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Reliquiosamente

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Archivi tag: Edessa

Sulle orme degli apostoli: Le reliquie di San Tommaso

02 sabato Mag 2020

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Tag

Cammino di San Tommaso, Chios, Coromandel, Edessa, Leone Acciaiuoli, Madras, Manfredi, Meliapor, Ortona, Pietra tombale, Reliquie, San Tommaso apostolo, Santa Brigida, Vasudeva I

Tras las huellas de los apóstoles: Las reliquias de San Tomás. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

L’incredulità di San Tommaso (1601) –  Caravaggio, Bildergalerie, Potsdam

Era pescatore. Si chiamava Tommaso Didimo. Sia il suo nome aramaico come il suo appellativo greco significano “gemello”. Non credette ai suoi compagni quando gli dissero di aver visto il Signore dopo la sua morte e resurrezione

 “Gli dissero dunque gli altri discepoli: ‘Abbiamo veduto il Signore!’ Ma egli oppose loro: ‘Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e non metto il mio dito nel posto dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò’.”9 (Gv 20,25)

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Le sante immagini acheropite (3) Il ‘Mandylion’ di Edessa: l’archetipo di tutte le acheropite

04 giovedì Ago 2016

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Tag

Agbar V Ukkama, Cappella Matilde, Edessa, Egeria, Eusebio da Cesarea, Iconoclastia, Immagini Acheropite, Itinerarium, IV Crociata, Keramion, Leonardo Montaldo, Mandylion, Nicefaro II, Nicola Mesarites, Nostra Signora del Faro, Reliquie, Robert de Clari, Sacra Sindone, San Bartolomeo degli Armeni, San Silvestro in Capite, Taddeo Addai, Tetradiplon, Urfa

Las santas imágenes aquerópitas (3) El ‘Mandylion’ de Edesa: el arquetipo de todas las aquerópitas                                                                Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace
Z 282

Nel VI secolo, ai tempi dell’imperatore Giustiniano, si rendeva omaggio ad Edessa a un’immagine del volto di Cristo, definita come “non creata da mano umana”, con l’aiuto della quale riuscirono a respingere l’assedio dei persiani di Cosroe I. Quest’immagine fu oggetto di grande venerazione anche durante la conquista araba, e passò alla storia col nome di ‘Mandylion’ (dall’arabo, telo) o immagine di Edessa o di Agbar. Secondo una tradizione, quest’immagine fu rinvenuta in una nicchia delle mura di Edessa e duplicata su due diversi supporti: l’originale su un telo ripiegato quattro volte e una copia su tegola (keramion), essendosi formata quest’ultima per contatto con l’originale. L’imperatore fece costruire una chiesa ad Edessa per custodirla.

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¿Qué ha visto Egeria en su peregrinaje?

10 domenica Nov 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

≈ 33 commenti

Tag

Abraham, Akbar, Ananías, Anástasis, Éxodo, Belén, calvario, Diario de Viaje, Edessa, Egeria, Eleona, Galicia, Gamurrini, Giannarelli, Golgota, Gomorra, Imbomom, Itinerario, Jerusalén, Jesé, Job, Jordán, lignum crucis, literatura, Mar Rojo, Martyrium, Melquisedec, Moisés, Monte de los Olivos, Monte Nebo, Peregrinaje, piedra ascensión, Santo Sepulcro, Segor, Sodoma, Staurofilakes, Tierra Santa, Triportico

Che cosa ha visto Egeria nel suo pellegrinaggio?                                           Puoi leggere ques’articolo in italiano cliccando qui

Francobollo viaggio EgeriaEgeria, la famosa peregrina en Tierra Santa del siglo IV, una de las primerísimas, dejó un relato de su viaje, un documento de extrema importancia para ubicar los santos lugares, conocer la liturgia jerosolimitana, que después se difundió en Occidente, y muchas otras preciosas informaciones. La ‘Peregrinación’, o diario de viaje, fue hallado en 1884 en Arezzo (Italia), por el jurista Gian Francesco Gamurrini. Pero no el original, sino una copia del siglo XI, desafortunadamente incompleta. Los estudios llevados a cabo en estos últimos años nos dicen que la peregrina Egeria muy probablemente realizó el viaje entre los años 381 y 384 y que fuese una monja, debido al continuo uso de las expresiones ‘dominae venerabiles sorores’, ‘dominae venerabiles’, ‘dominae animae meae’, ‘dominae, lumen deum’… que han llevado a pensar que se dirigiera a sus compañeras/hermanas de convento para las que estaba escribiendo el diario. Otros estudiosos, como Elena Giannarelli, creen que podría haber sido, sin embargo, una viuda. Pero lo cierto es que se trataba de una persona no sólo culta, rica y de alcurnia, sino también con muchos contactos en las altas esferas políticas. De hecho, tenía que tener el dinero suficiente para costearse los tres años de viaje para ella y su séquito; después, disponer de salvaconductos y cartas de recomendación que pudiera presentar a las diferentes autoridades civiles y militares. Era recibida por obispos y funcionarios imperiales y, en los tramos más peligrosos de su recorrido, era escoltada por militares pertenecientes a destacamentos situados en puntos estratégicos. Un viaje de estas características también era posible gracias a la pax romana vigente en la época post-constantiniana. Sabemos que su país de origen estaba en el Occidente europeo, de hecho en su relato menciona el río Ródano comparándolo con el Eufrates. La hipótesis más probable es que procediera de Galicia, en el Noroeste de España. De hecho, en 1984 España emitió el sello de correo conmemorativo ‘XVI centanario del viaje de la monja Egeria al Oriente Bíblico, 381-384’, recordando el décimo sexto centenario del viaje de su compatriota, justo cien años después del hallazgo del famoso ‘Itinerarium’.

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La Veronica nell’arte

03 domenica Nov 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Arte

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acheropite, Agbar, arte, Berenice, Bernike, calvario, Camulia, Cesarea, Edessa, Gesú Cristo, Giovanni VII, Golgota, Lanzichenecchi, lotte iconoclaste, Mandylion, Manoppello, Reliquie, San Pietro in Vaticano, Santo Volto, Tetradiplon, Velo della Veronica, Vera eicon, Veronica, Via Crucis

La Verónica en el arte                                                                                   Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Veronica-El-Greco

Probabilmente tutti sanno che Veronica è la donna che con il suo velo asciugò il viso insanguinato di Gesù mentre saliva al Golgota per essere crocifisso. Ed il viso di Gesù rimase impresso sul velo. Non ce lo raccontano i Vangeli, ma la tradizione. Nonostante ciò questa tradizione entrò con tanta forza da costituire una stazione del Via Crucis.

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Che cosa ha visto Egeria nel suo pellegrinaggio?

26 martedì Mar 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Letteratura

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Abramo, Akbar, Anania, Anástasi, Betlemme, calvario, Diario di Viaggio, Edessa, Egeria, Eleona, Galizia, Gamurrini, Gerusalemme, Gessèn Esodo, Giannarelli, Giobbe, Giordano, Golgota, Gomorra, Imbomom, Itinerario, letteratura, lignum crucis, Mar Rosso, Martyrium, Melchisedec, Monte degli Ulivi, Monte Nebo, Mosè, pellegrinaggio, pietra ascensione, Santo Sepolcro, Segor, Sodoma, Staurofilakes, Terra Santa, Triportico

¿Qué ha visto Egeria en su peregrinaje?                                                    Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Francobollo viaggio Egeria

Egeria, la famosa pellegrina in Terra Santa del secolo IV, una delle primissime, lasciò un racconto del suo viaggio, un documento di estrema importanza per ubicare i sacri luoghi, conoscere la liturgia gerosolimitana, diffusasi poi in Occidente, e molte altre preziose informazioni. Il pellegrinaggio, o diario di viaggio, fu rinvenuto nel 1884 ad Arezzo, dal giurista Gian Francesco Gamurrini. Non l’originale, ma una copia dell’XI secolo, putroppo incompleta. Gli studi realizzati in questi ultimi anni, ci dicono che la pellegrina Egeria molto probabilmente fece il viaggio fra il 381 ed il 384 e che fosse una monaca, per il continuo uso che fa delle espressioni ‘dominae venerabiles sorores’, ‘dominae venerabiles’, ‘dominae animae meae’, ‘dominae, lumen deum’.. che hanno fatto pensare che si rivolgesse alle sue compagne/sorelle di convento per le quali scriveva il suo diario. Altri studiosi, come Elena Giannarelli, pensano che potesse trattarsi, invece, di una vedova. Però la cosa certa è che si trattava di una persona non solo colta, ricca e di alta estrazione sociale, ma anche con buoni contatti nelle alte sfere politiche. Di fatto, doveva avere il denaro sufficiente per sostenere le spese di tre anni di viaggio per lei ed il suo seguito; poi disporre di salvacondotti e lettere di raccomandazione da presentare alle divese autorità civili e militari. Veniva ricevuta da vescovi e funzionari imperiali e, nei tratti considerati più pericolosi, era scortata da militari appartenenti a distaccamenti situati in punti strategici. Un viaggio di queste caratteristiche era reso anche possibile grazie alla pax romana dell’epoca post-costantiniana. Sappiamo che il suo paese di origine stava nell’Occidente europeo, infatti nel suo racconto menziona il Rodano comparandolo con l’Eufrate. L’ipotesi più probabile è che provenisse dalla Galizia, al Nord-ovest della Spagna. Tant’è così che nel 1984 la Spagna stampò il francobollo commemorativo ‘XVI centanario del viaje de la monja Egeria al Oriente Bíblico, 381-384’, ricordando, appunto, il sedicesimo centenario del viaggio della connazionale, cent’anni dopo il ritrovamento del famoso ‘Itinerarium’.

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