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Perché un oratorio è chiamato anche cappella?

14 domenica Dic 2025

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Curiosità, Reliquie

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Aachen, Aix-la-Chapelle, Amiens, Aquisgrana, Cappella Palatina, Carlo Magno, San Martino di Tours, Tours

– San Martino e il mendicante, 1597/1599, El Greco, National Gallery of Art, Washington D.C.

Il “responsabile” è San Martino di Tours. Martino era figlio di un veterano della guardia imperiale romana che, anche se non aveva ricevuto una formazione militare, nel 331 si dovette arruolare, per editto imperiale, dovuto alla condizione di suo padre. Era di origine della Pannonia (Ungheria), ma la sua famiglia fu trasferita a Pavia quando era ancora un fanciullo. Quando fu arruolato dovette trasferirsi da Pavia a Sabaria, l’attuale Amiens. Come possiamo apprendere dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, nel 335, all’età di circa 20 anni, un giorno d’inverno, durante una ronda, gli si fece incontro un povero seminudo. Martino prese la sua spada e divise in due parti la sua cappa: una parte la dette al povero e si coprì con l’altra1. La notte dopo gli apparve Cristo coperto dalla parte di cappa che era stata donata al povero. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Martino si fece battezzare, si rifiutò a combattere e lasciò l’esercito.

– San Martino divide il suo mantello, Antoon Van Dyck, 1621, Royal Collection, Castello di Windsor, Regno Unito

Cominció una vita cristiana al fianco del suo maestro, il vescovo di Poitiers, dedicandosi al prossimo e diffondendo il cristianesimo. Dolpo un breve noviziato di vita eremitica nell’isola Gallinaria (Savona) Martino fondó due monasteri: Ligugé, il piu antico d’Europa, e Marmoutier, che diventerà, in seguito, un importante centro di vita religiosa. Fu quindi un pioniere nell’istituire quello che sarebbe diventato il monachesimo in Occidente. Fu poi nominato vescovo di Tours (371) e gli si attribuiscono molti miracoli. Martino s’impegnò nella lotta contro l’eresia ariana, condannata al I concilio di Nicea (325). Dopo la sua morte avvenuta nel 397 il culto per Martino venne diffuso, soprattutto per combattere disgrazie, molte delle quali venivano attrubuite all’eresia ariana. Il mantello miracoloso venne conservato come un cimelio ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi e successivamente dei Franchi. I re merovingi di Francia erano soliti portare la reliquia della cappa nelle battaglie. Tale reliquia accompagnava i combattenti in guerra e in tempo di pace. Sulla «cappa» di San Martino, si prestavano i giuramenti più solenni. Clodoveo, re dei franchi, ebbe la meglio sui visigoti (507), che seguivano la dottrina ariana, e questo successo venne attribuito a la protezione di San Martino. A questo punto il culto cominció a diffondersi sempre di piú e ben presto divenne il patrono dei Franchi. La cappa che usavano i militari era corta, come quella di San Martino, e per questo veniva chiamata ‘cappella’. La reliquia fu portata poi all’oratorio palatino di Aquisgrana, adiacente al palazzo di Carlo Magno2, città che da questa prese il nome, Aix-la-Chapelle. Quest’oratorio è conosciuto come la Cappella Palatina, che deve questo nome proprio perché alberga la reliquia della cappa di San Martino, e le persone preposte alla sua custodia sono chiamati ‘cappellani’. E così si diffuse il nome di ‘cappella’ con il significato di ‘oratorio’, che sará applicato agli oratori di tutto il mondo.

– Cappella Palatina, Interno. Aquisgrana

—-

  1. Secondo una tradizione, successivamente incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. Da qui nasce il detto “estate di San Martino”, che è un modo di dire popolare che indica un periodo di clima mite e soleggiato che si verifica intorno all’11 novembre, giorno in cui si celebra San Martino di Tours.
  2. Del complesso del palazzo di Carlo Magno oggi resta sola la Cappella Palatina, che è integrata nella cattedrale di Aquisgrana (Aix-la-Chapelle in francese, Aachen, in tedesco).

—-

Per saperne di piú sulla Cappella Palatina: Carlo Magno: un santo?

Carlomagno: ¿un santo?

26 lunedì Mag 2014

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español, Storia

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Aachen, Aix-la-Chapelle, Alianza Santa Sede, antipapa, Apocalipsis, Aquisgrán, Ávaros, Benedicto XIV, Bizancio, Brazo de Carlomagno, Busto de Carlomagno, Cabellos de la Virgen, Capa de San Martín, Capilla Palatina, Carlomagno, Carlos IV, Crónica Novalesa, Culto a Carlomagno, Federico Barbarroja, Federico II, Historia, León III, Longobardos, Otón I, Otón III, Pañales Niño Jesús, Paño de pureza de Cristo, Pascual III, Rávena, Religión, reliquias, S. Congregación Ritos, Sacro Romano Imperio, Sajones, San Martín de Tours, San Vitale, Sarcófago de Carlomagno, Sarcófago de Perséfones, Talismán de Carlomagno, Thietmar de Merseburg, Trono de Carlomagno

Carlo Magno: un santo?                                                                                   Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui   carlomagno Carlomagno era un gran coleccionista de reliquias y ya desde niño le apasionaban. En edad adulta llevaba un collar con colgantes de cristal que contenían fragmentos de la Vera Cruz y su famoso ‘talismán’ constituido por dos zafiros con dentro fragmentos de la Vera Cruz y un mechón de pelo de la Virgen.  Actualmente esta joya se custodia en el tesoro de la catedral de Reims.

Pero no se trataba simplemente de devoción. Cuando su reino empezó a expandirse, aumentando así también su poder, utilizó la religión, y en particular las reliquias, como elemento de unificación de su reino bajo un solo credo, aprovechando también su alianza con la Santa Sede que lo llevó primero a conquistar el reino longobardo, proclamándose “Gratia Dei Rex Francorum et Longobardorum” en el 774, y después Emperador del Sacro Romano Imperio en el año 800, siendo coronado por el mismo papa León III.  Su política era la de contrarrestar el poder y el prestigio de Bizancio, presentándose como el legítimo sucesor de los emperadores de Occidente. Al culto por las imágenes propugnado por Bizancio, respondía con el culto por las reliquias, que constituían no la imagen del santo sino el santo mismo.

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Carlo Magno: un santo?

09 domenica Giu 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Storia

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Aachen, Aix-la-Chapelle, Alleanza Santa Sede, antipapa, Apocalisse, Aquisgrana, àvari, Benedetto XIV, Bisanzio, Braccio di Carlo Magno, Busto di Carlo Magno, Capelli della Vergine, Cappa di San Martino, Cappella Palatina, Carlo IV, Carlo Magno, Cronaca Novalesa, Culto Carlo Magno, Fasce Bambin Gesù, Federico Barbarossa, Federico II, Leone III, Longobardi, Ottone I, Ottone III, Pasquale III, Perizoma di Cristo, Ravenna, Religione, Reliquie, S. Congregazione Riti, Sacro Romano Impero, San Martino di Tours, San Vitale, Sarcofago di Carlo Magno, Sarcofago di Persefone, sassoni, Storia, Talismano di Carlo Magno, Thietmar di Merseburg, Trono di Carlo Magno

Carlomagno: ¿un santo?                                                                                     Puedes leer este artículo en español, abriendo este enlace
carlomagno Carlo Magno era un grande collezionista di reliquie e ne era molto appassionato fin da bambino. Da adulto portava una collana con pendenti di cristallo contenenti pezzi della vera croce ed il suo famoso ‘talismano’ costituito da due zaffiri che racchiudono pezzi della Vera Croce e una ciocca di capelli della Madonna. Attualmente questo gioiello è custodito nel tesoro della cattedrale di Reims. Però non fu solo una semplice devozione. Quando il suo regno cominciò a ingrandirsi aumentando così anche il suo potere, utilizzò la religione, ed in particolare le reliquie, come elemento di unificazione del suo regno sotto un unico credo, approfittando anche della sua alleanza con la Santa Sede che lo portò prima a conquistare il regno Longobardo, e proclamarsi  “Gratia Dei Rex Francorum et Longobardorum” nel 774,  e poi Imperatore del Sacro Romano Impero nell’anno 800, essendo coronato dallo stesso papa Leone III. La sua politica era quella di contrastare il potere ed il prestigio di Bisanzio presentandosi come legittimo successore degli imperatori di Occidente. Al culto delle immagini propugnato da Bisanzio rispondeva con quello delle reliquie, che costituivano non l’immagine del santo ma il santo in sé.

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