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Reliquiosamente

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Le tuniche di San Pietro e San Giovanni esposte nei Musei Vaticani

10 domenica Nov 2024

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Florian Jubaru, Leone XIII, Patriarchio lateranense, Pelagio I, Pio X, Sala degli Indirizzi, Sancta Sanctorum, Tunica di San Giovanni, Tunica di San Pascasio, Tunica di San Pietro, Tuniche di San Pietro e San Giovanni

Dal mese di maggio 2024, e dopo circa cinque anni di restauri e alle soglie del Giubileo 2025, le tuniche di San Pietro e San Giovanni Evangelista, sono esposte nella sala degli Indirizzi di Pio IX, la sala situata all’uscita della Cappella Sistina.

Sono più precisamente una tunica e una dalmatica, di probabile manifattura copta egiziana. Come altre inestimabili reliquie, provengono dal tesoro del Sancta Sanctorum, ossia la cappella privata dei papi nel Patriarchio Lateranense, in cima alla Scala Santa1, a pochi passi dalla basilica di San Giovanni in Laterano.

Dato che le due tuniche sono pervenute senza iscrizione di autentica né altri elementi identificativi, né tanto meno sono menzionate in inventari antichi, l’attribuzione a questi due apostoli va ricercata in un passo della biografia di papa Gregorio Magno, redatta da Giovanni Diacono nel IX secolo, nella quale documenta la presenza, fra le reliquie del Laterano, di una tunica e una dalmatica, rispettivamente appartenute a  San Giovanni Evangelista e a San Pascasio. Ma che c’entra San Pascasio? Ci torniamo dopo.

– Cappella di San Lorenzo in Palatio, più conosciuta come Sancta Sanctorum. Sull’altare l’immagine dell’Acheropita del Salvatore e sotto l’altare rinchiusa dietro una grata, v’era la cassa con le reliquie
– Cassa di legno di cipresso che conteneva il tesoro del Sancta Sanctorum, situata sotto l’altare maggiore della cappella

Intanto parliamo un attimo del Sancta Sanctorum. Perché si chiama così? Perché in questa cappella erano custodite molte preziosissime reliquie, riposte in una cassa di legno di cipresso collocata sotto l’altare maggiore, dietro una grata chiusa a chiave. La cappella risale all’VIII secolo ed è fra le poche cose che rimangono del palazzo dove abitavano i papi fino alla sua quasi demolizione nell’ambito dei lavori promossi da Sisto V alla fine del XVI secolo. Sull’altare della cappella si trova quella che è considerata l’immagine più sacra in assoluto, ossia l’Acheropita del Salvatore2. Nel 1903 papa Leone XIII concesse al gesuita francese Florian Jubaru l’autorizzazione per ispezionare il tesoro contenuto nella cassa per i suoi studi. Dopo vari tentativi un fabbro riuscì finalmente a rompere le pesanti serrature che chiudevano la grata. Una volta aperta la cassa, si constatò che il contenuto conservava reliquie di straordinaria importanza oltre che reliquiari capolavori dell’arte bizantina, copta, siriaca… essendo doni diplomatici interscambiati fra capi di gerarchie ecclesiastiche, soprattutto fra i papi ed i patriarchi di Gerusalemme. Fino a quel momento nessuno aveva visto questo tesoro, conoscendone più o meno il suo contenuto attraverso antichi inventari, anche se poco attendibili. La scoperta scatenò una feroce competizione fra le comunità scientifiche del tempo oltre che all’interno di ordini religiosi per lo studio delle stesse. Per questo motivo, oltre che per evitar problemi con lo stato italiano sulla proprietà dei beni storico artistici dell’antico Stato Pontificio, visto che non erano ancora stati firmati i Patti Lateranensi3, Pio X nel 1905 fece trasportare frettolosamente il contenuto della cassa al Museo Sacro della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove rimasero fino al 1999 quando passarono di competenza ai Musei Vaticani.

Tornando alle tuniche descritte da Giovanni Diacono, quella di San Giovanni sarebbe da identificare con quella che papa Gregorio Magno avrebbe chiesto nel 592 all’abate del monastero di Santa Lucia di Siracusa. Quella di San Pascasio, invece, sarebbe stata protagonista, agli inizi del VI secolo, di un miracolo conclusosi con la resurrezione di un giovane defunto.

Le analisi al Carbonio 14 eseguite su queste due reliquie, hanno datato la tunica di San Pietro, quella a le maniche strette, tra il VI ed il VII secolo, mentre la dalmatica di San Giovanni tra la fine del I e inizi del III secolo. Questo sta a indicare che nessuna delle due vesti sarebbe attribuibile a San Pascasio, perché visse tra l’VIII ed il IX secolo. Però sia l’una che l’altra potrebbero essere quella inviata al papa dall’abate siracusano. Però Giovanni Diacono scrive dopo ben tre secoli e lui stesso esprime dubbi sulla tunica di San Pascasio però è completamente certo sulla seconda, quella a maniche strette. Ma se è del VI secolo, è impossibile che fosse appartenuta a San Giovanni, né a San Pietro e né a nessuno degli apostoli.

Una lettera del papa Pelagio I, della metà del VI secolo, descrive una delle diverse pratiche per ottenere reliquie secondarie. Una tunica poteva essere messa a contatto con il sepolcro di un santo e dopo tre giorni avrebbe assorbito le virtù santificanti e sarebbe diventata una reliquia per contatto. Quindi questa tunica, prima di arrivare a Siracusa, sarebbe stata messa a contatto con il sepolcro dell’apostolo Giovanni ad Efeso. Non ci sono ulteriori notizie sull’altra tunica, la dalmatica, e non capisco perché quella a maniche strette viene adesso attribuita a San Pietro e non a San Giovanni.

Prima del lungo processo di restauro, le due tuniche erano conservate all’interno di due teche, compresse tra due vetri. Le due tuniche erano molto degradate, ma quella a maniche strette, attribuita a San Pietro, molto di più e in alcuni parti le fibre si polverizzavano al contatto. È di lino e lana e le misure sono 130 (H) x 183 (A). La dalmatica di San Giovanni, di lino e fibra cellulosica, misura 126 (H) x 118 (A). Su entrambe le tuniche ci sono state varie asportazioni di tessuto, proprio perché considerate delle reliquie.

La tunica di San Pietra era montata su una fodera rossa che è stata rimossa, e ‘ricostruita’ inserendo all’interno un tessuto di tela di lino e sull’esterno un tessuto di seta trasparente. In quella di San Giovanni, molto meno deteriorata, sono stati inseriti solo dei supporti locali e sulle maniche si è sovrapposto un tessuto di seta trasparente.

Anche se non sono le autentiche tuniche dei santi, sono però degli esemplari unici antichissimi che meriterebbero una visita.

——

1.- Per saperne di più sulla Scala Santa invito alla lettura dell’articolo ‘La Scala Santa’

2.- Per saperne di più su quest’immagine invito alla lettura dell’articolo ‘Le sante immagini acheropite: L’acheropita del Salvatore nel Sancta Sanctorum’

3.- I Patti Lateranensi fra il Regno d’Italia e la Santa Sede, firmati l’11 febbraio 1929, ristabilirono i rapporti tra i due stati interrotti nel 1870 a causa della Presa di Roma e l’annessione di questa al Regno d’Italia, che era quanto rimaneva degli Stati della Chiesa, ponendo fine al potere temporale dei papi. Venne anche istituita la Città del Vaticano come stato indipendente.

La Escalera Santa

01 martedì Giu 2021

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

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Aquerópita del Salvador, Domenico Fontana, Escalera Santa, papa Milcíades, Patriarcado lateranense, Poncio Pilato, reliquias, San Lorenzo in Palatio, Sancta Sanctorum, Sergio III, Sixto V

La Scala Santa. Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

Según la tradición, la ‘Scala Santa’ es la escalera del palacio del Pretorio de Pilato por la cual Jesús pasó hasta seis veces durante su pasión, tres subiendo y tres bajando: la primera cuando desde la casa del sumo sacerdote Caifás fue conducido a la presencia de Poncio Pilato y de éste a Herodes; la segunda cuando desde Herodes fue devuelto a Poncio Pilato y desde allí se ordenó su flagelación; la tercera vez que Jesús subió esta escalera fue chorreando de sangre, después de ser azotado y coronado de espinas, volviendo de nuevo a Pilato e desde allí fue conducido al patíbulo en el Calvario.

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Las reliquias de la Última Cena

01 giovedì Apr 2021

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

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Última Cena, Banco Última Cena, Basílica San Juan de Letrán, Cáliz Última Cena, Jueves Santo, Mesa Última Cena, Museo Vestigios Insólitos, Sancta Sanctorum, Santo Grial, Tabula Magna Lateranensis

Le reliquie dell’ultima cena. Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

– Última Cena. Curzio Vanni (Siglo XVI)- Detrás de este bajorrelieve en plata se guarda la Mesa de la Última Cena. Basílica de San Juan de Letrán, Roma

Un evento tan importante en la vida de Cristo, en el inicio de su pasión, no podía no haber producido diferentes reliquias que recuerdan este momento. Algunas muy importantes, otras menos, algunas con pretensiones de ser auténticas, que además han sido investigadas, y otras completamente falsas.

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La Scala Santa

01 mercoledì Mag 2019

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Acheropita del Salvatore, Domenico Fontana, papa Milziade, Patriarchio lateranense, Ponzio Pilato, Reliquie, San Lorenzo in Palatio, Sancta Sanctorum, Scala Santa, Sergio III, Sisto V, Villaumont

La Escalera Santa. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace.

Secondo la tradizione, si tratterebbe della scala del palazzo del pretorio di Pilato sulla quale Gesù passò per ben sei volte durante la sua passione, tre salendo e tre scendendo: la prima quando dalla casa del sommo sacerdote Caifa fu condotto alla presenza di Ponzio Pilato e da questi da Erode; la seconda quando da Erode fu rimandato da Ponzio Pilato e da lì fu ordinata la sua flagellazione; la terza volta che Gesù salì questa scala fu grondante di sangue, dopo la flagellazione e coronato di spine, tornando di nuovo da Pilato e da lì fu condotto al patibolo sul Calvario.

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Le reliquie dell’ultima cena

16 martedì Apr 2019

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Basilica San Giovanni in Laterano, Calice Ultima Cena, Giovedì Santo, Museo Vestigia Insolite, Panca Ultima Cena, Sancta Sanctorum, Santo Graal, Tabula Magna Lateranensis, Tavola Ultima Cena, Tovaglia Ultima Cena, Ultima Cena

Las reliquias de la Última Cena. Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Ultima Cena. Curzio Vanni (Sec. XVI)- Bassorilievo in argento dietro il quale è custodita la Tavola dell’Ultima Cena. Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Un evento così importante nella vita di Cristo, inizio della passione, non poteva non aver prodotto diverse reliquie che ricordano questo momento. Alcune molto importanti, altre meno, alcune con pretese di essere autentiche, con tanto di ricerche effettuate, ed altre completamente fantasiose.

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Las santas imágenes aquerópitas (4). La aquerópita del Salvador en el “Sancta Sanctorum”

27 sabato Ott 2018

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

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Alejandro III, Aquerópita del Salvador, Esteban I, Germán I, Iconoclastia, Inocencio III, Martín V, reliquias, Salus Populi Romani, San Lorenzo in Palatio, Sancta Sanctorum, Scala Santa, Uronica

Le sante immagini acheropite (4).  L’acheropita del Salvatore nel ‘Sancta Sanctorum’                                                                                         Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

La aquerópita del Salvador

Es la imagen más venerada de Roma y una de las más milagrosas. Está custodiada en el lugar más santo de la capital, el famoso ‘Sancta Sanctorum’, es decir la capilla de San Lorenzo en la antigua sede patriarcal del Laterano. El nombre, ‘Sancta Sanctorum’, alude precisamente al gran número de reliquias que allí se conservaban. Para su custodia León III mandó construir una caja de madera de ciprés, al centro de la cual mandó escribir: SCA SCO RVM, (Sancta Sanctorum), que se encuentra bajo del altar. La mayoría de las reliquias fue trasladada al Vaticano.

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Le sante immagini acheropite (4) L’acheropita del Salvatore nel ‘Sancta Sanctorum’

02 venerdì Set 2016

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Acheropita del Salvatore, Alessandro III, Germano I, Iconoclastia, Immagini Acheropite, Innocenzo III, Martino V, Patriarchio lateranense, Reliquie, Salus Populi Romani, San Lorenzo in Palatio, Sancta Sanctorum, Scala Santa, Stefano I, Uronica

Las santas imágenes aquerópitas (4) La aquerópita del Salvador en el ‘Sancta Sanctorum’                                                                                         Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

acheropita salv

L’Acheropita del Salvatore

Si tratta dell’immagine più venerata di Roma e una delle più miracolose che presiede il luogo più santo della capitale, il famoso ‘Sancta Sanctorum’, ossia la cappella di San Lorenzo nel Patriarchio Lateranense. Il ‘Sancta Sanctorum’ fu così chiamato per il gran numero di reliquie che vi erano custodite. Per la loro custodia Leone III fece costruire una cassa di legno di cipresso, al centro della quale fece scrivere: SCA SCO RVM, (Sancta Sanctorum). Si intravede sotto l’altare, però la maggior parte di quelle reliquie è stata trasferita in Vaticano.

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La ‘Tabula Magna Lateranensis’

23 lunedì Mar 2015

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

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Aaron, Arca de la Alianza, Arco de Tito, candelabro, Capilla San Lorenzo, Cristo, Domiciano, Efeso, Jerusalén, León X, Letrán, Menorah, Moisés, reliquias, Roma, Sacristía, San Juan, Sancta Sanctorum, Santa Francisca Romana, Santa Maria Nova, Scala Santa, Tabula Magna Lateanensis, templo, Tito, tunica, Vespasiano

La ‘Tabula Magna Lateranensis’                                                                         Puoi leggere quest’articolo in italiano cliccando qui

Tabula magna completa

Seguramente muchos conocerán la basílica de San Juan de Letrán, una de las cuatro basílicas principales de Roma. Pero no vamos a hablar aquí de esta magnífica basílica ni de las innumerables obras de arte que contiene, sino de un panel del siglo XIII que puede verse a la izquierda de la puerta de la sacristía y que pocos conocen. Me refiero a la ‘Tabula Magna Lateranensis’. De hecho, es posible confundirse porque en el lado derecho de la puerta de la sacristía hay otro panel muy similar identificado con un rótulo del siglo XIX que reza ‘Tabula Magna Lateranensis” pero que en realidad recuerda algunas obras que se llevaron a cabo en la basílica en el siglo IX. La verdadera ‘Tabula Magna’ es la de la izquierda y sin rótulo.

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El Santo Prepucio

18 mercoledì Dic 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Artículos en español

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Agnes Blannbekin, Amberes, Apócrifos, Balduino I de Jerusalén, Basílica del Santo Sepulcro, Calcata, Carlomagno, Charroux, Circuncisión, Concilio Vaticano II, Coulombs, Cristo, Enrique V de Inglaterra, Evangelio árabe de la infancia, Hugonotes, Irene de Bizancio, James Joyce, Jesús, Lansquetenes, León III, María Magdalena, reliquias, San Juan de Letrán, Sancta Sanctorum, Santa Brígida de Suecia, Santa Catalina de Siena, Santo Prepucio, Saqueo de Roma, Ulises, Virgen María

Il Santo Prepuzio                                                                                                 Puoi leggere ques’articolo in italiano cliccando qui

Circoncisione

Del Santo Prepucio de Jesús no se habla en los Evangelios. Únicamente en el evangelio de Lucas hay una mención a la circuncisión, un rito obligado en el seno de la religión hebrea. “Cuando se cumplieron los ocho días para circuncidarle, se le dio el nombre de Jesús, el que le dio el ángel antes de ser concebido en el seno” (Lc 2,21).

Mayores detalles los encontramos en el apócrifo ‘El Evangelio árabe de la infancia’: “Y, cuando fueron cumplidos los días de la circuncisión, es decir, al octavo día, la ley obligaba a circuncidar al niño. Se lo circuncidó en la caverna, y la anciana israelita tomó el trozo de piel (otros dicen que tomó el cordón umbilical), y lo puso en una redomita de aceite de nardo viejo. Y tenía un hijo perfumista, a quien se la entregó, diciéndole: ‘Guárdate de vender esta redomita de nardo perfumado, aunque te ofrecieran trescientos denarios por ella’. Y aquella redomita fue la que María la pecadora compró y con cuyo nardo espique ungió la cabeza de Nuestro Señor Jesucristo y sus pies, que enjugó en seguida con los cabellos de su propia cabeza”(V-1).

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Il Santo Prepuzio

24 mercoledì Apr 2013

Posted by Nicoletta De Matthaeis in Reliquie

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Agnes Blannbekin, Anversa, apocrifi, Baldovino I di Gerusalemme, Basilica del Santo Sepolcro, Calcata, Carlo Magno, Charroux, circoncisione, Concilio Vaticano II, Coulombs, Cristo, Enrico V d’Inghilterra, Gesù, Irene di Bisanzio, James Joyce, Lanzichenecchi, Leone III, Maria Maddalena, Reliquie, Sacco di Roma, San Giovanni in Laterano, Sancta Sanctorum, Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena, Santo Prepuzio, Ugonotti, Ulisse, Vangelo arabo dell’infanzia, Vergine Maria

El Santo Prepucio                                                                                         Puedes leer este artículo en español abriendo este enlace

Circoncisione

Del prepuzio di Gesú non ne parlano i Vangeli. Solo nel Vangelo di Luca c’è un accenno alla circoncisione, un rito obbligatorio nel seno della religione ebraica: ‘E quando furono compiuti gli otto giorni in capo ai quali Egli doveva essere circonciso, gli fu imposto il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo, prima che Egli fosse concepito nel seno.’ (Lc 2,21).

Maggiori dettagli li apprendiamo dall’apocrifo ‘Il Vangelo arabo dell’infanzia’: ‘Giunto il tempo della circoncisione, cioè l’ottavo giorno, per legge il bambino doveva essere circonciso. Lo circoncisero dunque nella grotta; quella vecchia ebrea prese questa membrana, secondo altri invece essa prese il cordone ombelicale, e la mise in una ampolla di vecchio olio di nardo. Aveva un figlio profumiere, e affidandogli quell’ampolla, gli disse: “Guardati dal vendere quest’ampolla di olio di nardo, anche se per essa ti offrissero trecento denari”. Questa è l’ampolla che fu in seguito comprata da Maria, la peccatrice, quella che versò sul capo e sui piedi del signore nostro Gesù Cristo e asciugò poi con i suoi capelli.’

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