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Bayazid, Chiesa di Santa Caterina di Norimberga, Generale Patton, Heilige Lance, Hitler, Hofburg, Indulgenze, Innocenzo VIII, Lancia di Antiochia, Longino, Norimberga, Reliquie, Roma, Sacra Lancia, San Pietro in Vaticano, Statua di Longino di Bernini, Storia, Tesoro degli Asburgo, Vienna
La lanza de los invencibles. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace.
Hitler aveva vent’anni quando la vide per prima volta, nel 1909, nella stanza del tesoro degli Asburgo dell’Hofburg, il palazzo reale di Vienna. La precedeva la sua fama: rendeva invincibile chi l’avesse posseduta. Si dice che l’Heilige Lance (la Santa Lancia), la famosa lancia di Longino che aveva trafitto il costato di Gesù, ebbe il merito della vittoria di Teodosio nel 385 contro i Goti, o che grazie ad essa fu respinto Attila, e poi nel 733, a Poitiers, grazie a questa reliquia, Carlo Martello arrestò l’avanzata degli arabi. Dagli imperatori romani la lancia passò di mano in mano: Carlo Magno, Federico Barbarossa, Napoleone …. a volte fu conquistata, a volte fu pagata a caro prezzo, ma tutti la volevano possedere.
La lancia con il tempo fu restaurata e furono utilizzate stringhe di cuoio per mantenere insieme le parti che si erano separate. Vi fu anche incastonato un chiodo della crocifissione. Sulla fascetta dorata che mantiene ferma la parte centrale c’è l’iscrizione “Lancea et clavus domini”.
Dopo quella famosa visita, Adolf Hitler si ripromise che la lancia sarebbe stata sua e questo fatto divenne una delle sue fissazioni, insieme all’occultismo, l’esoterismo e molte altre. Così nel 1938 dopo l’annessione forzosa dell’Austria alla Germania, per prima cosa fece trasferire la Santa Lancia da Vienna a Norimberga, prima nella chiesa di Santa Caterina, sorvegliata giorno e notte, e successivamente sotto la fortezza di Norimberga, in una camera blindata.
Nel 1944 e dopo il bombardamento di Norimberga, gli americani agli ordini del generale Patton si misero alla ricerca della famosa lancia, tra mille difficoltà: la strada che dava l’accesso al bunker era stata distrutta e le persone a conoscenza del nascondiglio si erano ‘suicidate’.
La lancia fu restituita ed è di nuovo visibile a Vienna, nello stesso luogo da dove fu sottratta. Però c’è anche chi dice che la lancia restituita a Vienna non è l’originale, perché nel 1943 ne fecero fare una copia perfetta e che l’autentica fu inviata in un nascondiglio segreto nell’Antardide….
Ma non è questa l’unica lancia ritenuta l’autentica lancia di Longino. Infatti, esiste la Lancia di Antiochia, custodita in Armenia, e soprattutto la Sacra Lancia conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano, in uno dei piloni che sorreggono la cupola, originariamente in quello con la statua di Longino di Bernini. La lancia fu il prezzo che Bayazid II (sultano dell’Impero Ottomano) pagò a Innocenzo VIII nel 1492 affinché ‘trattenesse’ suo fratello Djem, che si trovava a Roma, perché era una minaccia alla sua salita al trono. Alcuni fonti assicurano che questa è la vera lancia, che formava parte del tesoro dei sovrani bizantini e che nel momento della donazione ancora si trovava a Costantinopoli. Esami effettuati su questo reperto dicono che la lancia è compatibile con le lance utilizzate dai romani nel I secolo, mentre quella di Vienna, a quanto pare, è di epoca carolingia.
Data l’eccezionalità della reliquia, che aveva toccato il sangue del Signore, quando veniva esposta in San Pietro, gli abitanti di Roma ottenevano 3.000 anni d’indulgenza, che diventavano 6.000 se si veniva dalle città vicine. Ma i pellegrini che venivano da paesi lontani, non solo si liberavano di 12.000 anni di purgatorio, ma avevano anche la remissione di un terzo dei loro peccati.
Cara Nicoletta, è un lavoro molto intrigante. La descrizione delle reliquie e della loro storia è senz’altro molto interessante. Occorre però tenere presente ed evidenziare che quanto si dice su di esse è frutto di sola tradizione orale, talvolta evidentemente inventata, laddove si scoprono varie sindoni, o scialli della Veronica, ecc. Si pensi che perfino i luoghi sacri della Palestina, visitati continuamente da milioni di pellegrini e turisti, non sono garantiti da documentazione sicura. Buon lavoro. Gianni
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Carissima Nicoletta, si dice, anche che a Stio nella Cappella sulla Fiera della Croce si trovasse un frammento della Croce di Nostro SIgnore, da ciò il nome di fiera della Croce.Bravissima sempre ciao.
Non mi meraviglia. In giro ce ne sono tantissimi. Grazie.
Molto interessante anche questo articolo!
Grazie.
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Ti pare che Hitler non fosse interessato a possederla ? Per un pazzo simile sapere di poter avere qualcosa che lo rendeva invincibile era senz’altro cosa da farsi. Interessante come sempre cara Nicoletta. Un piacere tornare a leggerti. Un abbraccio. Isabella
un abbraccio
Ciao Nicoletta sempre interessanti i tuoi reportage.Tutto ok chissà quando ci possiamo incontrare. Brava brava la romanina spagnola.
Grazie. Spero che stiate bene e di rivedervi presto.
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