Tag
Aghios Pavlos, Brugherio, Colonia, Epifania, George Brankovic, IV Crociata, Milano, Monte Athos, Murad II, Natale ortodosso, Ometti, oro incenso e mirra, Parrocchia di San Bartolomeo, Re Magi, Reliquie, Robert de Torigny, Santa Marcellina, Santa Sofia, Sant’Ambrogio, Umitt
Come molti sapranno e come anche spiegato in un mio precedente articolo, le reliquie dei Re Magi, intendendo per reliquie i presunti resti dei loro corpi, si trovano a Colonia ed una piccola parte a Milano.
Ma non sono le uniche reliquie esistenti di questi famosi monarchi.
Lo scorso mese di gennaio, in coincidenza con il Natale ortodosso, c’è stata un’ esposizione itinerante di alcune reliquie dei Re Magi conservate nel monastero di Aghios, sul Monte Athos, dal quale non erano mai uscite prima. Si tratta piú specificamente delle reliquie ritenute i doni che i Re Magi portarono al Messia, che come tutti sappiamo erano oro, incenso e mirra. L’oro è il simbolo della regalità, l’incenso della divinità e la mirra di umanità e mortalità. L’oro è sotto forma di 28 oggetti tipo ciondoli, quadrati, rettangolari e triangolari finemente decorati di 5×7 centimetri di grandezza. Secondo gli studiosi, sono manufatti persiani risalenti a più di 2000 anni fa. L’incenso e la mirra sono sotto forma di circa 70 perle semisferiche oscure della grandezza di un’oliva.
Queste reliquie sono state esposte a Mosca, Pietroburgo, Minsk e Kiev, rispettivamente nelle loro principali basiliche e sono state visitate da circa 600 mila pellegrini. Dai un’occhiata al breve video:
Questi oggetti, secondo la tradizione, furono conservati dalla stessa Maria Vergine che prima della sua dormizione li consegnò, insieme alla sua cintura, alla tunica di Cristo ed altre reliquie, a due vergini, o secondo altre versioni alla Chiesa di Gerusalemme. Poi nel secolo IV furono fatte trasferire dall’imperatore Arcadio a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia, dove rimasero fino al 1204, anno della terribile IV Crociata, quando fu saccheggiata la città. Però qualcuno riuscì a metterle in salvo trasportandole a Nicea, in Bitinia. Tornarono indietro circa mezzo secolo dopo, ma poi, nel 1453, Costantinopoli cadde a causa dell’invasione ottomana. Nel 1470, secondo la tradizione, furono portate nel monastero di Aghios Pavlos sul monte Athos da Maro, la vedova cristiana del sultano turco Murad II. Il monastero era conosciuto da suo padre George Brankovic, principe di Serbia.
Però siccome l’accesso al monte Athos, allora come adesso, è vietato alle donne, quando arrivò presso le sue mura Maro fu fermata dalla voce della Madonna che le proibì di andare oltre. Quindi si inginocchiò, consegnò i doni ai pii monaci e se ne andò. I monaci li portarono nel monastero e successivamente piantarono una croce nel luogo dove furono consegnate le reliquie.
Secondo i monaci del Monte Athos questo doni sono fonte di bontà divina e di guarigione per molte persone. Le reliquie sono caratterizzate dal forte profumo che ancora emanano, a volte in modo continuo altre in modo occasionale, e pare che abbiano curato anche alcuni indemoniati.
Però le reliquie dei Re Magi non sono finite qui.
Dopo queste del Monte Athos, quelle di Colonia e di Milano non possiamo dimenticarci di quelle di Brugherio1, cittadina della Lombardia, a circa 14 km da Milano. Questa località sorse nei pressi di un monastero del secolo XI che a sua volta fu eretto su una casa del secolo IV dove viveva Santa Marcellina, alla quale suo fratello Sant’Ambrogio avrebbe donato tre falangi delle dita dei Re Magi, le cui reliquie si
trovavano a Milano dal 344 portate dal vescovo Eustorgio. Dal 1613 queste reliquie sono conservate nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo dopo essere state ritrovate, nel 1592, nell’antico oratorio di Sant’Ambrogio che faceva parte del monastero. Sono custodite in un reliquiario chiamato ‘I Umitt’, gli Ometti in dialetto, realizzato tra il 1613 ed il 1621. Narra Robert de Torigny nelle sue cronache che dopo una ricognizione fatta alle reliquie dei Re Magi quando arrivarono a Colonia, ossia nel secolo XII, conclusero che i resti erano appartenuti a tre uomini di circa 15, 30 e 60 anni, rispettivamente, e che ancora erano assolutamente integri. Quindi per questo motivo i tre ‘Ometti’ di Brugherio rappresentano tre uomini di tre generazioni diverse: un giovane, un uomo di mezza età ed un anziano. Attualmente, sull’altare dedicato ai Re Magi possiamo vedere una copia esatta dell’antico reliquiario. Quest’ultimo, per motivi di sicurezza, viene esposto alla venerazione dei fedeli solo durante l’Epifania.
Le celebrazioni in occasione della festa dell’Epifania a Brugherio sono molto solenni. Inoltre, dal 2012 tre cortei partono da tre parrocchie periferiche, ciascuno guidato da un Re Magio. Attraversano la città, si ricongiungono in un punto e tutti insieme, scortati da una banda, arrivano fino alla chiesa parrocchiale dove inconrano la Sacra Famiglia. Subito dopo i fedeli formano una lunghissima fila per baciare ‘I Umitt’. Lo scorso maggio 2013 la città rievocò il 400º anniversario della traslazione delle reliquie, avvenuta nel 1613 dalla chiesetta di Sant’Ambrogio alla parrocchiale di San Bartolomeo. Fu questa una data importantissima per la città. A partire da allora tutto cambiò, e queste reliquie cominciarono ad essere presenti nella vita dei suoi abitanti tanto che il territorio si identificava con le stesse e con la venerazione per i Re Magi. La presenza di queste reliquie garantiva alla città una speciale protezione, soprattutto contro il cattivo tempo, ed in particolare contro la grandine che tanto rovina i raccolti. Quando minacciava grandine una benedizione contro il maltempo, facendo suonare la campana ed esponendo le reliquie dei Re Magi fuori dalla chiesa, spesso era efficace per sventare il pericolo. I nomi di Marchion, Gaspar e Baldesar cominciarono ad essere molto comuni fra i nuovi nati, e anche oggi c’è ancora qualcuno che li porta.
(1) – I miei ringraziamenti alla Comunità Pastorale Epifania del Signore di Brugherio e Associazione Kairòs che gentilmente mi hanno fornito il materiale per quest’articolo: L. Tribuzio Zotti-G. Magni, Brugherio 1613-2013: Una città nel segno dei Re Magi. Per ulteriori informazioni contattare giuseppemagni@tin.it
Pingback: Perché i Re Magi sono a Colonia? | Reliquiosamente
Pingback: La cintura della Madonna non è venerata solo in Italia | Reliquiosamente
Un post decisamente da scoprire , ricco di dettagliate notizie. Isabella
Grazie!
Pingback: Reliquiari fantastici. Il reliquiario dei Re Magi a Colonia | Reliquiosamente
Pingback: Ecco arrivano i Re Magi! - Shema.it
Pingback: Relicarios fantásticos. El relicario de los Reyes Magos en Colonia | Reliquiosamente
Leggo con molto interesse i suoi post di cui apprezzo molto l’identificazione dell’utilizzo delle fonti. Ho pensato di segnalarle una cosa che ho letto a proposito dei Re Magi, non so se la conosca e la ritenga utile da approfondire, vorrei un suo parere. Grazie.
“Teniamo presente che studi effettuati, nei laboratori della Bayer, su frammenti delle ricche stoffe che avvolgono le reliquie conservate a Colonia, gli stessi panni che le avvolgevano anche quando erano a Milano, rivelano che contengono un prezioso tipo di porpora, che non viene più prodotta dall’anno 150 d.C. e che era comunque riservata a dignitari di alto rango.”
https://passipermilano.com/2015/01/02/il-lungo-viaggio-delle-reliquie-dei-magi-verso-milano-dove/
Gentile Patrizia, grazie per il suo commento e per il suo interesse. In effetti, il color porpora era riservato alle persone di altissimo rango, re, imperatori. Alla stregua di questa categoria solo potevano esserci i santi, ossia le loro reliquie. Se le reliquie ricevevano un trattamento ‘ufficiale’ spesso venivano avvolte in un tessuto color porpora, come per esempio quelle di San Pietro. Le poche reliquie di questo santo trovate nelle grotte Vaticane furono trovate avvolte in un panno polor porpora (vedi mio articolo sulle reliquie di questo santo https://reliquiosamente.com/2019/12/20/sulle-orme-degli-apostoli-le-reliquie-di-san-pietro/#more-4698). Buona giornata