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Ascensione, Baldovino III, Basilica di Sant’Andrea, Beato Adalberto, Belgio, Benvenuto Cellini, Blutritt, Bruges, Cappadocia, Cappella Reale, Carlo Magno, Cavalcata del Sangue, Enrico III, Francesco Giuseppe, Germania, Giuseppe d'Arimatea, Heilig Bloed, II Crociata, Innocenzo VI, Invasione Ungari, IV Crociata, Leone III, Leone IX, Longino, Mantova, Ospedale del Pellegrino, Ospedale di Santa Maddalena, Parigi, Patrimonio immateriale, Preziosissimo sangue, Reliquie, Roma, Sacro Sangue, San Giovanni in Laterano, Santo Sangue, Tabula Magna Lateranensis, Teodorico di Alsazia, UNESCO, Weingarten
La sangre de Cristo Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
… uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato, e subito ne uscì sangue ed acqua. Gv 19,34
Questo è l’unico riferimento che ci dà il Vangelo sul sangue ed acqua che uscirono dal costato di Cristo per effetto della ferita provocata dalla lancia di Longino, il centurione romano. Nella tradizione ebraica, per coloro che morivano di morte violenta, il sangue doveva essere conservato e seppellito insieme al corpo, come anche qualsiasi altro tessuto o oggetto macchiati di sangue. Però si sovrappongono le versioni (fra leggende e apocrifi) di come e chi raccolse questo sangue e che cosa successe dopo. Una tradizione dice che furono la Vergine Maria e San Giovanni a raccogliere il prezioso liquido in un’ampolla ed un’altra dice che fu Giuseppe d’Arimatea, colui che prestò il sepolcro a Gesù Cristo. Qui si aggancia la leggenda del Santo Graal. Ossia, Giuseppe d’Arimatea avrebbe utilizzato il calice dell’Ultima Cena.
Varie sono le reliquie del sangue di Cristo, o macchiate con il sangue di Cristo, esistenti nel mondo, però citeremo qui solo alcune delle più famose. E non ci riferiamo a quegli oggetti suppostamente macchiati con il sangue di Cristo distillato vari secoli dopo la sua morte, in diversi luoghi del mondo cristiano -con evidenti parallelismi- per effetto di un miracolo.
Due ampolle con il sangue ed acqua del costato di Cristo dovrebbero essere custodite in San Giovanni in Laterano di Roma, perché sono citate nella Tabula Magna Lateranensis, un mosaico con l’elenco delle reliquie custodite nella basilica. Non se ne fa propaganda e non so se sono presenti nell’esposizone annuale delle reliquie. Robert de Clari, cronista della IV Crociata, dice di aver visto un’ampolla di sangue a Costantinopoli insieme ad altre reliquie di Cristo.
Più famosa, invece, è la reliquia del Santo Sangue (Heilig Bloed) di Bruges custodita nella cappella e basilica omonima, nella piazza Burg. La reliquia viene mostrata tutti i venerdì, e dal 3 al 17 maggio tutti i giorni. Secondo la tradizione, fu portata da Gerusalemme in Belgio, dopo la II Crociata, da Teodorico di Alsazia, conte di Fiandra, e arrivò a Bruges nel 1150. Teodorico l’avrebbe ricevuta il dono da suo cognato Baldovino III per riconoscimento ai servizi prestati. Però studi più recenti dimostrano che non v’era traccia di questa reliquia a Bruges prima del 1250. Pertanto si pensa che, ancora una volta, sia una delle tante reliquie rubate durante il famoso sacco di Costantinopoli del 1204, alla fine della IV Crociata. In questo caso sarebbe stato l’esercito del Conte di Fiandra Baldovino IX.
Si tratta di un piccolo pezzo del panno che suppostamente utilizzò Giuseppe d’Arimatea per lavare il corpo di Cristo e che rimase macchiato del suo sangue. E’ racchiuso in una fiala di cristallo di rocca dell’XI-XII secolo, un antico recipiente per profumi di
fattura bizantina. A sua volta, la fiala è custodita in un reliquiario cilindrico di vetro chiuso alle estremità da due fregi a forma di corona, con una data incisa: ‘MCCCLXXXVIII die III maii’, ossia 3 maggio 1388. Viene risposto in una specie di tabernacolo d’argento del
1617 e tutti gli anni, il giorno dell’Ascensione, viene portato in processione. La processione del Santo Sangue, istituita nel secolo XIV, e alla quale
partecipano circa 2.000 persone, ricrea l’arrivo della reliquia alla città e vengono utilizzati, per l’occasione, costumi dell’epoca. Sono anche rappresentate scene della Bibbia e della vita di Gesù. Ci sono cori, gruppi di danza, carrozze e animali (cammelli, capre..). Questo evento è stato dichiarato, nel 2009, Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
E adesso ci spostiamo un po’ più al Sud. A Mantova, nella cripta della basilica di Sant’Andrea si conservano due reliquiari con terra intrisa di sangue di Cristo che avrebbe portato Longino. Il Vangelo non dice come si chiamava il centurione romano che trafisse Gesù, ma è passato alla storia con questo nome che deriva dalla parola greca ‘lonché’, lancia. Secondo la leggenda, alcune gocce di sangue ed acqua che uscirono dal costato di Cristo bagnarono gli occhi di Longino che da tempo erano molto malati. Longino immediatamente guarì e si convertì. Dopodiché raccolse la terra intrisa e la portò via con sé. Secondo la tradizione, Longino morì in Cappadocia predicando la nuova fede. Però esiste anche un’altra tradizione che dice che Longino, predicando la nuova fede, giunse fino a Mantova, dove fu martirizzato. La tradizione italiana va pure oltre, attribuendo natali italiani al famoso centurione, più precisamente emiliani.
Come dicevamo, Longino arriva a Mantova e nasconde la reliquia sotto terra in un luogo che successivamente diventò l’orto dello ‘Spedale del Pellegrino’. Dopo il suo martirio nel 37 d.C., e secondo una tradizione posteriore, il corpo fu sepolto accanto alla reliquia nella contrada stranamente (?) chiamata Cappadocia. Nell’804 un’apparizione dell’apostolo Andrea ad un fedele portò al ritrovamento della reliquia. Accanto ad essa vennero ritrovate delle ossa umane che immediatamente vennero attribuite a Longino e che adesso sono conservate nella terza cappella a destra della Basilica di Sant’Andrea. Papa Leone III (795 -816) dichiarò autentica la reliquia e ne donò una piccola parte a Carlo Magno che la fece deporre nella Cappella Reale di Parigi. Durante l’invasione degli Ungari nel 923, una parte della reliquia venne nascosta nella Chiesa di San Paolo, adiacente alla cattedrale, e l’altra parte fu divisa in due vasi di cristallo che furono poi sepolti nell’orto dell’oratorio dedicato al Sangue di Cristo. Poi, grazie di nuovo all’aiuto dell’apostolo Andrea, che apparse per tre volte ad un cieco, il Beato Adalberto, antico servitore dei Canossa, nel 1048 vi fu il secondo ritrovamento, che tuttora si celebra ogni anno il 12 marzo. Per albergare la reliquia vennero costruiti una chiesa ed un monastero. Nell’anno 1053 il papa Leone IX e l’imperatore Enrico III di Franconia nel 1055 ne ricevettero in dono una minuscola porzione. Quest’ultima, passando per diverse mani, arrivò a Weingarten in Germania nel 1094. Longino fu santificato nel 1340.
Nel 1472 cominciarono i lavori della nuova basilica che avrebbe dato degna dimora alla reliquia e nel 1479 fu ritrovata la porzione nascosta nella chiesa di San Paolo. Dopo vari cambi di reliquiari, nel 1530 la reliquia fu depositata in due nuovi di oro massiccio disegnati da Benvenuto Cellini, che poi furono trafugati nel 1848 da soldati austro-ungarici e non furono mai più ritrovati. Con i frammenti nascosti si riuscì a ripristinare la reliquia e a deporla in altri due reliquiari che furono donati dall’imperatore Francesco Giuseppe.
La reliquia è nella cripta della basilica di Sant’Andrea, custodita in una cassaforte la cui apertura è molto complicata e che richiede la presenza di minimo quattro persone: il Prefetto, il Vescovo, il Capitolo del Duomo e un rappresentante della Fabbriceria di San’Andrea che sono in possesso delle dodici chiavi necessarie. Il venerdí santo vengono estratti i due reliquiari dalla cassaforte ed esposti alla devozione dei fedeli prima di essere portati in processione.
Quanto a Weingarten, ogni anno nel giorno dell’Ascensione viene organizzata, in onore della reliquia, una cerimonia conosciuta come la Cavalcata del Sangue (Blutritt), una sfilata alla quale partecipano circa 3.000 cavalli montati dai rappresentanti delle parrocchie del contado e anche da cavalieri mantovani. Questa città è gemellata con Mantova dal 12 marzo 1998.
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Per saperne di più: N. De Matthaeis: Legati a una Reliquia
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Sono stata al Heilige Bloed kapel a Brugge! È molto bella la capella, gotico. La città infatti è bellissima! Poi lì vicino si possono vedere anche i bellissimi dipinti di Jan van Eijck.
Allora la prossima volta ci dovrai tornare per vedere la processione.
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anticipando il Mio essere scettico, su queste reliquie che si addicono più alla supperstizione che alla fede: sarebbe curioso e moolto interessante ( avendone ora i mezzi scientifici, e non il certificato papale) fare una minuziosa ricerca e confronto sul vero o il falso, o anche sui veri periodi attribuiti alle varie relquie.
La lancia di Longino sporca del sangue, il sangue misto ad acqua e terra portato dal Longino a Mantova, i vari chiodi usati nella crrocifissione, o frammenti della corona di spine, la sacra sindone o il sudario che efigiano il volto o il corpo del Cristo morto, ecc ecc ecc,,,, Dovrebbero queste reliquie ad un’accurato esame del DNA, risultare tutte eguali????,,,(,essendo la materia analizzata parte di un’unica persona), E magari si potrebbe anche scoprire il DNA del padre e della madre di quella persona, o almeno in parte di poterne fare il confronto almeno della madre, avendone anche le numerose reliquie con cui confrontarne i dati analizzati.
Hai tagione. E’ assai difficile, se non impossibile, provare l’autenticità di tutte le reliquie che appartengono ad un’epoca della quale non esiste nessuna documentazione, molto di più quando della stessa ne esistono varie sparse per il mondo. Però ci sono delle eccezioni. Per esempio la santa sindone di Torino è da anni che è sottoposta a accurati studi da parte di eminenti scenziati, tanto è così che esiste una specializzazione che si chiama ‘sindolonogía’ e si serve di tante discipline: archeologia, storia, ottica, botanica, religione…. Sappiamo tutti che la comunità scientifica, per quanto riguarda la sindone, è divisa in due, queli che credono che sia autentica e quelli che credono che sia un falso medievale, alla luce dei risultati del carbonio 14. Non credo che ci sia al mondo niente di più studiato. In ogni caso, con le reliquie andiamo a toccare il campo della fede e sono state durante i secoli una pietra miliare della stessa, quando si credeva ad occhi chiusi. Oggi è un’altra cosa e sappiamo dare il giusto valore a questo culto, o forse siamo scettici in eccesso, dimenticando il peso specifico che hanno avuto nella storia, al di là che fossero autentiche o no.
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