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Archivi tag: Carlo IV

Le reliquie di San Luca

13 sabato Gen 2024

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Carlo IV, Chiesa di San Luca Cremona, Cimitero di Santa Giustina, Giuliano l’Apostata, Reliquie, San Luca Evangelista, Santa Giustina di Padova, Vito Terribile Viel Marin

San Luca evangelista – El Greco

Luca, probabilmente l’abbreviazione di Lucano, era pagano ed era medico. Ai tempi della predicazione e morte di Gesù lui era lontano dalla Palestina. Infatti Luca era di Antiochia, capitale della provincia romana della Siria, l’attuale Antakia, Turchia Sud-orientale. Si convertì al cristianesimo verso l’anno 40, grazie alla predicazione dei primi cristiani in quella città. Dagli Atti degli Apostoli, attribuiti a lui stesso, e dalle lettere di San Paolo oltre che, come sempre, dalla tradizione, abbiamo molte informazioni della sua vita insieme con Paolo.

San Luca. Attribuito a Raffaello. Roma, Accademia di San Luca

Luca è reputato una persona di grande cultura, come conseguenza di aver ricevuto una robusta formazione greco-ellenista, in accordo con l’elevato stato sociale corrispondente alla professione esercitata. Coltivava anche l’arte e la letteratura. Pare probabile che conobbe personalmente la Madonna, perché il Vangelo di Luca è l’unico dei tre che dà molti particolari dell’infanzia e l’adolescenza di Gesù, che ci parla della Madonna prima della nascita di Cristo, dell’annunciazione, la visita ad Elisabetta e la nascita di Giovanni Battista. San Luca avrebbe ottenuto queste notizie direttamente da Maria, unico testimone ancora vivente. Sempre secondo la tradizione, ne fece diversi ritratti, dato che la pittura era una delle sue attività preferite. Però non esistono prove che dimostrino questa sua abilità. Numerosi sono i ritratti della Madonna attribuiti a San Luca presenti in vari luoghi del mondo cristiano. Addirittura molti gli attribuiscono la prima immagine esistente della Vergine (I-II secolo), che si può vedere Roma, nelle catacombe di Santa Priscilla. Tutto questo ha fatto sì che venga considerato l’iniziatore dell’icografia cristiana. Questa tradizione sorge nel contesto della controvesia iconoclastica (726-843), e la ricerca di tradizioni che dimostrassero un’origine apostolica dell’uso delle effigi sacre, proprio per contrastare l’iconoclastia.

Salus Populi Romani. L’immagine più famosa fra quelle attribuite a San Luca. Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore

Però molto poco sappiamo di lui dopo la morte di Paolo. Alcune fonti indicano che Luca avrebbe evangelizzato la Dalmazia, Gallia, Macedonia ed Acaia. Poi la Beozia, antica regione della Grecia vicino a Corinto, sede di vari regni importanti, come quello di Tebe, città dove sarebbe morto ad ottantaquattro anni, celibe e senza aver avuto figli. San Gregorio di Nazianzio sostiene invece che fu martirizzato a Patrasso, insieme all’apostolo Andrea.

Nel 357 le sua ossa furono traslate a Costantinopoli, nella basilica dei Santi Apostoli, sotto Costanzo imperatore, insieme a quelle di Sant’Andrea. Anni dopo, la chiesa venne distrutta da un incendio, che però non danneggiò le bare con i corpi che si trovavano sotto il pavimento della chiesa, che fu fatta ricostruire da Giustiniano nel 527. Nel 1177 furono rinvenute a Padova in una cassa di piombo, nel cimitero di Santa Giustina, e l’attribuzione a San Luca fu dovuta grazie ad un’iscrizione all’interno della cassa che riportava il nome del santo e una doppia croce impressa all’esterno. Nel 1354 ci fu una ricognizione delle reliquie ed in quest’occasione il capo fu portato, dall’imperatore Carlo IV1, nella cattedrale di San Vito, a Praga, dov’è tuttora.

Basilica di Santa Giustina, Padova

Ma come mai nel tesoro della Basilica di San Pietro è esposto un busto reliquiario che contiene il capo di San Luca? Questa reliquia fu portata a Roma nel 586 da Gregorio Magno quando era ambasciatore del papa Pelagio II, regalo dell’imperatore Maurizio Tiberio. Quando a Costantinopoli venne ricostruita la basilica dei Santi Apostoli nel 527, ai tempi di Giustiniano, vi ricollocarono alcune casse con le reliquie di Andrea, Luca e Timoteo, senza che però fossero riaperte per verificarne l’autenticità. Quindi, il “capo di San Luca” venne regalato e portato a Roma in buona fede (?).  

Inoltre, sempre a Roma, nel museo della Basilica di Santa Maria Maggiore, c’è un braccio dell’apostolo, insieme a quello di San Matteo. Un dito, invece, sarebbe a S. Pietro in Vaticano ed altre reliquie in altre chiese. Viste le duplicità, nel 1998 vi fu una gran ricognizione con approfonditi esami. L’analisi al carbonio-14 del cranio del Vaticano riporta la datazione di questa reliquia dal V secolo in su. Quello di Praga, invece, viene datato fra il II ed il IV secolo, appartenendo allo scheletro di Padova, del quale sono stati accertati altri dati scientifici a favore dell’autenticità della reliquia2.

Cassa di piombo con le reliquie di San Luca nel momento di essere estratta dal sarcofago per la ricognizione

Relativamente a come e quando siano arrivate le reliquie dell’evangelista a Padova, ci sono state diverse ipotesi: 1) che furono portate dai Crociati dopo il sacco di Costantinopoli del 1204, ma questa è stata subito scartata perché le reliquie sono presenti a Padova dal 1177; 2) che le avrebbe portate a Padova nel secolo VIII, durante il periodo delle lotte iconoclaste, il sacerdote Urio, custode della basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli, insieme ai resti di San Mattia; le reliquie vennero successivamente nascoste, nel IX secolo, nel cimitero di Santa Giustina per metterle in salvo dalle incursioni barbariche degli Ungari; 3) che giunsero al tempo dell’imperatore Flavio Claudio Giuliano (361-363), più conosciuto come Giuliano l’Apostata, probabilmente per salvarle dalle persecuzioni di quest’ultimo. E quest’ultima ipotesi è quella che, secondo la scienza, è la più probabile. Di fatto, nell’ultima ricognizione, si trovarono nel sarcofago centinaia di piccole costole che in un primo tempo si credeva fossero di topi ma che un’analisi più approfondita ha rivelato che appartengono a una trentina di bisce (Coluber viridiflavus). Penetrarono nella bara e rimasero soffocate a causa di un’alluvione che interessò il cimitero paleocristiano di Santa Giustina. Però questo tipo di serpenti non sono presenti in Oriente ma invece sono molto comuni nell’area padana. Il radiocarbonio li ha datati intorno al 400-450 d.C.

Sarcofago contenente le reliquie di San Luca. Basilica di Santa Giustina, Padova

La cassa di piombo con le reliquie dell’evangelista fu traslata in un’arca marmorea costruita nel 1313. Nel 1562 fu ultimata la costruzione della nuova basilica di Santa Giustina dove fu portata l’arca di marmo che, da quel momento in poi, si trova nel transetto sinistro.

Adesso però rimarebbe da svelare il mistero di altre presunte reliquie dell’evangelista presenti a Cremona, nella Chiesa di San Luca, oggi tenuta dai Padri Barnabiti, dove esiste appunto un reliquiario contenente niente di meno che cranio del santo oltre che il suo braccio con la mano sinistra…

—-

1.- L’imperatore Carlo IV fu un gran collezionista di reliquie. Per saperne di più rimetto alla lettura dell’articolo “I sovrani collezionisti di reliquie”.

2.- La ricognizione, che fu realizzata da un gruppo multidisciplinare di esperti, coordinato da Vito Terribile Viel Marin, titolare della cattedra di anatomia patologica dell’Università di Padova, realizzò esami di ogni tipo, incluso il radiocarbono 14, e terminò nel 2001. Lo scheletro di Padova, intero meno la testa, risultò essere quello di un uomo di origini siriane, morto fra i 75 e gli 85 anni, fra la seconda metà del I secolo e l’inizio del V secolo (secondo due diversi laboratori, Tucson e Oxford). In quell’occasione fu fatto portare il cranio di Praga e fu accertato che appartiene a questo scheletro. “In conclusione, non esiste un solo elemento contrario al fatto che si tratti dello scheletro di San Luca Evangelista”, è la conclusione dello studio.

Sant’Elena: le peripezie delle spoglie di un’imperatrice

10 domenica Mag 2015

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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ad duas lauros, Aicardo, Anastasio IV, Carlo IV, Catacombe SS. Marcellino e Pietro, Costantino il Grande, Costantinopoli, Costanzo Cloro, Equites Singulares, Eusebio da Cesarea, fracto operculo ipsius tumuli, Hautvillier, Imperatrice Elena, Mausoleo di Sant’Elena, Reliquie, S. Maria in Aracoeli, Saint-Leu-Saint Gilles, sala Croce Greca, Sant’Elena, Sarcofago di Sant’Elena, Teogisio, Torpignattara, Trafugatori di Reliquie, Treviri

Santa Elena: las peripecias de los restos de una emperatriz                    Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
sarcofago elena

Nei Musei Vaticani – Museo Pio Clementino, Sala a Croce Greca-  possiamo ammirare un magnifico sarcofago di porfido rosso: il sarcofago di Sant’Elena, ossia dell’imperatrice Elena, madre di Costantino il Grande e, secondo la tradizione tramandata soprattutto dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Voragine, scopritrice della Vera Croce di Cristo ed altre reliquie della passione.

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I sovrani collezionisti di reliquie

24 martedì Giu 2014

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Storia

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Cappella della Santa Croce, Carlo IV, Carlo Magno, Cavalieri ospitalieri, collezionisti di reliquie, Enrico III, Federico III di Sassonia, Filippo II di Spagna, Gerusalemme, Karlstejn, Luigi IX di Francia, Nostra Signora del Faro, Porta d’Oro, Reliquie, Sacro Romano Impero, Sacro Sangue, Sainte Chapelle, San Luigi dei Francesi, Sangue di Cristo, Teodorico di Praga

Los soberanos coleccionistas de reliquias                                                          Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

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La smania di collezionare reliquie da parte di molti sovrani occidentali potrebbe essere considerata una specie di emulazione dei sovrani bizantini la cui collezione di reliquie, insieme molti altri tesori, era ben conosciuta. Ma non solo. Collezionare ‘frammenti di santità’, nel caso di un re cristiano era come voler manifestare al mondo intero la sua profonda devozione religiosa e presentarsi come paladino della fede. Inoltre, il possesso di reliquie importanti conferiva uno status di privilegio e un garantirsi una protezione speciale.

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Carlo Magno: un santo?

09 domenica Giu 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Storia

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Carlomagno: ¿un santo?                                                                                     Puedes leer este artículo en español, abriendo este enlace
carlomagno Carlo Magno era un grande collezionista di reliquie e ne era molto appassionato fin da bambino. Da adulto portava una collana con pendenti di cristallo contenenti pezzi della vera croce ed il suo famoso ‘talismano’ costituito da due zaffiri che racchiudono pezzi della Vera Croce e una ciocca di capelli della Madonna. Attualmente questo gioiello è custodito nel tesoro della cattedrale di Reims. Però non fu solo una semplice devozione. Quando il suo regno cominciò a ingrandirsi aumentando così anche il suo potere, utilizzò la religione, ed in particolare le reliquie, come elemento di unificazione del suo regno sotto un unico credo, approfittando anche della sua alleanza con la Santa Sede che lo portò prima a conquistare il regno Longobardo, e proclamarsi  “Gratia Dei Rex Francorum et Longobardorum” nel 774,  e poi Imperatore del Sacro Romano Impero nell’anno 800, essendo coronato dallo stesso papa Leone III. La sua politica era quella di contrastare il potere ed il prestigio di Bisanzio presentandosi come legittimo successore degli imperatori di Occidente. Al culto delle immagini propugnato da Bisanzio rispondeva con quello delle reliquie, che costituivano non l’immagine del santo ma il santo in sé.

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