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Ara di Minerva, Canale dei Samari, Columna Sancti Petri, Cripta del Redentore, Galatina, La Via Petrina, Manduria, San Pietro, San Pietro in Bevagna, San Pietro Mandurino, Santa Maria ‘de Finibus Terrae’
È facile immaginare la presenza di Pietro a Roma, città dove passò gli ultimi anni della sua vita e dove molteplici luoghi ricordano l’apostolo, aiutati anche dall’abbondante filmografia: la casa di Pudente e quella di Priscilla e Aquila, dove fu ospite; il carcere Mamertino, dove fu imprigionato; la chiesa di San Pietro in Vincoli, dove si conservano le sue catene; l’ager Vaticanus, dove fu crocifisso e dove sorge la basilica a lui dedicata, sede del papato, dove si conservano le sue reliquie, e molti altri posti ancora. Molti dati sulla vita di Pietro a Roma ce li forniscono gli apocrifi gli “Atti di Pietro” e gli “Atti dei beati apostoli Pietro e Paolo”, scritti nel II secolo, oltre che la tradizione1.
Secondo gli Atti di Pietro il viaggio dell’apostolo a Roma fu motivato dalla preoccupazione da parte della comunità cristiana per lo scompiglio che aveva creato Simon Mago fra i credenti in quella città. Simon Mago, una sorta di falso capo religioso, era già da tempo conosciuto per ammaliare la gente con trucchi di magia e con il quale Pietro si era già scontrato in altre occasioni, perché pretendeva di comprare dagli apostoli il potere di amministrare lo Spirito Santo con la semplice imposizione delle mani2.
E così Pietro, dopo aver fondato la chiesa di Antiochia e aver visitato anche la Cappadocia, l’Asia minore e la Grecia, s’imbarcò a Cesarea con destinazione a Roma. Gli Atti di Pietro dicono che sbarcò a Pozzuoli, ma non vi è alcuna indicazione sulle sue possibili tappe intermedie.
Però in Puglia esiste da secoli una tradizione secondo la quale Pietro, nel suo viaggio verso Roma, sarebbe sbarcato in questa regione dove avrebbe convertito, battezzato, fondato comunità cristiane, predicato o nominato vescovi. Si basa fondamentalmente sul gran numero di toponimi e luoghi sacri che fanno riferimento a San Pietro così come leggende create su ciascuno di essi e tradizioni popolari legate alle stesse. Questa tradizione è anche rafforzata dal fatto che le antiche rotte marittime che facevano arrivare a Roma persone e merci avevano approdi in molti luoghi della penisola salentina. Tanto è così che intorno al 2010 nacque il progetto denominato ‘La Via Petrina’, per iniziativa della Soc. Coop. Polisviluppo, che ottenne in seguito il sostegno della Regione Puglia. Sostanzialmente si tratta di una mappatura di tutti i luoghi pugliesi che rivendicano il presunto passaggio di Pietro. Non si tratta di dimostrare la storicità delle tradizioni ma di farle conoscere, mettendo anche in valore il patrimonio culturale e naturalistico collegato a questi luoghi. Quindi non è un unico percorso inteso come un pellegrinaggio classico, ma diversi itinerari, ciascuno con le loro particolarità.
Molte città vantano lo sbarco dell’apostolo, o il passaggio, il soggiorno o il semplice pernottamento. Citeremo solo i luoghi più importanti essendo coscienti che la lista completa è molto più esaustiva che comprende la quasi totalità della regione.
Cominciamo da Taranto. Secondo la Historia Sancti Petri, testo del IX-X secolo (che attinge anche dalla tradizione e dalla leggenda) Pietro, nel suo viaggio verso la città eterna ai tempi dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.), si fermò in questa città, anzi, prima ancora sull’isola antistante, oggi chiamata isola di San Pietro. Pietro, si sarebbe inginocchiato per ringraziare il Signore dopo l’approdo e avrebbe lasciato un’impronta sulla pietra toccata dalle sue ginocchia che successivamente sarebbe stata portata via dai veneziani. In quest’isola Pietro avrebbe evangelizzato e battezzato gli abitanti e nominato vescovi. Successivamente, una volta sbarcato nel porto di Taranto l’apostolo si sarebbe imbattuto in una fonte d’acqua dedicata al dio Sole, Helios, dominata da una colossale statua dello stesso. Pietro con il segno della croce avrebbe fatto crollare la statua. Poi dedicò la fonte a San Giovanni Battista e la utilizzò per battezzare i tarantini. Il luogo è oggi conosciuto come ‘Cripta del Redentore’ un’antica tomba romana trasformata in chiesa durante il medioevo. I marmi dell’antica acropoli greca di Taranto, probabilmente ubicata dove oggi si trova il canale navigabile, sarebbero stati rimpiegati per costruire una chiesa dedicata all’apostolo, San Pietro alla Porta, abbattuta nel XVI secolo dagli spagnoli per ampliare le fortificazioni cittadine. Solo si è salvato il cippo d’altare su cui, secondo la tradizione, Pietro avrebbe celebrato la prima messa tarantina. È conosciuto come la ‘Columna Sancti Petri’ ed è oggi conservato pressa la Chiesa del Carmine. Nel complesso di San Domenico, costruito sui resti un di un tempio greco nell’area dell’acropoli, troviamo la chiesa di San Pietro Imperiale, costruita intorno al X secolo, con le statue di San Pietro e Paolo. Molte altre testimonianze ancora sono presenti in questa città.
San Pietro di Bevagna (Marina di Manduria), è a metà strada tra Taranto e Gallipoli. Qui sorge l’antichissima chiesetta di San Pietro Mandurino, che un’antica iscrizione dedica all’apostolo, con colonne scavate nel tufo e affreschi paleocristiani. Da Manduria a San Pietro in Bevagna si svolge da tempi antichissimi una processione che intende ricordare lo sbarco dell’apostolo dovuto, secondo la tradizione, ad un naufragio. Di fatto, a pochi metri dalla costa sul fondo marino, nei pressi della foce del fiume Chidro, sono visibili ventitré sarcofagi di marmo, di fattura romana risalenti, secondo una recente datazione, al III secolo della nostra era. Il carico sarebbe stato molto probabilmente destinato al mercato di Roma. La tradizione voleva che si trattasse dell’imbarcazione su cui arrivava Pietro, alimentata dal fatto che il luogo era spesso tappa obbligata per gli antichi naviganti per fare rifornimento.
Nella chiesetta costiera di San Pietro in Bevagna, un santuario dedicato a San Pietro (addossato ad una torre di avvistamento cinquecentesca) sono conservati nella cripta il ‘Fonte battesimale’ di San Pietro e la ‘Pietra dell’altare’ su cui avrebbe celebrato le messe. Inoltre, in una nicchia, sono visibili simboli petrini in argento (barca del pescatore, la croce papale, la mitra e le chiavi). Tra la chiesa di San Pietro Mandurino e la necropoli preromana, è stata rinvenuta una lapide che è stata datata di circa duemila anni, con incisa la scritta “PETRO VI.SI.ET.” (“A Pietro sia la vita eterna”) con accanto l’ancora, simbolo cristiano.
Nei pressi del fosso Canale dei Samari, a poca distanza da Gallipoli, troviamo la chiesa di San Pietro dei Samari costruita nel secolo XII. Qui Pietro celebrò messa, battezzò e nominò il discepolo San Pancrazio, primo vescovo di Gallipoli. Questo tempio, molto importante nel XVI secolo, fu meta di pellegrinaggi. Oggi purtroppo è ridotto a un rudere.
Anche la comunità cristiana di Otranto sarebbe stata fondata da Pietro, dove avrebbe eretto la prima chiesa, come attestava un’antica iscrizione in greco, oggi perduta, all’esterno della chiesa bizantina di San Pietro di Otranto.
San Pietro in Galatina: qui avrebbe transitato Pietro nel suo viaggio verso Roma, dove si sarebbe riposato su un masso che attualmente si conserva in una cappella della Chiesa Madre dedicata ai SS. Pietro e Paolo. La chiesa è barocca con rifacimenti posteriori, dove un ciclo di affreschi rappresenta la vita dell’apostolo. Il culto do San Pietro era molto forte di questo luogo, come dimostra il nome del toponimo, che solo dopo l’Unità d’Italia passò a chiamarsi semplicemente Galatina. Ma le chiavi del vicario di Cristo continuano ad essere presenti nello stemma del paese.
Anche a Castrignano del Capo, presso Santa María di Leuca, la tradizione vuole che approdasse Pietro. Qui trovò un tempio pagano dedicato a Minerva che avrebbe convertito al cristianesimo dedicandolo alla madre di Cristo, il santuario Santa Maria ‘de Finibus Terrae’. Nel suo interno è ancora conservata ‘l’ara di Minerva’ un blocco di pietra con incavo per le offerte alla dea, testimonianza del precedente culto pagano. La prima costruzione del santuario risale al IV secolo con numerosi rifacimenti posteriori, avendo subito numerose distruzioni. Nella vicina frazione di Giuliano di Lecce, la chiesa di San Pietro a Giuliano ricorda che Pietro, nel suo passaggio, avrebbe riportato in vita un defunto. La chiesa sarebbe sorta vicino a un pozzo dove l’apostolo si sarebbe dissetato. E’ il pozzo di San Pietro, attualmente coperto da una grata e protetto da un recinto di ferro. Poco distante, a Salignano, si trova la grotta di San Pietro, una grotta rupestre dove Pietro avrebbe trovato rifugio dalle persecuzioni romane.
A questi luoghi potremmo aggiungerne molti altri, nonché molte tradizioni popolari, eventi e cerimonie religiose legate al culto del santo che affondano le loro radici nei secoli e che continuano ad essere più vive che mai.
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1.- Per saperne di più sulla presenza di San Pietro a Roma, invito alla lettura dei seguenti articoli: ‘Le reliquie di San Pietro’, ‘Quando Pietro incontrò Simon Mago a Roma’, ‘Le catene di San Pietro’, ‘Dove fu martirizzato San Pietro?’, ‘Dov’è la cattedra di San Pietro?’. E per l’episodio di ‘Quo Vadis’: ‘Sapevi che esistono le impronte dei piedi di Cristo?.
2.- Per questo motivo il commercio di cose sacre prende di nome di ‘simonia’.
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Per saperne di più consulta il sito ‘La via petrina’


















