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Arca del Barbarossa, arcivescovo Pallavicini, arte, calcedonio, cardinale Balue, Cattedrale di San Lorenzo, ceneri, Francesco Solimena, Genova, Giuliano l’Apostata, Guglielmo Embriaco, Innocenzo VIII, Licia, Myra, piatto di San Giovanni, Reliquie, Salomè, San Giovanni Battista, San Nicola, Storia, Templari, Valois
El plato y las cenizas de San Juan Bautista Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Fra tutte le reliquie di santi possibilmente quelle più diffuse nel mondo sono quelle di San Giovanni Battista. Non mi meraviglia, vista l’importanza del personaggio. Sulla sua testa ho dato qualche cenno nel mio post del 19 gennaio scorso. Il Battista fu decapitato, questo lo sanno tutti, ma che fine ha fatto il resto del corpo? Ne parleremo un po’ più avanti. Ma prima bisogna andare a Genova.
Genova ha un vincolo speciale con il Battista e per capire meglio perché dobbiamo visitare il Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, dove c’è una sala esclusivamente dedicata a questo santo, principale patrono della città. In una vetrina possiamo vedere il “Piatto di San Giovanni” sul quale, secondo la tradizione, la testa del Battista fu presentata a Salomé. Questo piatto fu un dono del papa genovese Innocenzo VIII (1484 – 1492), che a sua volta lo aveva ricevuto dal cardinale Balue, consigliere della casa Valois.
Però non sappiamo come il piatto fosse arrivato in Francia. Secondo altre versioni probabilmente faceva parte dei beni sequestrati ai Templari fra i quali vi erano anche molte reliquie sottratte in Terra Santa. In pratica, poche notizie e confuse. Tutto quello che sappiamo di questo reperto è che è di calcedonio, un tipo di quarzo, e che si tratta di un manufatto romano di epoca imperiale, forse del I secolo d.C.. Nel XV secolo fu ‘arricchito’ con una decorazione, realizzata in Francia per la casa reale di Valois, in oro, rubini e smalti: al centro vi è una testa che raffigura il santo e il bordo è rivestito di una lamina d’oro con la scritta in latino “Joannes Baptiste inter natos mulierum non surrexit maior”, “fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista” frase pronunciata da Gesù (Mt 11,11). Tralci e viti decorano il retro che ne nascondono la rottura. La speciale illuminazione del piatto fa sì che si possa ammirare il passaggio dall’azzurrino al giallo a macchie rosse, tipico del calcedonio, solo visibile quando questo minerale è attraversato dalla luce.
Ancora nella sala di San Giovanni Battista, abbiamo altri tesori che, invece, hanno a che vedere con le ceneri del santo. Ma forse non tutti sanno cosa successe al resto del corpo del Battista dopo la sua decollazione. Le sue spoglie prive del capo, furono conservate e venerate a Sebaste in Samaria, ma poi, sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata (361-363), vennero profanate, bruciate e le ceneri disperse. La tradizione dice che un monaco le raccolse e le portò nel suo convento. Posteriormente sarebbero arrivate in un convento di Myra, città della Licia, nel 540. Durante la prima Crociata (1096-1099) e di ritorno dall’assedio di Antiochia, i genovesi guidati da Gugielmo Embríaco si diressero a Myra per cercare le reliquie di San Nicola, città di cui era stato vescovo nel IV secolo. Quando arrivarono sul posto vennero a sapere che erano stati preceduti dai baresi e dai veneziani. Però ugualmente scavarono sotto l’altare maggiore e trovarono altri resti più importanti: le ceneri di San Giovanni Battista. Le ceneri arrivarono a Genova il 6 maggio 1099, dopo tre mesi di viaggio. Quest’episodio è anche rappresentato nel quadro di Francesco Solimena (1657-1747), dove possiamo vedere lo sbarco solenne delle ceneri che sono attese in ginocchio dai cittadini della città, guidati dal vescovo.
Alla fine del ‘200 fu creata la Confraternita di San Giovanni Battista che aveva il compito di portare le reliquie al molo in caso di tempesta in mare. Nelle ‘Memorie di Genova’ di Schiaffino (XVII secolo) sono registrate tutte le molteplici occasioni in cui, grazie alle ceneri, l’impeto delle onde fu dominato ed il vento calmato salvando molte navi ancorate in porto o in arrivo.
Una parte delle ceneri di Genova venne donata alla confraternita dei Disciplinanti di San Giovanni Battista, nella vicina Loano. Se escludiamo questa parte, ci sarebbe da chiedersi da dove vengono tutte le altre ceneri custodite in altri luoghi, come per esempio a Roma e in altre città. Inoltre, nonostante l’incinerazione dei resti, in giro ci sono molte parti del suo corpo, più di quelle che una persona (intera) può avere. Furono rubate prima di essere stato bruciato? Il corpo non fu bruciato del tutto?
Comunque, ritornando alle ceneri di Genova, possiamo ben dire che parte della vita pubblica di questa città era stata strettamente legata, o forse lo è ancora, a questa reliquia. Nel 1899 fu coniata una moneta per commemorare l’ottavo centenario dell’arrivo delle ceneri alla città. Per l’occasione furono organizzati numerosi eventi e festeggiamenti sia religiosi che civili, persino sportivi. Un’altra medaglia commemorativa fu coniata nel 1999, nel nono centenario della traslazione delle ceneri.
Come dicevamo prima, nella sala di San Giovanni Battista del Tesoro della cattedrale, possiamo inoltre ammirare y seguenti tesori realizzati per custodire le ceneri del santo: l’Arca del Barbarossa, lo Stipo delle Ceneri e l’Arca Processionale. La prima, del secolo XII, è così così chiamata perché si dice sia stata donata da quest’imperatore. Di forma rettangolare con coperchio a doppio spiovente, è un lavoro di oreficeria francese. Lo Stipo delle Ceneri è una cassetta destinata al rito del bacio delle ceneri. E’ un manufatto del secolo XVI. Il coperchio reca un’iscrizione che informa che nel 1576 l’arcivescovo Pallavicini raccolse le ceneri e le depositò in questo reliquiario. Infine, l’Arca Processionale: fu eseguita nel secolo XV da orafi liguri ed è in argento dorato. E’ una cassa a forma di cattedrale gotica sorretta agli angoli da leoni accovacciati. E’ decorata con motivi della vita di San
Giovanni Battista e, ai quattro angoli, ci sono i santi protettori della città: San Giorgio, San Lorenzo, San Giovanni e San Matteo. L’opera venne commissionata dal Doge per portare in processione le ceneri del santo. La processione avviene tutti gli anni, il 24 giugno, come del resto in ogni cittá o paese del mondo il cui patrono è San Giovanni Battista.
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Sono stata a Genova, ma non sapevo di queste reliquie!
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Nicoletta sei proprio bravissima. ciao Angelo
Grazie, Angelo.
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E un piacere leggerti e venire a sapere tante cose di cui s’ignora l’esistenza .Grazie .Un abbraccio . Isabella
Grazie a te.
Non sapevo che il corpo del battista fosse stato incenerito! Certo (senza voler essere blasfemi ne irrispettosi), non sfuggi niente ai cristiani, quasi preventivamente all’idea di Santità riuscirono a raccogliere ogni elemento utile alla venerazione. Lo stesso piatto, giusto per stare in tema, chi lo mise da parte nella casa dell’omicidio? Uno schiavo -come probabile potesse essere- sarebbe stato in grado di sottrarre un piatto ‘importante’ nella casa di uno delle più illustri personalità del tempo?
Sarebbe questo un interessante studio da condurre, perchè spessissimo, eccezione fatta per figure generiche (penso ad esempio alla “anziana” signora che raccolse nelle ampolle il sangue dell’appena decapitato San Gennaro), si parla e si tratta delle reliquie da quando già hanno assunto il loro status!
Tutto quello che riguarda o che è appartenuto a personaggi importanti, sia nelle religioni che nella storia acquisisce uno status particolare. Molte delle reliquie attribuite a questi personaggi sappiamo perfettamente che sono solo frutto della tradizione oltre ad essere storicamente indimostrabili. Si può solo determinare l’epoca a cui risalgono o il luogo. Moltissimi oggetti, i più insospettati, sono stati fatti passare per reliquie in epoche in cui al popolo si poteva raccontar qualsiasi cosa. Adesso forse stiamo nell’estremo opposto. Non perché si debba credere a tutto ma perché spesso diamo giudizi troppo superficiali su cose di cui non ne abbiamo la minima idea. In ogni caso, non sarebbe una cattiva idea costruire un romanzo su come uno schiavo sia riuscito a sottrarre il piatto del Battista e le successive peripezie dello stesso!!!!!!!!!!
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Un po’ che non facevo un “giro” nel tuo blog e trovo un ottimo articolo! Mi viene in mente sempre la scena di Baudolino di Umberto Eco dove l’eroe incontra addirittura un mercante di teste di S. Giovanni. Le reliquie sono davvero qualcosa di incredibile!!!
Magnífico romanzo Baudolino!! Lo cito anche nel mio articolo Perche’ i Re Magi sono a Colonia?.
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