l’hai letto. https://nicolettadematthaeis.wordpress.com/2016/08/19/la-corona-de-espinas-y-la-sainte-chapelle/. Buon fine settimana.
E’ sempre un piacere leggerti. Scopro sempre cose nuove.
Un caro saluto.
Nicola
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